Dati 2020 del Settore Cappello: diminuiscono le imprese e il fatturato

Paolo Marzialetti, Presidente Nazionale Settore Cappello e Vicepresidente Federazione Italiana TessiliVari

FERMANO - Arrivano i dati del Settore Cappello, come da Stime della Federazione Italiana Industriali dei TessiliVari e del Cappello su dati ISTAT, relativi al periodo Gennaio-Dicembre 2020 che includono la seconda ondata pandemica, comparati con i dati del periodo Gennaio-Dicembre 2019 ed anche con quelli relativi al periodo Gennaio-Settembre 2020 e Gennaio-Giugno 2020, che includevano esclusivamente la prima ondata pandemica.

Il comparto del Cappello a livello nazionale nel periodo Gennaio-Dicembre 2020 presenta, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nel suo complesso una diminuzione sia del numero delle imprese, che degli addetti e del fatturato, oltre che delle esportazioni e importazioni.

Il numero totale delle imprese italiane scendono a 130, con un calo del -5,1%, quello degli addetti a 2.120 registrando un calo del -6% pur in presenza del blocco dei licenziamenti dal mese di Marzo dell’anno scorso, per via dell’arrivo della prima ondata pandemica, mentre il fatturato scende a 124 milioni di euro, con un calo del -23%, in linea con le contrazioni a doppia cifra dei restanti comparti della Moda e del TAC Tessile-Abbigliamento-Calzature e Pelletteria.

I Cappelli di paglia registrano un calo delle importazioni di -35,1% in valore, in peggioramento anche rispetto al Terzo Trimestre dell’anno scorso, come anche le esportazioni che diminuiscono a 18 milioni di euro, con un calo del -24,9%. Ribadiamo che questa tipologia di prodotto è particolarmente legata alle vendite della stagione estiva, partita molto in ritardo l’anno passato, proprio per via della prima ondata pandemica.

Anche i Berretti evidenziano un calo delle importazioni (-16,4%), in linea con il Terzo Trimestre, in recupero invece le esportazioni malgrado l’arrivo della seconda ondata pandemica, che si arrestano a solo -10%, rispetto al Trimestre precedente dove il calo era stato più pesante (-16,1%), in cui le vendite erano state maggiormente falcidiate per via della prima ondata.

Il paese maggior fornitore resta la Cina con 43 milioni di euro, (-29,9%) rispetto all’anno passato, pari al 36% del totale importato, che peggiora leggermente anche il dato del Trimestre precedente dove la contrazione si era arrestata a -26,5%.

Le esportazioni principali in Svizzera, dove ribadiamo sono presenti quasi tutte le piattaforme logistiche e distributive delle principali multinazionali del comparto del Lusso, cresciuto enormemente negli anni precedenti prima dell’emergenza pandemica dovuta al Covid-19, che però mantiene saldamente la testa della classifica (42 milioni di euro, -16,6%) anche in presenza della secondata ondata pandemica e comunque in forte recupero rispetto sia al Primo Semestre, dove la prima ondata aveva generato un calo molto più rilevante -39,6%, che altresì rispetto al Trimestre precedente quasi dimezzandone la contrazione, che si era arrestata a -30,8%. Questa resilienza del segmento del Lusso è dovuta principalmente alla rapidissima implementazione delle strategie di marketing dei maggiori brand a livello globale che hanno puntato sulle loro piattaforme digitali per far fronte al calo delle vendite in presenza causato dall’emergenza sanitaria ed ai conseguenti lockdown ancora in corso in diversi paesi, recuperando dunque parzialmente anche e soprattutto attraverso le vendite on-line.

Sempre sul podio, come nelle precedenti stagioni pre-Covid, i mercati tradizionali europei come la Germania (23,6 milioni di euro, -12,5%), anch’essa in grado di migliorare il dato del Trimestre precedente, in cui la diminuzione era stata del -16,6%, tornando dunque sui livelli del Primo Semestre, che le permette di restare seppur di pochissimo sempre davanti alla Francia (22,4 milioni di euro, -14,3%), che resta in linea con il Trimestre precedente. Sempre giù dal podio il Regno Unito (20 milioni di euro, -6,6%), che ad ogni modo continua a recuperare terreno rispetto all’impatto della prima ondata nel Primo Semestre (-17,3%) e quasi dimezzandone la contrazione rilevata al Terzo Trimestre (-10,4%). Dato non irrilevante se pensiamo che il Regno Unito è stato il primo paese europeo a spingere sull’acceleratore della campagna vaccinale, avendo approvigionato i propri vaccini autonomamente, essendo ormai totalmente sganciato dall’UE per via della Brexit, come anche gli Stati Uniti (14,4 milioni di euro, -3,7%), anch'essi in forte recupero rispetto al -17,2% del Giugno scorso e -14% di Settembre, oggi enormemente avvantaggiati dalla totale autonomia produttiva vaccinale, che permetterà anche a loro di uscire dall’emergenza sanitaria prima dei paesi dell’area UE. Continua infatti il grosso calo della Spagna (7 milioni di euro, -28,7%), perfettamente e negativamente in linea con i Trimestri precedenti, segno di poca reattività rispetto alla crisi pandemica. A seguire i Paesi Bassi (5,7 milioni di euro -4,6%), anche loro in linea con il Trimestre passato ed avendo più che dimezzato la contrazione di -11,8% del Primo Semestre. Infine stabile la Russia (5,1 milioni di euro, -0,9%) anch’essa avvantaggiata dalla loro indipendenza riguardo la produzione e l’approvigionamento dei vaccini, che sta permettendo loro di evitare i lockdown duri e prolungati, che sfiniscono le attività commercial di molti altri paesi. Infine la Polonia (4,9 milioni di euro, -4,6%), che prima del Covid era uno dei più reattivi mercati europei, che ora sta tenendo ed il Giappone (4,9 milioni di euro, +1,4%) che rientra nella classifica dei primi dieci mercati del nostro Settore dopo anni molto complicati, favorito anche dall’aver quasi superato l'impatto pandemico, come gran parte dei principali mercati dei paesi dell’Estremo Oriente.

Teniamo ad ogni modo sempre ben chiaro che circa il 70% del valore in termini di aziende, addetti e fatturato spetta al Distretto del Cappello Fermano (Montappone, Massa Fermana, Monte Vidon Corrado, Falerone) - Maceratese (Mogliano, Loro Piceno, Sant'Angelo in Pontano) il cui core-business e` comunque rappresentato dai soli comuni di Montappone e Massa Fermana, dove risiedono oltre l'80% delle aziende del Distretto e circa il 50% di quelle su scala nazionale.

DISTRETTO DEL CAPPELLO FERMANO – MACERATESE

IMPRESE 90 circa (compreso l'indotto)

ADDETTI 1500 circa (compreso l'indotto)

FATTURATO 80 milioni di Euro circa (compreso l'indotto)

In ultima analisi il Settore Cappello in Italia ha sperimentato anche nel Quarto ed ultimo Trimestre del 2020, pur in presenza della seconda ondata pandemica, dinamiche un po’ meno sfavorevoli rispetto al Secondo e Terzo Trimestre nell’anno passato, come evidenziato dalle Stime della nostra Federazione Italiana Industriali dei TessiliVari e del Cappello su dati ISTAT, ma comunque ancora non affatto positive, evidenziando nei dati aggregati di tutto il 2020 cali generalizzati a doppia cifra. Il calo da inizio anno resta considerevole, in tutte le variabili e i dati a consuntivo mostrano che anche il nostro comparto è stato messo a dura prova dall’emergenza sanitaria, malgrado i primi timidi segnali di rientro alla “normalità” nella domanda a livello internazionale nell'ultimo Trimestre, soprattutto nei paesi dove vi erano i presupposti per l’inizio di una campagna di vaccinazione massiva. Resta dunque ancora forte per noi la preoccupazione anche e soprattutto per il mercato interno, per i mesi a venire, anche perché tali dati non includono la terza ondata pandemica che stiamo affrontando proprio in queste settimane, malgrado l'inizio della campagna vaccinale iniziata da qualche mese, ma che sta proseguendo molto a rilento nel nostro paese.

Unico dato positivo continua ad essere il boom delle vendite online delle piattaforme digitali dei principali brand della moda a livello globale, che trainano tutti i comparti produttivi, ma che non risolvono in ogni caso un 2020 nero per gli acquisti in Italia, considerato anche il crollo dei flussi turistici dall’estero e dei mancati introiti da essi derivanti, anche e soprattutto per il segmento del Lusso. Mentre le esportazioni, che da sempre costituiscono il traino anche per il nostro Settore, hanno subìto nel 2020 una contrazione del -10,7%, malgrado il ritorno della seconda ondata pandemica, dimezzando lo scarto dal -20,1% del Primo Semestre che includeva la prima ondata e recuperando dal -16,3% del Terzo Trimestre.

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