BELMONTE PICENO - Gli oggetti provenienti dalle scoperte effettuate sotto la direzione di Innocenzo Dall’Osso, dal 1909 al 1912, nel territorio di Belmonte Piceno, sono oggi custoditi nel Museo Archeologico Nazionale di Ancona. Da allora, in quell’area non lontana dal centro abitato, gli scavi non erano più ripresi. È stato possibile farlo grazie ai finanziamenti provenienti dall’Università di Friburgo.
“I Tedeschi in genere hanno un interesse abbastanza alto nei confronti delle civiltà pre-romane” spiega Ivano Bascioni, sindaco di Belmonte Piceno. Come sono nati i primi contatti con Friburgo? “Grazie al lavoro di Joachim Weidig, studioso e archeologo che, In Italia, opera all’Università di Spoleto. Lui ha curato il progetto scientifico e ed è stato sia direttore che curatore del Museo archeologico di Belmonte”.
A che punto siete? “Sono stati fatti i rilevamenti necessari con moderne tecnologie. Il terreno è stato analizzato con georadar. Il 2018 sarà l’anno dell’avviamento degli scavi. La spesa maggiore non proviene dalla parte iniziale degli stessi che verrà effettuata meccanicamente, ma dal personale che poi continuerà i lavori. Per questo i finanziamenti sono importanti e, la scelta di Belmonte, è stata per me sicuramente motivo di orgoglio”.
Auspica che i Piceni siano un volano per il turismo locale? “Lo spero, lo speriamo. Vogliamo realizzare a Belmonte un museo di importanza regionale e anche nazionale sia con ciò che potremmo trovare attraverso i nuovi scavi, sia riportando i paesi i reperti che si trovano altrove. Siamo in trattativa con il Museo Archeologico Nazionale di Ancona che ospita 4000 pezzi e con il Museo Archeologico di Firenze che ha un’intera tomba che avrebbe bisogno di terminare il restauro. Poi c’è una stele a Bologna... delle trattative si sta occupando la Soprintendenza. I Piceni sono stati sempre trascurati rispetto ad altre civiltà pre-romane, credo sia giusto colmare questo divario”.
Silvia Ilari