"La mafia non esiste", successo per l'iniziativa promossa dal Comune di Sant'Elpidio a Mare in collaborazione con il Tavolo per la Legalità

SANT’ELPIDIO A MARE – Quando musica, immagini e parole si fanno veicolo di emozioni forti non si può restare indifferenti. È quanto accaduto ieri pomeriggio al Teatro Cicconi in occasione di “La mafia non esiste”, iniziativa organizzata dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con Il tavolo della legalità di Fermo.
L’associazione Fuoritempo e il gruppo musicale Nineteen Fourth hanno proposto una serata di impegno-musica-teatro. Attraverso interventi musicali e scene teatrali, lo spettacolo ha permesso al pubblico di seguire la storia della mafia in Italia dalle sue origini fino ai tempi più moderni.
Scopo dell’iniziativa è stato quello di far comprendere che la lotta alla mafia non passa solamente attraverso la lotta alla criminalità ma che, trattandosi principalmente di un intreccio economico-politico, perché la si possa vincere è necessario creare una cultura antimafia soprattutto tra i cittadini.
All’introduzione di Ombretta Morganti (Tavolo della Legalità) che, in apertura di serata, ha invitato il pubblico ad un minuto di silenzio in memoria delle vittime della guerra in Ucraina è seguito l’intervento del vice sindaco Mirco Romanelli che ha portato i saluti del Sindaco e di tutta l’amministrazione comunale sottolineando, in particolare, quanto sia importante combattere l’omertà anche nei comportamenti quotidiani perché ognuno, con il proprio modo di fare – in contesti più o meno importanti – è artefice degli eventi che poi, in determinate situazioni, possono degenerare.
Nel corso della serata, nel raccontare gli avvenimenti che hanno caratterizzato la nascita e la crescita del fenomeno mafioso in Italia, non sono mancati riferimenti alla situazione locale.
Secondo i dati diffusi dall’ultima relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia, il territorio marchigiano è caratterizzato da una significativa presenza imprenditoriale in vari settori, quali quello agroalimentare, manifatturiero e turistico. Un sistema produttivo per lo più basato su imprese di piccole e medie dimensioni, potenzialmente attrattivo per la criminalità organizzata. Quello di matrice mafiosa potrebbe infatti ulteriormente profittare delle attuali difficoltà congiunturali ai fini di riciclaggio dei capitali illeciti, ricorrendo anche alla pratica dell’usura nei confronti sia dei singoli cittadini che dell’imprenditoria. Altro elemento di possibile interesse per l’infiltrazione mafiosa nel tessuto imprenditoriale marchigiano è rappresentato dai finanziamenti pubblici per la ricostruzione “post sisma”. Come già accaduto in altre regioni le consorterie potrebbero infatti tentare di infiltrarsi nell’aggiudicazione degli appalti e subappalti pubblici e privati a svantaggio delle imprese “sane” per trarre profitti da impiegare ulteriormente in altri canali dell’economia legale. Sebbene la regione Marche non faccia registrare al momento forme di stabile radicamento delle “mafie tradizionali” negli ultimi anni si è comunque evidenziata la presenza e talvolta l’operatività di affiliati alla criminalità calabrese. Nello specifico, a San Benedetto del Tronto sarebbero stati individuati soggetti riconducibili alla ‘ndrangheta del catanzarese, in provincia di Macerata e a Fermo sarebbero emerse proiezioni riferibili alle cosche del crotonese, mentre in provincia di Pesaro Urbino è stata invece accertata l’operatività di soggetti riconducibili alle cosche dell’area reggina. Per l’anconetano così come per il Veneto e la Liguria si rammenta che l’operazione “Terry” ha rivelato come alcuni soggetti legati alla ‘ndrina Grande Aracri fossero dediti a pratiche usuraie ed estorsive spesso aggravate dal metodo mafioso. Inoltre, gli esiti di un’indagine del febbraio 2020 hanno dimostrato come, avvalendosi della collaborazione di professionisti marchigiani, la ‘ndrina Alvaro riuscisse a riciclare cospicue somme di denaro attraverso “triangolazioni finanziarie” tra l’Italia e la Svizzera e la commissione di plurimi reati tributari.
Una serata importante per contribuire a prendere consapevolezza di quanto la mafia sia l’incapacità della società di reagire, l’indifferenza di chi lascia che le cose accadano. Ognuno è chiamato a riflettere sul ruolo che può avere in questo contesto, quando fa finta di non vedere, quando non ci si interroga sugli effetti di determinati comportamenti. Ognuno può fare la propria perché la mafia non si combatte con il sacrificio di singoli eroi ma con l’impegno civile di tutti, partendo dal quotidiano.
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