"Ora d'aria" per i detenuti del carcere di Fermo. Angelo Ferracuti ha presentato l'opera di Luigi Di Ruscio

Cuccaroni a destra, Ferracuti al centro, Nobili a sinistra

FERMO - Era da marzo che i detenuti del carcere di Fermo non assistevano a iniziative culturali all’interno del loro istituto, a causa del confinamento (lock down). Sono tornati in contatto con il mondo esterno martedì scorso, 15 settembre, grazie al progetto “Ora d’aria”, organizzato dall’associazione Nie Wiem in collaborazione con il Garante dei Diritti della Persona e con il sostegno del Comune di Ancona. Per l’occasione Angelo Ferracuti, uno dei maggiori narratori italiani viventi, è andato a trovarli per presentare l’opera poetica di Luigi Di Ruscio, grande “irregolare” del Novecento.

Introdotto dal presidente di Nie Wiem, prof. Valerio Cuccaroni, e accompagnato dal Garante, avv. Andrea Nobili, Ferracuti ha alternato la lettura di poesie al racconto della vita di Di Ruscio, scoperto da giovanissimo, come poeta, da Salvatore Quasimodo, ma costretto comunque a emigrare a Oslo, in Norvegia, per questioni lavorative, a causa della sua umile condizione sociale. Ultimo sempre attento alla condizione degli ultimi, Di Ruscio ha vissuto una doppia esistenza: di giorno operaio in una fabbrica di chiodi, a Oslo, con moglie e quattro figli a carico, di notte poeta e narratore.

L’esperienza di vita di Di Ruscio ha catturato l’attenzione dei detenuti che hanno partecipato all’incontro, identificandosi con quel poeta che, nel libro del 1953, all’origine della sua fama, intitolato "Non possiamo abituarci a morire", inizia una delle sue più celebri poesie con il verso lapidario «Sono senza lavoro da anni», fotografando così una condizione comune a molti cittadini che finiscono dietro le sbarre, proprio per reati compiuti anche a causa della mancanza di lavoro. Se oggi Di Ruscio è ancora letto e amato, in particolare dai giovani poeti, è proprio grazie all’opera di scavo e valorizzazione compiuta da Ferracuti, che insieme al critico Andrea Cortellessa ha raccolto per Feltrinelli i romanzi di Di Ruscio e ha scritto la sceneggiatura del film documentario La neve nera di Oslo, fra le altre iniziative.

Al termine dell’incontro i detenuti hanno chiesto a Ferracuti di tornare per presentare il suo ultimo romanzo, La metà del cielo, e per ascoltare le loro storie di carcerati. L’idea è stata accolta con favore dal Garante, dal presidente di Nie Wiem e dalla direttrice del carcere, dott.ssa Daniela Valentini, che fornirà ai detenuti alcune copie del romanzo per prepararsi all’incontro.

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