Calzaturieri Confindustria Fermo: non esistono solo le griffe, i numeri bisogna leggerli con attenzione

FERMANO - “Non tutto quello che luccica è oro. Ci sono dei numeri che devono far riflettere: l’export verso la Cina e la Francia. dati importanti che aiutano il sistema a chiudere la prima parte del 2022 con il segno positivo. Ma sono Paesi che lavorano quasi esclusivamente con le griffe e che quindi non impattano sulla stragrande maggioranza dei calzaturieri del distretto fermano-maceratese” sottolinea Valentino Fenni, presidente della sezione calzature di Confindustria Fermo.

NON SOLO GRIFFE

Bisogna smettere di parlare in maniera generale di calzaturiero, perché il sistema è sempre più diviso in tre macro tipologie: i grandi brand, che nelle Marche sono sempre più forti e hanno un loro peso sui mercati; le imprese fornitrici delle stesse griffe; le aziende con un proprio brand e produzione molto esposta ai problemi internazionali. Le dinamiche e i fabbisogni di queste tre tipologie sono differenti e solo in parte comuni”.

Di questo e tanto altro il presidente ha discusso durante l’ultima assemblea dei calzaturieri che ha portato all’elezione del nuovo direttivo che guiderà l’importante sezione. “Il nostro settore, dopo un 2020 e 2021 inferiori al periodo pre pandemico, ha vissuto un periodo di crescita. Ma stanno già incidendo il rialzo dei costi dell’energia e delle materie prime che comportano un incremento dei costi di produzione, la riduzione della redditività e della liquidità, la necessità di rivedere i prezzi sul mercato, con una possibile conseguente riduzione della domanda” prosegue Fenni.

AZIONI CONCRETE

Nonostante questo, le imprese non hanno alcuna intenzione di fermarsi. “Ma servono strategie chiare a livello politico che permettano di restare competitivi. Una compartecipazione pubblico – privato quanto mai necessaria. Per farlo, la nuova programmazione dei fondi europei, e per quanto riguarda le Marche di quelli regionali discussi anche durante il Tavolo della moda guidato dal consigliere Andrea Putzu, vanno indirizzati sull’innovazione del prodotto, sulla formazione del personale, in particolar modo aumentando l’attrattività verso i giovani, sulla riorganizzazione dei processi che devono conciliare la sostenibilità economica a quella ambientale” chiarisce il presidente di Confindustria Fermo Calzature.

La sfida primaria è senza dubbio quella della formazione, perché l’età media delle aziende cresce e molte figure chiave sono vicine al pensionamento. “Serve un patto di fiducia con le scuole, oltre che un potenziamento degli Its. Pensiamo all’Ipsia Moda di Fermo. Ben venga l’intesa che la scuola ha con Fendi, ma è con tutto il sistema moda che va potenziato il legame. Sono certo che la dirigente scolastica saprà cogliere l’apertura del presidente di Confindustria Fermo Fabrizio Luciani, e pianificheremo percorsi vincenti per tutti. Dobbiamo ragionare come sistema. Esperienze come ‘Botteghe di mestiere’ o ‘Adotta un giovane’ negli anni hanno funzionato, così come ‘Learning by doing’ di Confindustria Marche. L’imprenditore mette sul piatto l’affiancamento e la qualità del lavoro, la scuola il giovane, la Regione contributi utili all’assunzione dopo il periodo di tirocinio, agendo sull’ormai ingestibile costo del lavoro” conclude Fenni.

IL NUOVO DIRETTIVO

Il direttivo è composto da 15 persone. “Un mix tra esperienza e gioventù per consolidare una sezione che è ai vertici nazionali per competenze e fatturato. Ho voluto quattro vicepresidenti che sono stati poi votati dai colleghi: Paolo Bracalente, Marino Fabiani, Alberto Fasciani e Caterina Leombruni. Con loro figure di esperienza come Graziano Mazza, Giampietro Melchiorri, Arturo Venanzi, Rodolfo Zengarini. Monica Virgili, Luca Guerrini e Gianluca Tombolini. Giovani come Andrea Vallasciani, Samuele Camerlengo, Riccardo Cesetti, Patrizia Iachini e Francesco Pieroni.

Nella foto il presidente Fenni con i quattro vicepresidenti

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