Una stella cometa chiamata Pasolini

di Andrea Braconi

Ogni chiacchierata con Giorgio Felicetti - telefonica, scritta o, purtroppo più raramente, di persona - sembra riempire un vuoto, un'assenza, la mancanza di una parte importante di ciò che siamo. E di ciò che avremmo potuto essere se la storia, sempre lei, avesse preso una direzione diversa.

Tutto questo accade anche di fronte al suo “Corpus Pasolini. Il corpo di un poeta civile”, che andrà in scena giovedì 18 febbraio alle ore 21 al Teatro dell'Aquila di Fermo.

“Sono molto curioso di capire la reazione del pubblico del teatro dell'Aquila - spiega Felicetti - perchè so che sarà formato da molti giovani studenti. E proprio per questa 'gioventù' che ho concepito una versione speciale di “Corpus Pasolini”.

Su di loro lo stesso attore e regista ha calibrato alcuni passaggi dello spettacolo. “Perchè questa generazione di giovani, a mio avviso capisce molto meglio Pasolini di quanto non succedesse in passato. Perchè questi giovani vivono ora, sono immersi nella realtà che Pier Paolo Pasolini preconizzava più di quarant'anni fa. Allora veniva spesso preso per un provocatore apocalittico, estremista nelle sue pessimistiche previsioni. Ora è vissuto come qualcuno che più di altri aveva capito, ed intuito ciò che sarebbe stato della nostra società e della nostra cultura”.

Ed è per questo che Felicetti dedica la serata a colui che lo ha spinto, “con parole meravigliose, lusinganti ed indimenticabili”, a realizzare quest’opera: “E' a Mario Dondero - rimarca - che andrà il mio pensiero giovedì sera sul palcoscenico fermano. Perchè abbiamo inserito nello spettacolo, elemento in più di magica realtà, proprio delle bellissime foto scattate da Mario”.

Entriamo dentro lo spettacolo: il tuo, come rimarcato anche dal poeta Umberto Piersanti, è un lavoro sul corpo e sulla parola di Pasolini. Quale metodo hai scelto per estrapolare l'essenza di questo intellettuale che ha segnato, profondamente, la storia di questo Paese?

“Pasolini dice che la realtà è sacra. Sono partito da questo primo comandamento. Ho cercato nelle parole del poeta, sempre, l'aggancio alla nostra realtà, sia quando la parola si fa più alta, poetica, sia quando sprofonda negli abissi della cronaca.

Ho lavorato molto su una ricerca a tutto campo, perchè l'intellettuale Pasolini è figura poliedrica: letteratura, cinema, poesia, critica, giornalismo, pittura, fotografia.

Di tutto questo "corpus" ho scelto proprio i momenti più vicini alla nostra realtà, alla nostra quotidianità. Tutto ciò che dico sul palcoscenico, sembra scritto in diretta, oggi. Non c'è nessun segno del tempo in queste parole di Pasolini. Specie negli 'Scritti corsari' e nelle 'Lettere luterane'.

La parola di Pasolini è parola incarnata: tutto quel che ha scritto, fatto, e detto, è stato comunque vissuto dal suo corpo. Pier Paolo Pasolini mette sempre in primo piano, nei suoi film, nei suoi romanzi, nella sua poesia, il corpo:

del poeta martirizzato, del Cristo crocifisso, della madre, dei ragazzi di borgata, del paese. Nello spettacolo, che avrebbe potuto chiamarsi anche 'Anatomia di un poeta', cerco di interpretare pezzi di questi corpi.”

Hai scritto che questo tuo lavoro è "adatto per luoghi non convenzionali e fortemente evocativi", oltre che per i teatri.

“Quel che viene fuori dallo spettacolo è qualcosa di molto forte, di potente: nello spazio scenico, oltre ai testi di Pasolini, ci sono le proiezioni: pezzi del suo cinema, delle sue immagini, c'è la "sua" musica stupenda, eseguita dal vivo da un bravissimo artista fermano, Federico Bracalente.

L'effetto generale è fortemente evocativo. Quasi da tragedia "multimediale". Per questo lo proporrò negli anfiteatri, ed in luoghi non convenzionali. Purchè abbiano questa forza 'storica'.”

Cosa rappresenta per la tua generazione la notte del 2 novembre 1975?

“Allora io ero una bambino, ricordo bene però quel telegiornale in bianco e nero, che annunciava la morte di un poeta chiamato Pasolini. La sua immagine in TV, con quegli occhiali grandi sul volto scavato, giungeva inquietante, disturbante.

Ricordo anche i commenti della gente, tutti abbastanza sarcastici, su "un omosessuale di meno", su uno che se l'era cercata, aleggiava intorno al suo nome un che da associare allo scandalo e al ridicolo. Non dimentichiamoci che allora, i finocchi nei mercati ortofrutticoli, venivano chiamati "i pasolini".

E' stato crescendo che ho cominciato a capire che era stato ammazzato un personaggio enorme, culturalmente insostituibile. Il primo incontro è stata la sua poesia, con "le ceneri di Gramsci". Poi è venuto il suo cinema, 'Accattone', 'Il Vangelo secondo Matteo' soprattutto, 'La ricotta' e tutto il resto. Da allora, ho divorato qualsiasi cosa su Pasolini. Penso a lui, come ad una stella cometa, a cui rivolgermi, ogni qual volta smarrisco o confondo la strada, nel fare il mio mestiere in questo nostro straniante, assurdo paese.”

Quale la traccia più evidente, il segno più tangibile lasciato da Pasolini?

“La traccia indelebile di Pasolini è nella sua visone poetica delle cose, nel "vedere" appunto il sacro in tutte le manifestazioni della realtà, sia che si tratti di un corpo umano, di un campetto di calcio, o di una croce.

Ma soprattutto è lo spietato analizzatore della società italiana, del cambiamento antropologico e del genocidio culturale che si andava tragicamente prefigurando, negli “Scritti Corsari” e nelle “Lettere Luterane” che viene fuori tutta la forza, la preveggenza, l’attualità, il segno tangibile di Pasolini.”

Devi effettuare il login per inviare commenti

Annunci

Vai all'inizio della pagina
Preferenze Cookie
Le tue preferenze relative al consenso
Qui puoi esprimere le tue preferenze di consenso alle tecnologie di tracciamento che adottiamo per offrire le funzionalità e attività sotto descritte. Per ottenere ulteriori informazioni, fai riferimento alla Cookie Policy.Puoi rivedere e modificare le tue scelte in qualsiasi momento.
Analytics
Questi cookie ci permettono di contare le visite e fonti di traffico in modo da poter misurare e migliorare le prestazioni del nostro sito. Ci aiutano a sapere quali sono le pagine più e meno popolari e vedere come i visitatori si muovono intorno al sito. Tutte le informazioni raccolte dai cookie sono aggregate e quindi anonime.
Google Analytics
Accetta
Declina
Accetta tutti
Rifiuta tutti
Salva la corrente selezione