Sant'Elpidio a Mare, gli alunni della "Mazzoni" portano in scena le fiabe di Abdulghani Makki

SANT'ELPIDIO A MARE - “Un uomo extra, questo era Abdulhghani Makki. E credo che, da lassù, ci abbia guardato e si sia divertito un mondo nel vedere le sue storie prendere vita grazie alla fantasia e alla creatività di tanti bambini”. A parlare è Carlo Pagliacci, amico e editore di Makki, medico siriano scomparso nel 2020, grande appassionato di fiabe.

“Nei suoi racconti Ghanì mette sempre un pizzico di magia, ed è ciò che rende le sue storie sempre affascinanti, anche quelle più serie e mature come Miriam e la regina della savana”. Proprio questo lavoro, edito da Zefiro nel luglio dello scorso anno, insieme a “La Gazza ladra”, uscito ormai qualche anno fa, è stato portato sulla scena dagli alunni delle classi 5° A e 5° C della scuola primaria “Mazzoni” di Sant’Elpidio a Mare. A guidarli le insegnanti Simona Giardini e Sonia Olivieri, coadiuvate da Anna Segatori e Federica Bonfigli.

“Dopo una serie di incontri introduttivi sul significato delle fiabe di Makki, cui hanno partecipato l’editore Pagliacci, l’illustratore Corrado Virgili e Leila Makki, abbiamo affrontato la teatralizzazione dei testi grazie al supporto prezioso della Scuola di teatro “Progetto CreAzione” nelle persone di Alessandro Maranesi, Paolo Malaspina e Riccardo Renzi, e della danzatrice Myriam Marcelli” racconta Simona Giardini. “Ci sembrava doveroso rendere omaggio a una persona che è stata esempio, con il suo vivere, di come la cultura possa creare ponti tra generazioni e tra popoli diversi. L’entusiasmo dei bambini nel leggere le sue storie, raccontarle, interpretarle è stato un dono fantastico che ci porteremo nel cuore”.

La rappresentazione teatrale si è tenuta lo scorso martedì alle ore 18.30 presso il giardino della Scuola Primaria “Famiglia Della Valle” a Casette d’Ete. Presenti la dirigente Teresa Santagata, numerosi genitori e familiari degli alunni, nonché Leila e Nadia Makki, rispettivamente figlia e moglie del medico siriano che, alla fine del racconto “Miriam e la regina della savana”, definisce il protagonista “un uomo extra”, e non un extracomunitario perché africano, restituendo alla parola extra il suo significato originario: “straordinario”. Esattamente quello che era Makki.

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