CALCIO - Con l’ultima giornata del girone di andata si arriva al classico giro di boa di un campionato di Eccellenza che, più che definire gerarchie, continua a confermare una sola, grande verità: l’equilibrio regna sovrano. E il ko inatteso della Fermana a Chiesanuova ne è forse la fotografia più nitida.
Il 3-2 incassato al “Don Guido Bibini” contro la formazione guidata da Gastone Mariotti, ex giocatore canarino di metà anni 80, ha sorpreso per il punteggio e per il contesto, ma non può essere liquidato come un semplice incidente di percorso. Chiesanuova arrivava sì da fanalino di coda, ma anche da due vittorie consecutive e da un evidente cambio di passo dall’avvento di Mariotti in panchina. Non era, dunque, la classica sfida “testa-coda” da affrontare a cuor leggero. Il risultato finale resta una sorpresa, ma al tempo stesso certifica quanto questo campionato sia imprevedibile, dove davvero chiunque può battere chiunque.
Nonostante lo scivolone, la Fermana può comunque sorridere: il primato resta intatto a quota 24 punti. Le inseguitrici immediate, K-Sport Montecchio e Trodica, non ne hanno approfittato, fermate entrambe sul pareggio rispettivamente da Urbania e Fabriano Cerreto. Ancora più significativo il passo falso della Sangiustese, sconfitta a Matelica. Il distacco in vetta si è così ridotto di appena un punto, ma la sensazione è quella di una classifica cortissima: tra la Fermana e l’Urbania ci sono solo tre lunghezze, dentro le quali trovano spazio addirittura sette squadre. Un affollamento che rende il campionato privo di una fisionomia chiara, tanto in testa quanto in coda, senza vere “squadre materasso”.
La sconfitta di Chiesanuova, però, ha acceso nuovamente i riflettori su un tema che nelle ultime settimane sta diventando ricorrente: la tenuta difensiva. Le assenze pesanti di Ruano, infortunato, e di Kieling, squalificato, hanno costretto mister Gentilini a soluzioni di emergenza e ad adattamenti forzati nel cuore della retroguardia. Il risultato è stato un reparto apparso fragile, protagonista di defaillance clamorose, che spiegano in larga parte l’esito della gara. Non un episodio isolato, ma un campanello d’allarme che la società sembra aver colto.
In quest’ottica va letto il tesseramento del classe 2007 Pietro Siculi, esterno difensivo sinistro cresciuto nel Cannara, passato per Pontevalleceppi e reduce dall’esperienza al Foligno. Un innesto che rafforza il parco under e offre un’alternativa sulle corsie laterali. Non è probabilmente il rinforzo che molti si aspettavano, soprattutto considerando la carenza nel ruolo di centrale difensivo, ma rappresenta comunque una mossa coerente in un contesto di continue valutazioni da parte del club.
Il prossimo ostacolo si chiama Urbania, squadra a 21 punti, a sole tre lunghezze dalla vetta, in compagnia di Sangiustese, Montefano e Osimana. I numeri raccontano una formazione dai due volti: fortissima tra le mura amiche, dove ha raccolto 17 dei suoi 21 punti, molto più vulnerabile in trasferta, con cinque sconfitte su sette gare esterne. I marcatori principali sono Riccardo Fagotti, a quota quattro reti, e Cristian Triana, fermo a tre.
La rosa a disposizione di mister Ceccarini è di assoluto livello per la categoria. Nomi ed esperienze parlano chiaro: dal laterale difensivo Kalombo (classe 1995, con trascorsi tra Serie D e piazze importanti come Fano, Gubbio e Rimini), fino a profili di grande affidabilità come Gianmarco Conti, centrocampista classe ’92 con un curriculum che comprende presenze in Serie C e nel campionato maltese. Lo stesso Fagotti vanta 45 gettoni in Serie D. Segnali evidenti di una società che ha deciso di alzare l’asticella. Ceccarini, autentica istituzione a Urbania (e in passato anche a Urbino), rappresenta un valore aggiunto non solo tecnico, ma identitario.
Per la Fermana, dunque, la sfida del “Bruno Recchioni” diventa un banco di prova significativo. Gentilini e Filippi lo ripetono da settimane: servono cattiveria e attenzione, quelle mancate a Chiesanuova. Non tanto per inseguire il titolo simbolico di “campione d’inverno”, che lascia il tempo che trova, quanto per ribadire una leadership in un campionato che non concede distrazioni.
Al Recchioni è atteso anche un buon afflusso di pubblico, in linea con quanto già visto contro il Montefano, quando la tribuna ovest si è presentata più gremita rispetto alle prime uscite stagionali. Probabilmente il tifo organizzato resterà ancora ai margini, ma i sostenitori più moderati non faranno mancare il proprio appoggio.
Il verdetto, dunque, non si esaurisce nei novanta minuti del Recchioni. Scopriremo chi sarà il campione d’inverno di questo straordinario e imprevedibile campionato di Eccellenza 2025-2026, un titolo suggestivo ma dal valore puramente simbolico. Perché, come la storia insegna, non è tanto importante essere davanti a metà percorso, quanto trovarsi in vetta il 26 aprile 2026, quando si disputerà l’ultima giornata di campionato e verranno davvero tirate le somme.
Paolo Catena




