CALCIO - Dopo tre risultati utili consecutivi – le vittorie a Jesi e in casa contro il Fabriano Cerreto, intervallate dal pareggio sul difficile campo del Montegranaro – la Fermana frena nel modo più amaro. La sconfitta interna contro la Fermignanese, maturata al 94', ha interrotto la mini-serie positiva dei gialloblù lasciando tanto rammarico. Il gol di Fraternali, arrivato in pieno recupero, ha punito una disattenzione difensiva quando la partita sembrava ormai avviata verso un pareggio. Inutile il momentaneo 1-1 firmato da Fofi (al quinto centro in quattro gare!) su rigore dopo il vantaggio iniziale dei pesaresi con Arduini.
Un ko che brucia non solo per il risultato, ma per la modalità con cui è maturato. Lo stesso direttore sportivo della Fermana Filipponi, nel post gara, ha sottolineato come la squadra crei molto ma concretizzi poco, e soprattutto come manchi ancora quel “senso del pericolo” e quella “malizia” indispensabili per chi vuole ambire ai piani alti. Concetti che aveva già espresso anche mister Gentilini, chiedendo ai suoi maggiore cattiveria e cinismo sotto porta.
Ora serve una reazione immediata. Anche perché domenica al Bruno Recchioni arriva la capolista K-Sport Montecchio Gallo, prima in classifica con 16 punti e con la miglior difesa del torneo: appena cinque reti subite, a pari merito con il Matelica. Un dato che conferma la solidità della formazione pesarese, considerata da molti una delle favorite per la vittoria finale – anche se mister Stefano Protti, ex amatissimo tecnico e giocatore della Fermana, non gradisce affatto questa etichetta.
In un paio di interviste a inizio stagione, Protti ha infatti definito queste voci come una “mossa tattica” delle rivali, un modo per spostare la pressione altrove. Ma i numeri, per ora, dicono che il Montecchio è lì davanti, e con pieno merito. Dopo due sconfitte consecutive, i biancorossi sono tornati al successo domenica scorsa battendo 3-1 la Jesina e riconquistando la vetta.
Il rammarico per il finale della scorsa stagione resta vivo: il campionato sfuggito di mano all’ultima giornata, con la clamorosa sconfitta di Urbino che consentì alla Maceratese di giocarsi la D allo spareggio, vinto da dalla squadra di Possanzini dopo i calci di rigore. Una beffa che ha lasciato cicatrici profonde ma anche tanta voglia di rivalsa. E quella fame si sta vedendo tutta in questo avvio di torneo.
La Fermana, invece, si presenta alla sfida con qualche novità importante. In settimana la società ha salutato il difensore centrale Gianluca Fiorentino, mentre si è già aggregato al gruppo un nuovo innesto per la retroguardia: lo spagnolo Aitor Ruano, classe 1994, difensore esperto con diverse stagioni alle spalle tra Serie D ed Eccellenza.
Un rinforzo necessario per una difesa che in più di un’occasione si è fatta sorprendere, non solo contro la Fermignanese ma anche nella gara di Montegranaro, dove il gol di Evangelisti nacque da una disattenzione evitabile in piena area.
Domenica, quindi, al Recchioni andrà in scena una partita densa di significati: da una parte la Fermana, ferma a quota 11 punti e chiamata a dare risposte immediate per non scivolare nella zona calda; dall’altra la capolista Montecchio, squadra organizzata, concreta e animata dal desiderio di riscatto dopo la delusione dello scorso anno.
E poi c’è l’emozione di rivedere Stefano Protti sul prato del Recchioni, da avversario ma sempre nel cuore dei tifosi gialloblù. Una sfida che promette intensità, orgoglio e voglia di rivalsa: la Fermana deve ritrovare attenzione e cattiveria, perché contro la miglior difesa del campionato non ci si può permettere il minimo errore.
Sul fronte del tifo, resta comunque un aspetto particolare di questa stagione. Come deciso a inizio campionato, la tifoseria organizzata ha scelto di non entrare allo stadio nelle gare casalinghe in segno di protesta verso la società, pur continuando a seguire la squadra con grande passione in trasferta. A Montegranaro, ad esempio, il sostegno dei tifosi è stato trascinante e ha rappresentato un vero valore aggiunto.
È una scelta che merita rispetto e che testimonia quanto il legame tra tifosi e squadra resti profondo, anche nelle differenze di vedute. Resta tuttavia la sensazione che, in una categoria come l’Eccellenza, il calore e la spinta del pubblico possano davvero fare la differenza, soprattutto nei momenti più delicati.
L’auspicio, per tutti, è che in futuro si possa ritrovare piena unità d’intenti, perché il tifo della Fermana ha sempre rappresentato una componente identitaria e preziosa, capace di rendere il Recchioni una sorta di fortezza inespugnabile.
Paolo Catena




