"Sala degli artisti discriminata, ma non resterà al palo", la denuncia del gestore

FERMO - "Alla Sala degli artisti non è stato consentito di scegliere liberamente la propria programmazione per il periodo delle feste natalizie". Inizia così il duro comunicato del gestore del piccolo/grande gioiello cinematografico incastonato nel centro storico di Fermo.

"Abbiamo richiesto con ampio anticipo di programmare il film “Le otto montagne”, ma non è stato possibile perché l’altro esercente di Fermo si è opposto e la distribuzione ha deciso di assecondarlo. Perché questo “diritto di esclusiva” non viene riconosciuto (giustamente!) a circuiti di multisale della nostra regione molto più grandi e all’esercente di Fermo si? Ogni volta che ci viene negato un film subiamo un danno, è un’occasione persa e basta. Qualsiasi opportunità dovessimo avere con i prossimi film non riparerà il danno che ci è stato fatto. Non è la prima volta che non possiamo programmare un film per questo motivo, ma abbiamo deciso che è una situazione che non intendiamo accettare più, perché è una vera e propria concorrenza sleale quella che subiamo. Non ci sono infatti motivi oggettivi che giustifichino questa situazione: perché siamo esercenti correttissimi nel rispetto degli accordi di programmazione, e perché la stessa distribuzione che ci nega i film nel corso della stagione ce li mette a disposizione senza alcun problema quando si tratta di seconde visioni nelle arene estive. E poi “Le otto montagne” è programmato in contemporanea in due cinema a Pesaro, a Senigallia, ad Ancona e ad Ascoli Piceno (solo per rimanere nell’ambito della nostra regione): perché a Fermo non è possibile? Perché un esercente si oppone: se il film che aveva già deciso di programmare lo fa anche la Sala degli artisti, lui minaccia di non programmarlo più. Solo che questo criterio vale solo a senso unico, perché a parti invertite la programmazione in contemporanea dei film che noi di solito proiettiamo, per lui è una richiesta legittima e accettabile senza problemi. E noi, infatti, non ci siamo mai opposti, perché i due cinema hanno un pubblico diverso e possono tranquillamente realizzare il proprio incasso senza causare un danno all’altro. È un periodo complicato per i cinema, stiamo uscendo dagli effetti della pandemia e ci ritroviamo con i costi dell’energia elettrica e del riscaldamento lievitati a causa della guerra in Ucraina. Tutti stiamo nella stessa barca e tutti dovremmo fare in modo di uscirne insieme, perché pensare che la situazione di un cinema è migliore se il suo concorrente chiude è quanto di più scorretto e illusorio si possa pensare. Se un cinema chiude ci perdono tutti, anche quelli che rimangono aperti. E poi siamo dei commercianti particolari, perché la nostra “merce” è cultura, ogni sala cinematografica è un presidio culturale e sociale prima ancora che economico.

"Comunque noi lo diciamo forte e chiaro - conclude il comunicato -: stiamo denunciando pubblicamente questa situazione (e lo abbiamo anche fatto con le associazioni nazionali degli esercenti Anec, Agis, Fice) perché non intendiamo subirla più, perché non abbiamo nessuna intenzione di chiudere, anzi. Giusto un anno fa abbiamo investito tanto per il rinnovo delle poltrone e della pavimentazione. Tra poche settimane installeremo un sistema di proiezione laser che migliorerà notevolmente il livello qualitativo dell’immagine sullo schermo. Per fare tutto questo abbiamo investito buona parte dei ristori ricevuti nel 2020-21, perché amiamo il cinema e continueremo a proporlo al pubblico con passione. Con buona pace di chi vorrebbe il contrario".

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