Mario Dondero, prosegue la raccolta donazioni per acquisire la casa fermana del grande fotografo

Da sinistra a destra: Pacifico D'Ercoli, Laura Strappa, Paolo Calcinaro e Micol Lanzidei

FERMO - Prosegue la campagna di raccolta fondi per l’acquisizione della casa fermana del grande fotografo Mario Dondero, che lui stesso aveva scelto come residenza stabile negli ultimi anni. L’iniziativa è promossa dall’Associazione Altidona Belvedere - Centro di documentazione e cultura fotografica APS, cui lo stesso Dondero in segno di stima e amicizia ha donato il ricchissimo archivio di immagini. La stessa associazione ha deciso dunque di acquisire la sua casa fermana e di destinarla a casa-museo quale testimonianza della presenza e della passione civile dell’artista.

“Abbiamo iniziato la raccolta fondi abbastanza bene ma con fatica – spiega Laura Strappa, per tanti anni compagna di vita di Mario Dondero -. Abbiamo superato la metà della somma necessaria che è di 30.000 euro. La campagna si conclude il 30 novembre e ci stiamo impegnando a fondo con varie iniziative per sensibilizzare il territorio. Acquistare la casa di Mario, sita in zona Campolege (Vicolo Zara 6), significa conservarne la memoria anche perché la struttura è rimasta quella originaria, non ha subito trasformazioni e questo è un aspetto non secondario.

Stiamo lavorando per step: prima di tutto l’acquisto, poi il restauro per far diventare la casa un luogo di incontro, uno spazio espositivo nella cantina e anche un luogo collegato all’archivio che raccoglie tutto il patrimonio fotografico lasciato da Mario.Vorremmo poi inserire l’abitazione nel circuito museale della città di Fermo, agganciandola anche al Terminal Dondero dove son vengono ciclicamente organizzati eventi espositivi. Un circuito che potrebbe essere arricchito dalla visita alla tomba di Mario e alla galleria di sue foto nel Cinema Sala degli Artisti che potrebbe essere restaurata e resa fruibile.

Un’ultima cosa: dopo il successo delle giornate Fai (Fondo per l’Ambiente Italiano) della scorsa primavera, abbiamo inserito la casa di Mario tra i “Luoghi del cuore Fai”. Inizialmente eravamo al 380° posto e ora siamo al 223°. Saremmo contenti che la campagna si diffondesse, l’intervento del Fai potrebbe essere risolutivo nella fase di restauro, invitiamo tutti a votare”.

Pacifico D’Ercoli, presidente dell’Associazione Altidona Belvedere titolare dei fondi fotografici raccolti fin dalla sua costituzione, che gestisce la Fototeca provinciale di Fermo, sottolinea il ruolo di Dondero a Fermo. “L’acquisizione della casa di Mario Dondero potrebbe diventare ulteriore strumento di conoscenza per gli amanti della fotografia, possibile luogo per organizzare piccole mostre e incontri culturali. Dal 2016 parliamo anche del fatto che l’archivio Mario Dondero è il tramite per creare un’ampia collaborazione tra associazione al fine di arricchire l’area espositiva del Terminal. Inoltre siamo di fronte ad una data importante: nel 2025 saranno 10 anni dalla scomparsa di Mario, vorremmo, in accordo con l’amministrazione comunale, realizzare iniziative che lascino un segno.

Veniamo alla gestione dell’archivio fotografico: il bianco e nero l’abbiamo interamente inserito nel database, parliamo di circa 250.000 scatti fruibili. La sezione diapositive è più complessa da catalogare e Laura si sta impegnando a fondo in tal senso. Abbiamo poi la Soprintendenza Archivistica delle Marche che ci ha concesso un contributo sostanzioso col quale completeremo il riordino della sezione”.

Lavoro importante quello dell’Associazione Altidona Belvedere, volto a far riemergere dagli archivi e dagli scantinati i materiali fotografici degli anni ‘80, periodo nel quale la città di Fermo ricopriva un ruolo fondamentale nel panorama italiano del settore attraverso l’opera di fotografi del calibro di Crocenzi, Guidi, Folicaldi. “Che Fermo torni ad essere una città di primo livello dal punto di visto fotografico – conclude D’Ercoli -. Abbiamo sempre lavorato su questo e diamo la massima disponibilità al fine di realizzare qualcosa di strutturale proprio a Fermo. Un archivio può tessere tele culturali infinite nel territorio e oltre”.

Potremmo anche costituire un centro studi per il fotogiornalismo in Italia: Mario Dondero è stato guida di riferimento per i fotografi più giovani, tutto ciò va considerato nel futuro di questo progetto” aggiunge Laura Strappa.

Quello che si sviluppa a partire dall’acquisizione della Casa Dondero è un progetto complesso che accoglie il favore dell’amministrazione comunale fermana, a partire dall’assessore alla cultura Micol Lanzidei: “In questo momento storico il nostro territorio reclama la sua storia fatta anche dei personaggi che l’hanno costruita. C’è voglia di identità, siamo fieri del nostro patrimonio culturale. Da un punto di vista emotivo è un momento favorevole, quindi sposiamo l’idea di recuperare la casa di Mario con quello che c’è, ossia oggetti di uso comune che evocano e trasmettono i contenuti, la filosofia, l’anima della persona che ha vissuto al suo interno. Poi le tante fotografie, appoggiate sui tavoli, appartenevano alla sua quotidianità, veri e propri capolavori. Pensandola come casa museo c’è un grande potenziale attrattivo nei confronti di turisti e cittadini e quindi è vincente l’idea di inserire la casa nel sistema museale di Fermo, magari con esposizioni temporanee di fotografi emergenti, unendo il passato al futuro. Tutto questo è un valore aggiunto che vogliamo raggiungere, così come tutto il lavoro legato alla catalogazione e all’area espositiva al Terminal”.

“Invito tutti ad entrare in questa progettualità contribuendo per l’acquisto della casa – dichiara il sindaco Paolo Calcinaro -. Ovvio che la disponibilità dell’amministrazione all’entrata nella rete museale è totale. Significa convogliare gli appassionati di fotografia in un sistema culturale cittadino più ampio e al contempo far avvicinare il pubblico all’arte fotografica. Mario, tra tutti i luoghi da lui visitati nel suo errare, scelse Fermo per rimanere. Per noi è un vanto, già abbiamo iniziato a valorizzarlo dando al “luogo del viaggio” ossia al Terminal, il suo nome. Questo chiuderebbe il cerchio”.

Collegarsi al sito dell’associazione – www.altidonabelvedere.it – per tutte le procedure di donazione con relative fonti normative.

Per votare la casa fermana di Mario Dondero tra i “Luoghi del cuore Fai”, andare su: https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/i-luoghi-del-cuore/cerca-un-luogo/

Focus

L’Associazione Altidona Belvedere

L’Associazione Altidona Belvedere è un Centro di Documentazione e Cultura fotografica APS che si propone la diffusione della cultura fotografica, non disgiunta dalla valorizzazione del territorio con le sue numerose risorse e specificità.

Oltre all’archivio Mario Dondero, ospita nella sua sede numerosi fondi fotografici storici e contemporanei provenienti da diversi paesi della regione Marche, e anche archivi di fotografi che hanno deciso di lasciare il loro patrimonio di immagini per un utilizzo pubblico del loro lavoro. La consistenza dei fondi custoditi dall’Associazione ammonta a oltre un milione di immagini.

Nella prospettiva di rendere sempre più rilevante la presenza dell’Associazione sul territorio,

L’archivio delle foto di Dondero (riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali “Archivio di interesse nazionale” dal 16 agosto 2016) e la sua biblioteca sono ora ad Altidona, nella sede di Altidona Belvedere – Centro di documentazione e cultura fotografica APS che ha acquisito dagli eredi - i figli Maddalena, Bruno e Elisa - il comodato d’uso di tutto il suo materiale di sessanta anni di attività. Dal 2013, grazie al lavoro di molti volontari, l’archivio viene ordinato e catalogato con cura. Grazie a questo lavoro, sono state organizzate molte mostre, sia in Italia che all’estero, con le foto già conosciute e molte inedite, ritrovate con il lavoro di inventario e frutto della lunga attività di Dondero, dall’inizio degli anni ’50 al secondo decennio del 2000.

Ci sono circa 200.000 diapositive e 250.000 negativi in bianco e nero.

L’attività di catalogazione e archiviazione non si è mai interrotta, continuando a rivelare molti aspetti inediti della sua carriera fotografica.

Alessandro Sabbatini

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