Francavilla d'Ete, la nuova casa di riposo sarà anche polo sanitario

FRANCAVILLA D'ETE - “Siamo quasi in dirittura d'arrivo. Credo che l’inaugurazione avverrà nei primi mesi del nuovo anno. Il nuovo immobile è in classe A++, votato al risparmio energetico e fornito di diverse tecnologie moderne: dall’impianto di ossigeno nelle varie camere alla piscina terapeutica per la riabilitazione, fino alla palestra. Si tratta dell’unica struttura così completa nel circondario, è un valore aggiunto sia per il Fermano sia per il Maceratese, dai cui distiamo solo 5 km».

A parlare con orgoglio dell’ampliamento della casa di riposo di Francavilla d’Ete, sia in termini di servizi offerti che di spazi, è il primo cittadino Nicolino Carolini. Sindaco, come saranno distribuiti i singoli servizi? “Nel garage sotterraneo, oltre che ai parcheggi destinati ai veicoli di visitatori e pazienti autosufficienti, ci sarà un’area pensata per le ambulanze, così da agevolare il trasporto dei malati. Piscina e palestra saranno dislocate nel seminterrato, insieme a 10 posti letto. Al piano terra, saranno disponibili 12 posti destinati all’RSA, così come 15 al primo. All’ultimo piano saranno ubicati quattro appartamenti di circa 50 metri quadrati l’uno, destinati a chi è autosufficiente. Ognuno sarà dotato di una camera da letto, un soggiorno, un bagno. All’esterno si trova il terrazzo, che offrirà agli ospiti una bellissima vista sugli Appennini”.

Di quanti posti letto in più stiamo parlando? “In totale, dopo la ristrutturazione della vecchia ala, successiva all’apertura della nuova, arriveremo a oltre 80 posti, tra gli 84 agli 86, a seconda di quanti ne riusciremo a ricavare. Attualmente sono 42, 32 in residenza protetta e 10 liberi”.

Quanto progettato non sarà destinato solo agli ospiti della casa di riposo. “Esatto. Come già accennato, saranno presenti una piscina e una palestra per la riabilitazione. Anche in vista dell’apertura del nuovo ospedale di Fermo, la sua presenza assume ancora di più valore. Gli ammalati potrebbero essere trasferiti qui fino alla guarigione o per il periodo che concerne la riabilitazione. Al piano terra, ci saranno anche ambulatori destinati a vari specialistici e uno per il medico di famiglia: insomma, tutto l’occorrente per far funzionare un vero polo sanitario. Inoltre, l’idea sarebbe offrire un servizio di fisioterapia non solo per i ricoverati. In questo momento stiamo vedendo se sia possibile effettuare prelievi di sangue una volta a settimana, così come già accade per gli ospiti della casa di riposo, in collaborazione con l’ospedale di Fermo o con privati”.

Tutto questo porterà all’assunzione di nuovo personale? “Sì, specializzato: dagli OSS agli infermieri, per esempio”.

La struttura resta completamente pubblica? “Sì. L’Istituto è gestito dalla Fondazione Didari che già negli anni ‘60 aveva permesso la ristrutturazione del vecchio edificio, non ha scopo di lucro. Il Comune ne è unico proprietario e il sindaco - che è pro tempore - nomina un consiglio di amministrazione che è autonomo, pur avendo la facoltà di controllare i conti. Ogni consiglio resta in carica 5 anni. La contabilità è separata da quella comunale, la fondazione programma da sé le proprie spese e, allo stesso tempo, raccoglie le domande di accesso per la casa di riposo”.

Da dove provengono i fondi? “Si è attinto sia a lasciti che le persone hanno fatto nel tempo, dai terreni ai mobili, sia ai fondi BEI, finanziamenti europei con tasso agevolato destinati al sociale”.

Silvia Ilari

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