Le parole che ci fanno respirare. Confermato il successo del Festival "Le Parole della Montagna"

FERMANO - Si spengono i riflettori sulla dodicesima edizione del Festival Le Parole della Montagna e si contano i numerosi plausi ad una kermesse che ha tutti i numeri per affermarsi fra i grandi festival culturali.

Ancora una volta, infatti, Smerillo è divenuto teatro di una manifestazione unica del suo genere, dove si intessono relazioni personali, complice l’ambientazione offerta dal più piccolo Borgo del fermano, in cui regnano solo i panorami; dove fra una conferenza e l’altra viene offerto un aperitivo o in tarda serata un orzo caldo, tanto per creare convivialità, favorire la nascita di nuove amicizie e permettere lo scambio di idee. Il tutto con un programma di un livello culturale qualitativamente molto alto che non ha nulla da invidiare ai festival più grandi, con ospiti di grande caratura culturale ed una struttura impostata in modo tale da lasciare ai partecipanti, domande piuttosto che risposte. Il dibattito culturale cui partecipano vivamente tutti gli spettatori rimane vivo anche fuori dal palco, grazie ad un confronto personale con i relatori, che molto spesso si intrattengono per tutta la durata della kermesse, testimoniando così di condividere un progetto, piuttosto che svolgere un lavoro.

Un festival alternativo che dimostra che si può fare grande cultura anche nei piccoli borghi dell’entroterra e generare un turismo culturale, che registra grandi numeri.

Il miracolo è che gli organizzatori sono solo nove amici, nessuno professionista del settore, mossi dalla stessa passione e dall’amore per la bellezza, i quali riescono ogni anno a mettere insieme un programma di tutto rispetto, dove nessun evento è inserito a caso, ma strettamente connesso ad un filo conduttore legato alla parola messa a tema, che quest’anno è stata “respiro”.

Tanti sono stati i momenti di grande emozione e partecipazione, ad iniziare dall’incontro con il Cardinale Matteo Zuppi, alla cena sotto le stelle conclusa con un concerto in tributo a Franco Battiato; dall’emozionante ricordo di Marco Stortoni, amante della montagna cui ha consegnato il suo ultimo respiro, alla conversazione ricca di spunti di riflessione fra l’alpinista Simone Moro e l’apneista Mike Maric, entrambi senza respiro per motivi diametralmente opposti; dalla riflessione sul primo e sull’ultimo respiro, con l’ostetrica Verena Schmid ed il tanatologo Padre Guidalberto Bormolini, allo spettacolo con Neri Marcorè; dal teologo Vito Mancuso nell’anteprima a Monteleone di Fermo, al premio Oscar Giuseppe Cederna a Montefalcone Appennino, altri due borghi coinvolti nella kermesse.

L’idea di coinvolgere altri piccolissimi Borghi del Fermano, oltre a Smerillo, anche Montefalcone Appennino e Monteleone di Fermo, si è rivelata vincente. Il sold out registrato nei tre comuni coinvolti conferma che la cultura può davvero ripartire dai piccoli Borghi, dove non c’è nulla, a parte i panorami e la bellezza. Il turismo culturale che il Festival ha attivato è divenuto una felice occasione di rilancio di un territorio ferito dalle vicende degli ultimi anni.

Dal pubblico arriva un coro unanime di consensi ed un plauso ad una organizzazione impeccabile, con proposte innovative ed uno sguardo lanciato sempre più in alto.

L’appuntamento è ora per la tredicesima edizione, in attesa di conoscere la nuova parola che la montagna vorrà suggerire.

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