CALCIO - La Fermana si appresta a vivere un altro pomeriggio da dentro o fuori. Domani, al Bruno Recchioni di Fermo, con calcio d’inizio fissato alle 14.30, i gialloblù ospiteranno il Roma City in un ennesimo scontro diretto che non ammette margini di errore.
La classifica non fa sconti: la squadra laziale, con la vittoria casalinga contro l’Atletico Ascoli nell’ultimo turno, è uscita – seppur di un solo punto – dalla zona play-out, riaccendendo le speranze di salvezza. La Fermana, invece, è sprofondata all’ultimo posto in solitaria, complice la sconfitta beffarda di Chieti e i successi delle dirette concorrenti. Uno scenario che rende il match di domenica ancora più cruciale: vincere è l’unica via per restare aggrappati al treno della salvezza.
Servirà una prestazione di carattere, un approccio feroce, una determinazione che vada oltre i novanta minuti. Perché il tempo delle occasioni perse è finito, perché ogni punto pesa come un macigno, perché il Recchioni dovrà diventare una fortezza e non più un campo dove gli avversari banchettano. La Fermana deve rialzarsi. E deve farlo adesso.
Inevitabile dire che il clima attorno alla Fermana, non sia dei migliori. C’è scoramento, rassegnazione, rabbia. La stagione, che tutti sapevano sarebbe stata difficile, si sta rivelando perfino peggiore delle peggiori previsioni. Ma chi conosce i tifosi gialloblù sa bene che, nonostante tutto, non alzeranno bandiera bianca. Domani saranno di nuovo sugli spalti del Bruno Recchioni, come sempre, a incitare i loro ragazzi, sperando che questa volta venga ripagato tutto l’amore che continuano a dimostrare, anche a fronte di risultati inesistenti e prestazioni spesso deludenti.
A rischio di sembrare banali, di ripetere le solite frasi fatte, qui non si scappa: la rotta va invertita, subito. Lo sanno bene anche il direttore generale Federico Ruggeri e il direttore sportivo Michele Paolucci, che in settimana hanno parlato chiaro alla stampa. Il bel gioco? Non è mai stato una prerogativa di questa Fermana, e lo stesso Brini non ha mai nascosto di preferire la sostanza alla forma. Il problema è che, di sostanza, se n’è vista poca e i risultati non sono arrivati. Dopo la disfatta contro il Notaresco, il tecnico si è messo in discussione, ma la società ha scelto di confermarlo. E a Chieti si è vista una reazione, certo, ma le reazioni senza punti servono a poco.
Ora non contano più le prestazioni, i complimenti, i discorsi sulla crescita. Ora servono i punti. Basta con le pacche sulle spalle, basta con le belle parole: il tempo è finito. Chi scende in campo deve tornare a casa con qualcosa in mano, perché i complimenti non fanno classifica e, a questo punto, sanno solo di beffa.
Paolo Catena