Caso Atim, dopo l’inchiesta di Report i consiglieri regionali del Partito Democratico tornano alla carica

MARCHE – “Rispetto ai possibili rilievi di natura giudiziaria, pensiamo in particolare alla vicenda del contratto di sponsorizzazione da 750 mila euro stipulato a suo tempo tra l’Atim e la compagnia aerea Aeroitalia, il quale avrebbe potuto configurare un intervento volto ad alterare il risultato del bando pubblico per l’affidamento dei voli di continuità territoriale, sarà la magistratura a chiarire se sono stati commessi degli illeciti. Per quanto ci riguarda, possiamo solo dire che è arrivato il momento per il presidente Acquaroli di assumersi le sue responsabilità rimettendo immediatamente la delega da assessore al Turismo e chiedendo l’immediata calendarizzazione della proposta di legge presentata ormai mesi fa dal nostro gruppo per abrogare la norma che ha istituito l’Atim. Inoltre, la maggioranza non creda di insabbiare l’esplosivo scandalo del “personale fantasma” negli uffici di Atim. Uffici per cui, vale la pena ricordarlo, la Regione Marche paga un affitto di ben 80 mila euro in tre anni. Sono ormai scaduti i tempi della commissione d’indagine interna nominata dallo stesso Acquaroli e quindi è ora che la giunta regionale porti i risultati alla conoscenza dell’aula”.

Dopo il terremoto politico innescato dall’inchiesta condotta da Report su Atim, il gruppo assembleare del Partito Democratico, che fin dal momento dell’istituzione di Atim aveva duramente criticato l’Agenzia prevedendone le storture che sono ora sotto gli occhi di tutti, torna a chiedere al presidente Acquaroli un sussulto di dignità e onestà intellettuale.

“L’arroganza mostrata da Acquaroli davanti alle telecamere di Report – affermano in una nota i consiglieri regionali del Partito Democratico – è figlia del grave imbarazzo di un presidente che ha fortemente voluto la creazione di un ente incoerente con i principi di efficacia, efficienza ed economicità, che sono alla base del buon governo della cosa pubblica, trasferendo ad Atim compiti e funzioni che fino a quel momento erano sempre state in capo alla Regione Marche. Come può dire ora di non conoscere e di non voler neppure sapere come è stata gestita? Specialmente dopo che l’intera operazione ha favorito una mostruosa moltiplicazione dei costi, come peraltro più volte rilevato dalla Corte dei Conti, senza che a essi siano corrisposti effettivi benefici. La verità è che Acquaroli e la sua giunta, oltre che i consiglieri regionali di centrodestra che con il loro hanno permesso la nascita di Atim, hanno scientemente voluto dare all’agenzia una veste giuridica che le consentisse di far circolare milioni di euro di denaro pubblico senza alcun controllo, in barba al rispetto dei più elementari principi della trasparenza. Un’opacità e una mala gestione che oltre a inefficienze e disservizi, hanno prodotto sprechi su sprechi”.

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