Di Sergio Soldani Giacomo abitava in Borgo Andrea Costa, in una casa a tre piani ricostruita alla fine degli anni Settanta del XX secolo lungo la Statale Adriatica. Non lo divertiva più di tanto il fatto che la sua famiglia di fornai avesse il cognome della via dove abitassero da quasi cinquanta anni, quel nome di storico anarchico.
Lui ora lavorava in banca nella confinante Porto Sant’Elpidio, dirigeva l’ufficio fidi della banca del Fucino, ci arrivava con la sua Panda 4x4 bianca, ultimo tipo. Credeva in Dio ma era stato sempre tentato di iscriversi ai Testimoni di Geova che credono anch’essi in Dio ma sono contrari alle trasfusioni di sangue e di conseguenza, in caso di necessità, non autorizzano i medici a procedere.
Però lui diceva che i Testimoni di Geova erano meno ipocriti dei preti delle ancora numerose parrocchie della Chiesa Cattolica. Ragione per la quale si confessava non più di due volte l’anno facendo la Comunione ma quante volte volesse e dove a lui più aggradasse e malvolentieri; per esempio la domenica che, doveva sempre secondo lui essere dedicata al passeggio e al cibo del pranzo, per forza molto abbondante e gustosissimo!
Giacomo Costa aveva una fidanzata da 20 anni, Donatella Giacometti di Sant’Elpidio a Mare che, proprio la domenica, lui andava a prendere verso le 11 del mattino per invitarla in un agriturismo della Valle del Tenna. Ognuno di questi ritrovi mangerecci era specializzato nella nota ricetta internazionale delle olive fritte all’ascolana che non dovevano proprio mancare. Prima di questi incontri quasi rituali e piuttosto ripetitivi presso ristoranti nei quali ormai erano divenuti di casa (sempre quei soliti dieci) essi si fermavano a prendere l’aperitivo al bar della piazza centrale di Civitanova Marche e si incontravano con la cugina di lei, Serena, e il suo fidanzato toscano Elio Pisani, anch’egli titolare di più fabbriche di calzature del centro Italia. Il giro di famiglie che Donatella frequentava era molto facoltoso, ma rimaneva lei, innamorata, fedele al suo semplice bancario con la passione approssimativa per la storia e la filosofia. Da più di vent’anni stravedeva per lui ed erano arrivati entrambi a quarant’anni. Lui andava dallo psichiatra più noto delle Marche da più di vent’anni appunto per una dermatite psicosomatica che lo costringeva ad applicare bende bianche e cerotti sul viso...
E fu così che, improvvisamente, Giacomo Costa che abitò sempre in Via Andrea Costa a Porto San Giorgio, una domenica d’ottobre del 2007 arrivò alle 8 del mattino a Dublino per rimanerci fino a questo momento e non fare più ritorno in Italia. Dicono poi che Donatella da qualche mese conviva con un signore pakistano di trent’anni più giovane di lei…



