Frate Mago protagonista al Festival Storie. A Montefalcone Appennino, il 1° settembre, il racconto della sua missione tra fede e magia

MONTEFALCONE APPENNINO – Per tutti è Frate Mago. Da sempre. Al punto che pochi ricordano il suo nome: padre Gianfranco Priori. A molti ‘maghi’ il destino riserva una carriera di pochi anni, ai più bravi alcuni decenni. Padre Gianfranco, cui è dedicata la serata del Festival Storie a Montefalcone Appennino, venerdì 1° settembre (Teatro del Falco, ore 21.30, ingresso libero), è mago da sempre, così come ama dire, che allo stesso tempo è frate da sempre. A chi gli chiede come si possa essere frate e mago allo stesso tempo risponde che è semplicissimo, e dalla sintesi infatti viene fuori un mandato preciso di papa Francesco: il Vangelo della gioia, che pochissimi sanno incarnare. Al Festival Storie, Frate Mago sarà intervistato dal giornalista Vincenzo Varagona.
Frate Mago nasce a Smerillo, proprio nei Sibillini e la sua missione è stata proprio quella di far rinascere una zona particolare dei Sibillini, quella legata al Santuario Madonna dell’Ambro, conosciuta anche come la Lourdes dei Sibillini. La prima vera magìa, tuttavia, padre Gianfranco l’ha resa possibile in Africa, dove, grazie alle sue serate è riuscito a spedire risorse consistenti, che hanno animato e rianimato le missioni in Etiopia e Benin, facendo anche moltiplicare le adozioni a distanza, arrivate a diverse migliaia. Dove padre Gianfranco ha messo le mani, lì si sono verificate magìe.
Terminato il suo impegno recanatese con le Missioni Estere Cappuccini, è diventato Rettore del Santuario dell’Ambro, che in poco tempo è tornato ad essere calamita spirituale, con fedeli e turisti, a migliaia, da tutt’Italia e dall’estero. Poi è arrivato il terremoto e tutto sembrava finito. La zona del cosiddetto cratere si è ridotta a deserto. Frate Mago, maestro dell’illusionismo, sentiva di dover fare qualcosa. La magìa infatti è arrivata. Non era difficile capire che il recupero del Santuario avrebbe fatto rinascere un intero pezzo dei Sibillini. Un conto, però è saperlo, un conto è riuscire a raggiungere l’obiettivo. Da anni, ormai, tra Santuario e serate in ogni dove, frate Mago non ha un giorno libero. Con le carte ha fatto impazzire pure il Papa, dimostrandogli che la carta da lui scelta, il tre di ‘ori’, stava proprio sulla sua testa, nella candida papalina. E quando Francesco se n’è accorto, non ha avuto di meglio che esclamare: “Ma tu sei un diavolo”...
Sì, perché i giochi i frate Mago non sono solo per bambini: lui lascia basiti soprattutto gli adulti, che ai trucchi non credono più, e rimangono incantati di fronte a questo personaggio che ascolta tutti, che non allontana dalla messa bambini o disabili, ma anzi li avvicina, dimostrando di amarli davvero. Alla metà degli anni ‘90 la sua popolarità televisiva è stata legata al Maurizio Costanzo show. Negli ultimi anni la sua storia è stata raccontata in un libro (edizioni paoline) scritto dal giornalista Vincenzo Varagona che, passando dall’Ambro per andare a intervistare padre Pietro Lavini, ha scoperto che frate Mago aveva incontrato papa Francesco, incantandolo con i suoi giochi. Il volume è uno dei più diffusi delle Paoline, è stato consegnato al pontefice, che lo ha autografato. E noi siamo sicuri che le magìe di padre Gianfranco non sono terminate. La migliore resta comunque quella di saper annunciare la parola di Dio con allegria.
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