Vendita della Monte Urano Energia. Canigola: “La legge ci impone l'alinenazione. Il voto favorevole è arrivato anche dall'opposizione”

MONTE URANO - È fissata al prossimo 15 novembre la scadenza dell'avviso pubblico per la vendita del 51% delle quote possedute dal Comune della “Monte Urano Energia s.r.l”. Si tratta, per l'Amministrazione, di una scelta obbligata. Esiste, infatti, un’apposita legislazione che impone, secondo tempi e modalità ben definite, l'alienazione della partecipata, il cui restante 49% è nelle mani della società Prometeo. Un iter, quello della vendita, che avrebbe dovuto espletarsi nell'arco dell'anno 2021 e che, a causa di una proroga normativa, è stato rinviato ed ha, attualmente, come scadenza definitiva, la data del 31/12/2022.


“Ad oggi, soprattutto alla luce delle dichiarazioni rilasciate alla stampa dal consigliere di Cambiamo Musica, Massimo Mazzaferro, è necessario fare chiarezza sulla natura dell'operazione, ribadendone l'obbligatorietà ma anche ricordando il doppio voto favorevole alla vendita dato dall'opposizione in due distinte sedute del Consiglio Comunale”, - sono le parole di replica della Sindaca Canigola. - Riconosciuto l'obbligo che la legge ci impone e verificato che il nostro Comune non rientra in alcun modo nelle condizioni che mettono al riparo dalla vendita delle quote societarie, come ad esempio una variazione della ragione sociale, la stessa minoranza ha votato favorevolmente l'alienazione della partecipata. Sostenere, come fa il consigliere Mazzaferro sulla base di incompleti esempi della situazione in essere in altri Comuni , che continuando a mantenere la partecipazione in “Monte Urano Energia” si possano ridurre i costi in bolletta per i cittadini, significa dare un'informazione errata e fuorviante. Il prezzo del gas – evidenzia la Canigola - viene stabilito dall'Autorità dell'energia, dunque nulla cambierà per i nostri utenti che, al contrario, verrebbero ad essere maggiormente tutelati proprio dall'operazione di vendita. Questo perché, stando anche al complesso quadro economico attuale, molti operatori medio - piccoli, come noi oggi, rischiano, in un mercato esposto a molte variabili e nelle mani dei grandi fornitori, di andare in default, il che per i consumatori stessi vorrebbe dire finire nel servizio di tutela che è tra i meno convenienti. Invece, sul fronte degli utili, peraltro ad oggi molto ridotti, che verrebbero a mancare, abbiamo già un preciso piano di recupero. Ora, non ci resta altro da fare che attendere la data del 15 novembre per poter poi definire quale sarà il futuro della società e farlo nella massima trasparenza, mettendo in primo piano l'interesse e la tutela dei cittadini”.

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