Troppi piccioni in città. Il Comune di Civitanova Marche interviene

CIVITANOVA MARCHE - Sulla base delle linee guida emanate dalla regione Marche (L.R. n. 7/95) per il controllo del piccione di città, la Giunta comunale di Civitanova ha approvato un atto deliberativo con i seguenti obiettivi: la tutela dell’igiene e del decoro urbano, l’eliminazione dei possibili veicoli di diffusone di malattie e la tutela del patrimonio storico ed artistico danneggiato dalle deiezioni acide dei volatili.

Ne dà notizia oggi l’assessore ai Lavori pubblici Ermanno Carassai, illustrando l’atto di indirizzo per la riduzione del guano non essendo più sufficiente l’intervento di pulizia e lavaggi settimanali dei luoghi pubblici, nonché le installazioni delle reti di protezione e dissuasori. L’Amministrazione ha pertanto conferito un incarico di monitoraggio della consistenza numerica dei colombi dando priorità al centro storico della Città Alta. La ditta incaricata ha effettuato il censimento richiesto indicando per i sei siti esaminati una densità di oltre mille colombi per chilometro quadrato rispetto ai 300/400 stabiliti nel piano della Regione Marche quale soglia di intervento limitativo. Inoltre, si deve considerare che in media una coppia di colombi si riproduce 5/6 volte all’anno con nove covate determinando un tasso di incremento pari al 150%.

L’atto deliberativo della Giunta prevede l’attivazione di un piano di cattura con affido a ditta specializzata per un periodo che va da novembre 2019 a marzo 2020 per un totale di 5 mesi, piano da attuare mediante una determina del dirigente del servizio.

Inoltre si è ritenuto necessario dare le direttive finalizzate alla pubblicazione di apposita ordinanza sindacale per l’attivazione dei metodi ecologici da porre in atto su tutto il territorio comunale, in particolare il divieto di somministrazione di granaglie o altro alimento in luoghi pubblici con annesso regime sanzionatorio; obbligo di occlusione fisica all’accesso dei volatili ai siti riproduttivi all’interno o sulle facciate di edifici pubblici e privati; obbligo d’interdire l’accesso dei colombi ai ruderi urbani di fabbricati abbandonati che versano in condizioni di degrado e che vengono usati quali siti riproduttivi o dormitori generando situazioni critiche sotto il profilo igienico-sanitario.

Sulla base delle direttive della regione, il Comune dovrà comunicate entro il 31 marzo i dati relativi al monitoraggio, alle catture, alle soppressioni, la tecnica impiegata e l’indicazione di eventuali fattori di criticità.

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