Ri-disegnare l'antico: mostra dell'architetto Giacomo Beverati

FERMO - L’arch. Giacomo Beverati è l’unico, nel territorio fermano, a realizzare, ancora oggi, disegni a matita e a china, d’invenzione e dal vero, di monumenti e centri storici del territorio. La sua metodologia di lavoro si rifà ai canoni originari dell’architettura, ridando vita ad una tradizione, ormai in disuso a causa delle tecnologie informatiche più recenti, improntata alla ricerca artistica e architettonica, con peculiari studi dal vero e d’invenzione che hanno ad oggetto la realizzazione di disegni di architetture, monumenti, borghi e città esistenti, molti dei quali di ambito locale.

Sarà un viaggio ricco di suggestione e carico, già dalle premesse, di quella curiosità che anima il desiderio di conoscenza la mostra dal titolo Ri-disegnare l’antico, con il sostegno del Comune di Fermo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, che l’architetto montegranarese Giacomo Beverati ha allestito nella Sala degli Incontri di Palazzo dei Priori a Fermo. Una summa e, comunque, una selezione del ricco e variegato materiale grafico che l’artigiano della china, come ama definirsi, ha prodotto fino ad ora con la sua passione e con la sua tecnica, nel corso della quale sarà possibile anche ammirare un pregevole disegno a china che riproduce l’assonometria del centro storico della Città di Fermo, realizzato dallo stesso Beverati. Come ha scritto nella nota di presentazione il prof. Stefano Papetti “fra le arti maggiori, l’architettura è quella che a prima vista appare come la più razionale, perché la creatività è sottomessa a principi costruttivi che impongono limiti alla fantasia del progettista; ma le tavole di Beverati dimostrano il contrario”.

46 anni, da sempre studioso eclettico, attualmente l’architetto Beverati è assessore alla cultura al Comune di Montegranaro (città della quale è stato da sempre assiduo frequentatore della Biblioteca Comunale). Sin da bambino nutre una forte passione per il disegno, l’arte, la letteratura, la storia e le scienze e sceglie una formazione trasversale anche in ambito accademico. Dopo la maturità scientifica conseguita a Fermo, si iscrive prima alla facoltà di Astronomia a Padova e successivamente all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV) dove nel 2002 - sostenuto dal Prof. Arch. Bernardo Secchi - si laurea con il massimo dei voti presentando una tesi intitolata “Storia della città di Liszell”, un saggio di storia urbana su una città inventata e disegnata dall'autore stesso. L’anno seguente, mosso da un forte interesse verso la storia e l’architettura ecclesiastica, consegue il Master di secondo livello in “Progettazione e Restauro di Chiese” all'Università La Sapienza di Roma con diritto di pubblicazione della tesi. Come scrive l’architetto Silvia Tardella “le sue opere a china su lucido, i disegni di invenzione e dal vero di città, architetture e macchine, realizzati per passione e su commissione da vari Enti pubblici ed Istituti privati, sono dei rari capolavori di bellezza e maestrìa tecnica, nonché una necessaria testimonianza dell’importanza del disegno manuale come strumento di conoscenza”.

“In questo suo ripercorrere i tratti distintivi degli stili storici, - prosegue il prof. Papetti - Beverati esibisce un virtuosismo grafico degno di un cartografo rinascimentale, ben lontano insomma dall’omologazione imposta dalla computer grafica oggi largamente usata negli studi di architettura”.

La mostra, che viene inaugurata sabato 22 dicembre, alle ore 18.00 con la presentazione del prof. Stefano Papetti, rimarrà aperta dal 22 dicembre al 6 gennaio 2019, con orario: 10.30-13.00/15.00-18-30.

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