"The first drop": grande accoglienza in Gambia per il libro di Darboe e Moglianesi

FERMANO - «Presentare il nostro libro in Gambia è stata un'esperienza unica e, credo, irripetibile. "The first drop" è la chiave che ci ha aperto le porte del più piccolo Paese del continente africano: Musa Darboe e Francesco Moglianesi, gli autori, hanno compiuto un piccolo miracolo. Ci hanno fatto conoscere una terra lontana non solo attraverso le parole del libro, ma portandoci direttamente lì, dove tutto è iniziato». Carlo Pagliacci, responsabile della casa editrice Zefiro, da subito ha creduto nel progetto editoriale. «Dal testo originario, Francesco Moglianesi ha saputo trarre una storia ricca di sentimenti e di spunti di riflessione dialogando con Musa fino a costruire una solida amicizia che va ben oltre il libro».

"The first drop" è la versione in inglese di "La prima goccia", un romanzo che narra una storia di migrazione di un ragazzo del Gambia accolto in Italia, a Fermo, presso la Fattoria Sociale Montepacini, e il suo percorso di inclusione nella società.

Diversi gli appuntamenti organizzati in Gambia nella scorsa settimana: presentazioni, interviste TV e radio.

«È emozionante poter tornare nel mio villaggio e raccontare che ce l'ho fatta» racconta Darboe. «È straordinario avere un libro tra le mani che testimonia tutto ciò, ossia che si può essere migranti per necessità e che, con un po’ di fortuna e tanta determinazione e umiltà, si può riuscire a migliorare la propria condizione».

La TV di Stato ha dedicato ampio spazio ai due autori con interviste televisive e radio, i quotidiani altrettanto così come Eye Africa TV. Si è trattato di una vera e propria missione culturale che ha portato ad unire due Paesi apparentemente molto lontani grazie ad un libro.

«Ho conosciuto il Gambia esplorando i ricordi di Musa. È stato toccante vedere le pagine del nostro romanzo prendere vita giorno dopo giorno, mentre venivano meno le barriere che separano letteratura e realtà. Nell'armonia di un cerchio che si chiude ho vissuto l'emozione di una vita», afferma Moglianesi. «Sono grato al popolo gambiano per la calorosa accoglienza, orgoglioso di ciò che Musa ed io abbiamo realizzato insieme e felice di aver vissuto questa esperienza. Il nostro viaggio parla di umanità più che di geografia e per questo, in qualche modo, è rivoluzionario».

Della "missione" hanno fatto parte anche Marco Marchetti ed Elisabetta Baldassarri, in rappresentanza proprio della fattoria sociale, amici di Musa dai tempi del suo arrivo in Italia.

«Montepacini è lo strumento attraverso cui si riescono ad operare piccoli miracoli, come quello che è accaduto a Musa. Siamo fieri di aver potuto toccare con mano la riconoscenza dell'intera comunità cui egli appartiene. Il pensiero corre però verso i tanti che, invece, non ce l'hanno fatta, e verso la possibilità di costruire nel proprio Paese d'origine le opportunità per un futuro di speranza e dignità».

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