Tamponi agli operatori sanitari, meglio tardi che mai! Le riflessioni di Giuseppe Donati della CISL

FERMANO - "Meglio tardi che mai !" - esordisce così Giuseppe Donati, segretario regionale della Cisl Funzione Pubblica, area sindacale di Fermo -. Finalmente, dopo settimane di inviti e sollecitazioni in tal senso, restati colpevolmente inascoltati, la Direzione di Area Vasta 4 e la famosa Unità di Crisi, che certo non è stata sempre "illuminata", hanno dato il via ad una campagna di tamponamento a tutto il personale sanitario del Murri. Chiaro, - prosegue Donati - che per la CISL FP è un primo passo ma non basta. Il tampone andrà fatto a tutti i dipendenti. Il numero eccessivo ben oltre il trend regionale, di Operatori Sanitari dell'AV4 risultati contagiati da COVID-19, sono l'evidenza indiscutibile che molte scelte fatte sono state sbagliate. Ci hanno rimesso quasi 100 operatori ufficialmente contagiati ( di cui purtroppo un infermiere ancora intubato in Rianimazione a San Benedetto del Tronto) ma quanti sono positivi e non lo sanno? E' passato un mese dall'esplosione della crisi e possiamo iniziare a fare delle considerazioni che dovranno poi essere sviluppate ed approfondite ad emergenza terminata. Iniziamo a dire chiaramente che le decine di corsi e corsetti di formazione obbligatoria per il personale della sanità sulla gestione delle maxiemergenze e della prevenzione del rischio clinico, sono apparsi se non inutili, quasi, visti i risultati. A tal proposito, come in ogni guerra che si rispetti, anche in quella che stiamo combattendo nel nostro territorio, ci sono stati dei "fuggitivi". Non tantissimi ma ci sono stati. Sono quelli che invece di rimanere in prima linea, hanno preferito eclissarsi se non sparire proprio. Dove sono finiti? I silenzi di costoro sono assordanti. Continuiamo con i dispositivi di prevenzione individuale (DPI), assenti o quasi.

Non vi è dubbio che la responsabilità principale dei tantissimi contagi riscontrati tra gli operatori sanitari del fermano, è da riferirsi all'assenza o quasi, soprattutto nelle prime settimane, di mascherine e tute di protezione. Non dovrà essere dimenticato, quando si farà la storia della tragedia attuale, che nei primi giorni dell'emergenza, medici, infermieri, OSS, Tecnici Sanitari, che volevano indossare almeno delle semplici mascherine chirurgiche (quando erano disponibili...) ,sono stati oggetto di vergognose reprimende da parte di Direttori, Dirigenti, Coordinatori, ammaestrati dalla Direzione perchè accusati addirittura di SPRECARE PRESIDI o peggio di INFONDERE INUTILI ALLARMISMI AD UTENTI E PAZIENTI.

In quei giorni, che sono poi risultati determinanti per ciò che vediamo oggi, vennero razionati anche i disinfettanti. La motivazione addotta, del tutto infamante, oltre all'esiguità delle forniture, fu il sospetto che il personale sottraesse presidi e saponi. Riteniamo che questo approccio sia stato drammaticamente sbagliato e molti operatori hanno pagato o stanno pagando caro tutto questo, con la propria salute. Non a caso, come CISL FP dell'Area Sindacale di Fermo, abbiamo consegnato ai nostri Operatori iscritti, un modello fac simile per inoltrare formale diffida/esposto/denuncia individuale alla Procura e all'Ispettorato del Lavoro nei confronti del Datore di Lavoro. Questo nell'ottica di una possibile futura richiesta di risarcimento del danno.

Il problema del contagio di infermieri ed OSS non riguarda solo la sanità pubblica. Gli errori compiuti nel fare filtro dei pazienti, soprattutto di quelli già ricoverati e poi trasferiti, hanno avuto esiti negativi sulle strutture private. Il caso di Villa Verde, che si è ritrovata con due malati trasferiti dalla ex Geriatria INRCA, risultati positivi, è la controprova di percorsi non appropriati. Alcuni operatori di Villa Verde sono risultati positivi a seguito di ciò ed altri sono in attesa di essere testati. Anche nelle cliniche private convenzionate e non, la carenza di presidi per il personale è censurabile e potrà essere motivo di rivalsa.

Ultima riflessione andrebbe fatta sul perchè ancora una volta, il Fermano è stato trattato diversamente dalle altre province delle Marche - conclude Donati -. Ogni territorio provinciale, ha avuto la garanzia di un Ospedale NO COVID. Questo perchè le altre malattie e patologie, non sono andate in vacanza nel frattempo. Fermo ed il fermano no. Ultimo reparto in ordine di tempo, ad essere chiuso è stata UTIC, servizio determinante per la cura delle sindromi coronariche acute. Il Murri, per come la pensa la CISL FP, doveva rimanere NO COVID essendo l'unico ospedale ancora attivo nell'Area Vasta n.4. Al netto della presenza di Malattie Infettive, centro di riferimento regionale, andava attrezzato uno dei tanti Presidi periferici scelleratamente chiusi negli anni a causa di tagli lineari alla Sanità, per il ricovero di pazienti COVID. Parliamo ora di Palasport da attrezzare con centinaia di posti di Rianimazione, ci chiediamo perchè non sia stato possibile ripristinare un ex Ospedale del Fermano per assistere i malati di coronavirus? Il Murri andava assolutamente preservato per rispetto di 170.000 cittadini che hanno il diritto di avere un punto sanitario di riferimento con ogni specialità intensiva e chirurgica, pulita e No Covid. Come è evidente, avremo molto su cui discutere nel dopoguerra COVID ma di certo, la CISL FP non farà sconti a nessuno dei protagonisti sia a livello regionale che territoriale. E' lapalissiano che quanto denunciavamo da anni come Sindacato, rispetto alle carenze e ai tagli indiscriminati alla sanità fermana, sulla mancanza di personale, sui limiti strutturali e di posti letto, si è rivelato purtroppo tutto vero. Una cosa e d’obbligo: mostrare gratitudine e rispetto, per le donne e gli uomini del Sanità, che stanno lottando senza risparmio di energie, competenze e professionalità, mostrando coraggio pur avendo paura come tutti".

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