Buona tavaola e tradizioni: la cucina e la memoria di Giuseppe Spagnoli (Naso') in un libro

FERMO - Buona tavola come cultura di un territorio. Che passa non solo per le pietanze della tradizione ma anche attraverso le persone. E' il caso di Giuseppe Spagnoli, meglio noto a Fermo come Nasò, che è stato ricordato e la cui memoria è stata tenuta viva nei giorni scorsi nel corso di un incontro organizzato dalla Delegazione di Fermo dell'Accademia Italiana della Cucina, guidata da Fabio Torresi, con il patrocinio del Comune di Fermo.
L'occasione è stata data dalla presentazione, avvenuta all'interno del ristorante La Fermanella, di un libro (in allegato la copertina con Nasò al centro) dal titolo "Da Naso’: le ricette di Giuseppe Spagnoli cuoco e ristoratore fermano”, Andrea Livi Editore, scritto e curato da Giuseppe Mariucci, Giocondo Rongoni e Fabio Torresi. Nasò ha segnato la storia della cucina fermana, è stato cuoco alla Casina delle Rose, lasciando una traccia importante con il suo piatto più celebrato e diffuso, lo stoccafisso alla Nasò o alla Marchigiana.
Il volume ricco di storie, aneddoti, storie di vita e di cucina, raccoglie anche alcune delle ricette più famose e rintracciabili che hanno valso al cuoco fermano Giuseppe Spagnoli (Nasò) la presenza continuativa anni fa nella Guida de L'Espresso.
A portare i saluti, all'inizio dei lavori, il Sindaco di Fermo Paolo Calcinaro che, oltre a congratularsi con gli autori per questo libro, ha avuto anche l'occasione di raccontare propri ricordi personali su Giuseppe Spagnoli, Nasò, e sulla sua prelibata cucina.
Presenti anche il prof. Antonio Attorre, giornalista, scrittore, docente alla Politecnica delle Marche e Saturnino Di Ruscio, Presidente dell'Accademia dello Stoccafisso alla Fermana, nata prendendo ispirazione proprio dall'arte culinaria di Nasò.
La conviviale, che ne è seguita, è stata presentata dal dott. Paolo Foglini, diabetologo e fondatore del Laboratorio Piceno per la Dieta mediterranea.
L’evento ha visto la fattiva partecipazione della Delegazione di Ancona Riviera del Conero rappresentata dal Delegato e coordinatore regionale AIC Sandro Marani.
I piatti della conviviale, cui hanno preso parte anche gli allora giovanissimi collaboratori di sala di Nasò, Bruno Screpanti e Remo Catalini, sono stati accompagnati dai vini della Cantina Rio Maggio, hanno visto la collaborazione della Pasticceria 180 gradi che ha riprodotto, con le sapienti mani di Roberto Tomassoni, il dolce tartaruga, all'epoca cavallo di battaglia di Alimento, ma soprattutto la preparazione dei piatti (fra cui la pizza con salsa allo stocco preparata con Michele Maccione) e la supervisione entusiastiche di Andrea Francavilla, titolare del Ristorante La Fermanella, che proprio negli anni 80/90 era denominato "Ristorante da Nasò" e che, dopo questo evento di successo, ha deciso che ogni prima domenica di ogni mese riproporrà i piatti tipici della cucina di Nasò.
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