Vinitaly: Coldiretti, allarme tagliola UE su piccoli produttori marchigiani di vino

MARCHE - Mentre il Vinitaly celebra il successo sui mercati delle Marche del vino, dall’Ue potrebbe arrivare una tagliola sulle esportazioni, rendendo più difficile la vita alle aziende che in questi anni hanno puntato sull’estero. A denunciarlo è la Coldiretti marchigiana, dopo che l’Unione Europea sta lavorando ad una nuova definizione di piccolo produttore di vino, escludendo quanti esportano, che perderebbero cosi tutti i benefici di semplificazione, con obbligo anche all’utilizzo del documento doganale informatizzato. Un danno che colpisce gran parte del sistema vitivinicolo regionale che dovrebbe affrontare i ritardi provocati dal nuovi carichi burocratici con pesanti costi aggiuntivi per le tantissime imprese di dimensioni ridotte che hanno puntato sui mercati stranieri.

In pratica, chi esporta si ritroverebbe automaticamente a non essere più piccolo produttore perdendo tutti i benefici di semplificazione ad esso connessi e eliminando la possibilità di usare il documento di trasporto cartaceo denominato “MVV”, oggi utilizzato per gli scambi intra-Ue (che in Italia sono il 95 per cento del totale) in alternativa e deroga al sistema doganale dell’E-AD, e obbligando di fatto tutti all’utilizzo del documento accise informatizzato. L’iniziativa Ue arriva proprio mentre in Italia si compie un passo importante verso la semplificazione, con l’approvazione del Testo Unico sul vino che nelle Marche andrà a tagliare ben 710mila ore di lavoro “spese” ogni anno dai nostri produttori per star dietro agli adempimenti burocratici. Il documento, che raccoglie molte delle richieste di Coldiretti, porterà alla revisione del sistema di certificazione e controllo dei vini a denominazione di origine e indicazione geografica con un contenimento dei costi, ma anche semplificazioni sulla normativa accise da lungo tempo attese e norme per garantire trasparenza sulle importazioni dall’estero e a sostegno delle esportazioni del vino Made in Italy.

“E’ paradossale che mentre in Italia si lavora per tagliare il 50 per cento del tempo dedicato alla burocrazia, dal vigneto alla bottiglia, in Europa si stia cercando di complicare la vita a quelle imprese che in questi anni hanno fatto del vino marchigiano un biglietto da visita per l’intera regione – attacca Tommaso Di Sante, presidente di Coldiretti Marche -. Nuovi oneri burocratici che andranno ad aggravare il nostro lavoro, minando alla base i record fatti registrare dal vino italiano all’estero”.

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