Venerdì 24 agosto concerto finale del Festival organistico nella chiesa di San Giorgio Martire

PORTO SAN GIORGIO - Gran finale tutto operistico venerdì 24 agosto nella chiesa di San Giorgio Martire (ore 21.30) per la chiusura della dodicesima edizione del Festival organistico “Città di Porto San Giorgio” patrocinato dall’Assessorato alla Cultura. Si terrà un concerto interamente dedicato al grande compositore pesarese Gioachino Rossini nel 150esimo anniversario della morte.

Programma scintillante dal titolo “Vibrazioni Rossiniane” eseguito dal duo all’organo a 4 mani composto dai musicisti pesaresi Giuliana Maccaroni e Martino Pòrcile che eseguiranno ouverture di famose opere quali “Semiramide”, “Il barbiere di Siviglia”, “La Gazza ladra” e altri brani che non mancheranno di entusiasmare il pubblico. L’ingresso al pubblico è libero. Giuliana Maccaroni insegna al Conservatorio “Verdi” di Torino ed è organista titolare dello storico organo Mascioni (1906) della chiesa di Cristo Re in Pesaro. Svolge attività concertistica ed è ospite di prestigiosi Festival in Italia e all’estero (Belgio, Germania, Austria, Francia, Repubblica Ceca, Stati Uniti, Russia, Siberia, Svizzera, Inghilterra, Finlandia, Norvegia, Repubblica di Andorra, Polonia) sia come solista sia in ensemble (duo organistico, formazioni orchestrali, corali e da camera). Si è diplomata in Clavicembalo e in Organo e composizione organistica sotto la guida di Marco Arlotti al “Rossini” di Pesaro. Si è laureata in Musicologia (indirizzo in Biblioteconomia musicale) a Cremona e ha conseguito, con il massimo dei voti, il diploma di II livello in discipline musicali (indirizzo esecutivo interpretativo in Organo), presso il Conservatorio di Vicenza con Roberto Antonello. Martino Pòrcile è nato a Trieste nel 1969. Si è diplomato in Organo e composizione al Conservatorio “Tartini” di Trieste con Marcello Girotto. Ha insegnato musica ed educazione musicale in numerose scuole.

Il suo interesse verso la promozione e valorizzazione del patrimonio organario della sua regione lo ha portato a catalogare gli organi della diocesi di Gorizia e a restaurare alcuni organi storici.

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