Un anno di pandemia vissuto dagli ipovedenti. La presidente UICI provinciale: “Curiamo anche la solitudine”

MARCHE - 12 mesi: è il tempo trascorso dal passaggio tra il mondo così come lo conoscevamo all’attuale, fatto di distanziamento sociale, mascherine, igienizzante. Un grande cambiamento che ha rivoluzionato il modo di vivere di tutti. Gli ipovedenti sono tra le categorie più penalizzate nelle interazioni quotidiani, soprattutto per ciò che riguarda il tatto.

“Qui ad Ascoli Piceno gestiamo il centro polifunzionale “Officina dei Sensi”. 1400 metri quadrati, in cui ci occupiamo di tutto ciò che è sensoriale. Durante il lockdown gli operatori si collegavano con gli associati attraverso le piattaforme online. Si facevano dei corsi d’arte, anche di attività manuali sì, ma sempre a distanza. Per chi non vede il tatto è la prima cosa. Abbiamo cercato di adeguarci”, racconta Gigliola Chiappini, presidente della sezione dell’Unione Italiana Ciechi di Ascoli Piceno e Fermo.

Chi sono coloro che hanno risentito maggiormente delle restrizioni, anche attuali?

“Gli anziani, sicuramente. Abbiamo una percentuale molto alta che frequentava in presenza il centro, facevamo parecchi corsi: cucina, uncinetto, lavorazione con l’argilla. A Fermo, era attivo un corso di teatro. Sa, noi curiamo anche la solitudine. Nel Consiglio ci dividiamo i compiti e li chiamiamo per sapere come stanno, ci sono quelli che vivono soli. In epoca pre-covid organizzavamo uscite, eventi. Andavamo a prenderli e li riportavamo a casa, era possibile un tipo di attenzione diversa. Ora vengono al centro più che altro per la riabilitazione ortottica, per dei documenti e allora sì, in quel caso, c’è l’occasione anche per fare due chiacchiere”.

Avete organizzato un ciclo di webinar, per coinvolgere i soci attraverso la piattaforma Zoom. Di cosa si tratta?

“L'appuntamento è una volta a settimana, il venerdì. Sono incontri online, alla portata di tutti. Sono raccolti sotto il nome di “Non è mai troppo tardi” e fanno parte del progetto regionale “Occhio alla rete”. Gli anziani partecipano anche grazie ai figli, che li aiutano a collegarsi. Abbiamo parlato di filosofia, della conforteria o ancora di Paolo e Francesca per esempio. In questo evento a cura di Stefano Papetti, direttore della Pinacoteca civica di Ascoli Piceno, hanno fatto molte domande: è come essere davvero lì, per la sua capacità di spiegare. In questo momento, il tatto viene sostituito dall'udito”.

Per ciò che riguarda i bambini invece?

“Abbiamo un gruppo di lavoro che opera proprio con i più piccoli. Attualmente i bimbi possono venire in sede accompagnati dalle famiglie, seguiamo tutti protocolli sanitari chiaramente e viene eseguito il tampone. Nel nostro centro arrivano bambini anche dal “Policlinico Universitario Gemelli” di Roma che hanno bisogno di fare delle attività. Per i bambini è stato pesante soprattutto il lockdown, specialmente se pluriminorati. Inoltre le famiglie sono state messe a dura prova, soprattutto se monoparentali”.

In occasione della Pasqua, come presidio territoriale state vendendo delle uova solidali. Come è possibile acquistarle?

“Come ogni anno, vendiamo uova solidali da 400 grammi a 10 euro l’una. Il ricavato andrà a finanziare i progetti della sezione di Ascoli Piceno e Fermo. In passato è stato più semplice venderle perché facevamo incontri nelle scuole, un gran galà. Attualmente, abbiamo cercato sostegno sostegno soprattutto dai soci e promuoviamo la raccolta fondi attraverso i nostri sito e pagina Facebook. Chi volesse acquistare una delle uova può farlo scrivendoci a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure chiamandoci allo 0736.250133”.

Silvia Ilari

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