Oncologia, un reparto nevralgico per la sanità fermana. Il primario Bisonni: “Stiamo lavorando bene, vengono da noi a curarsi anche da fuori”

FERMANO - Il direttore generale dell’Ast Fermo, Dr. Roberto Grinta, introduce la conferenza stampa di presentazione dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia diretta dal Dr. Renato Bisonni. “L’Oncologia negli ultimi anni ha registrato un cambiamento di rotta sotto l’aspetto terapeutico, riguardo l’approccio di tipo psico sociale con i pazienti ma soprattutto è diventato strategico il team multidisciplinare nell’approccio alla malattia neoplastica. Qui c’è un percorso virtuoso: se analizziamo gli interventi collegati alla patologia neoplastica e l’attesa dei ricoveri programmati con priorità, siamo al 94%. Questo è motivo di orgoglio perché dimostra che non c’è solo una persona al comando, e il dirigente Bisonni è un grande professionista, ma che c’è tutto il team che gli ruota intorno e che funziona, per un lavoro di équipe straordinario. Inoltre abbiamo una buona diagnostica strumentale e ciò permette un aumento di qualità nelle prestazioni”.

Il nostro è un reparto efficiente - dichiara il dott. Bisonni -, lo scorso anno abbiamo registrato 13400 giornate di degenza ed abbiamo preso in carico circa 1000 nuovi pazienti. Questo sta a significare che siamo attrattivi sia rispetto al nostro territorio rispetto ai territori vicini, Ascoli e Macerata su tutti. Siamo ai vertici delle oncologie marchigiane e ci avvaliamo di collaborazioni con altri reparti, team multidisciplinari gastroenterico, mammella, testa collo, tumori rari. Come detto dal direttore Grinta, i pazienti sanno che non c’è solo Bisonni ma possono affidarsi a tante professionalità che lavorano insieme. La collaborazione con gli altri reparti è fondamentale e ciò permette di aumentare del 10% le possibilità di guarigione dalla malattia. A questo aggiungo una particolarità: qui a Fermo siamo l’unico ospedale nel sud delle Marche con un ambulatorio di genetica oncologica. La genetica è fondamentale per dare il miglior farmaco al paziente e le risposte da noi arrivano in tempi molto brevi. Inoltre curiamo l’aspetto umano: siamo la prima oncologia delle Marche ad avere in organico una psicoloncologa, la dott.ssa Esperide. Ci affianca l’Anpof (Associazione Noi per l’Oncologia Fermana), sempre presente per ogni esigenza nostra e dei pazienti. Altra cosa importante: pochi mesi fa abbiamo ricevuto in donazione dalla Fondazione Carifermo, su interessamento del Dr. Grinta, un apparecchio per la prevenzione dell’alopecia causata da infusione di farmaci chemioterapici di cui abbiamo sperimentato l’efficacia, perché ricordiamoci che la malattia si combatte con sì con i farmaci ma anche garantendo al paziente una buona qualità di vita. Voglio inoltre ricordare che il nostro reparto gestisce l’Hospice di Montegranaro. E’ molto importante perché ciò garantisce la presa in carico totale del paziente, anche quando purtroppo le cose non vanno nel verso sperato: noi li seguiamo comunque fino alla fine con continuità terapeutica e di visione del paziente”.

Come è cambiata nel tempo l’Oncologia? “L’Oncologia di oggi non è quella che conoscevamo vent’anni fa: prima c’erano malattie non curabili, ad esempio il melanoma avanzato era una sentenza, oggi si guarisce grazie all’immunoterapia. Un oncologo di oggi non capirebbe le difficoltà di 15 anni fa, usiamo terapie targhetizzate, immunoterapie. Grazie a terapie mirate e all’oncogenetica, novità importanti, abbiamo aumentato di molto la possibilità di guarigione e per il futuro ci saranno i vaccini, una nuova frontiera per combattere il male con ancor maggiore efficacia. Il messaggio però dev’essere chiaro: noi possiamo curare meglio di prima ma… è preferibile non ammalarsi! Fondamentale è la prevenzione che si fa con uno stile di vita ed alimentare corretto”.

Come si svolge l’attività ambulatoriale nel reparto da lei guidato? “Il nostro è un ambulatorio personalizzato: ho dato un giorno fisso ai medici (ne sono sei in organico più il sottoscritto) per fare ambulatorio, c’è dunque continuità assistenziale con un medico che ti conosce. In sostanza il paziente viene preso in carico, conosce il medico e lo stesso medico sa tutto di lui. A volte li seguiamo per anni e capita che ci invitino anche a matrimoni e altri eventi importanti della loro vita, questo per far capire l’importanza della relazione non solo professionale ma umana che si instaura.

Per quanto riguarda il personale disponibile, ad agosto arriverà un medico strutturato, in più disponiamo in organico di uno specializzando che sta completando il proprio iter da noi, speriamo venga contratttualizzato. Oncologia, così come strutturata e con tutto il carico di lavoro, necessita di otto medici con me, sono convinto che il dott. Grinta si adopererà perché ha già fatto tanto per noi”.

Per la parte infermieristica interviene il Dott. Renato Rocchi: “Il nostro lavoro è importante: 12 infermieri sono a disposizione del dott. Bisonni più un’infermiera coordinatrice. L’attività non è solo infusione di farmaci ma presa in carico che va oltre. Allacciamo rapporti duraturi nel tempo, siamo orgogliosi del nostro lavoro. Inoltre in reparto lavorano due operatori socio sanitari che svolgono con perizia attività complementari importanti. L’organico è congruo alle attività e alle necessità del gruppo di lavoro oncologico”.

Il Dott. Bisonni accennava all’importante ruolo dell’Anpof. “Si – dichiara la vice presidente dell’associazione Alida Capecci – siamo a disposizione del reparto da nove anni e garantiamo la presenza quotidiana di due volontarie formate. Assistiamo psicologicamente i pazienti, gli offriamo una merenda, un caffè, allacciamo rapporti di amicizia e di fiducia reciproca. Il mercoledì ci sono le estetiste perché è fondamentale per chi sta ricevendo le cure non perdere la propria identità fisica e sociale. Il lato umano è fondamentale per combattere la malattia oncologica e fa parte del percorso di guarigione. Inoltre riceviamo diverse donazioni che utilizziamo per migliorare il reparto, d’accordo con il primario e con la direzione sanitaria”.

Conclude il direttore Grinta: “Da queste parole capiamo bene quanto è importante fare rete: rete tra i reparti per la cura ottimale del paziente, rete oncologica marchigiana di supporto al reparto, rete con i volontari che danno il loro contributo. Ricordo in ultimo che a breve arriverà un mammografo dedicato allo screening e che ad ottobre aprirà l’unità operativa di preparazione farmaci oncologici centralizzata”.

Alessandro Sabbatini

Ultima modifica il Giovedì, 11 Luglio 2024 18:50

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