FERMANO - Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento delle indagini preliminari, fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, ed al fine di assicurare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito, si comunica che nella notte tra il 23 e il 24 ottobre, personale della Squadra Mobile della Questura di Fermo, al termine di una complessa e articolata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Fermo, ha dato esecuzione a 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Fermo.
I provvedimenti scaturiscono da gravi fatti avvenuti l’11 ottobre scorso che hanno visto vittima un giovane tunisino appena 20enne.
In quella circostanza il ragazzo che si trovava seduto nei pressi della zona di Lido tre Archi di Fermo, venne prelevato con la forza da un’autovettura con a bordo tre connazionali, tutti noti pregiudicati. Costretto a salire sul veicolo, condotto a Porto Sant’Elpidio, dove il gruppo si era unito ad altri complici a bordo di una seconda auto per raggiungere un’abitazione di Lapedona dimora di un altro cittadino tunisino, lì veniva torturato per tre ore e mezza: picchiato violentemente, ustionato con olio bollente al braccio destro, colpito con una mazza da baseball, tagliata con un coltello e percossa con bottiglie di vetro e una sedia.
Terminate le sevizie, i dieci malviventi facevano risalire il giovane in auto, dirigendosi verso al palestra di via Aldo Moro a Lido Tre Archi, con l’intento di esibirlo come monito per chi avesse osato violare le “regole” imposte dal loro gruppo criminale nelle piazze di spaccio della costa fermana.
Proprio in quel momento, le Volanti della Polizia di Stato, impegnate nel servizio di controllo del territorio, intercettavano le due autovetture e insospettite dall’atteggiamento dei conducenti, decidevano di procedere al controllo: alla vista degli Agenti, i malviventi si diedero alla fuga, consentendo però ai ragazzi di liberarsi e chiedere aiuto.
Il giovane spaventato e dolorante implorava gli operatori di essere allontanato da quel gruppo di persone e di essere portato in ospedale, manifestando il timore che i suoi aguzzini volessero ucciderlo. Gli operatori lo mettevano immediatamente in salvo e lo accompagnavano al Pronto Soccorso per ricevere le prime cure necessarie.
Un’operazione frutto di mesi di indagini
L’operazione rappresenta il risultato di una lunga e articolata attività di indagine avviata dalla Squadra Mobile di Fermo a fine maggio e proseguita con la recente operazione Cerbero, anch’essa portata a termine dagli investigatori in stretta collaborazione con le Squadre Mobili di Macerata, Ascoli piceno, Pesaro, Ancona e Chieti.
Nel corso di quella operazione venivano tratti in arresto numerosi pregiudicati al fine di smantellare un vasto traffico di stupefacenti che si estendeva lungo l’intera fascia costiera fermana e nell’entroterra.
Tuttavia, nonostante il duro colpo inferto, il sodalizio criminale, composto prevalentemente da soggetti di origine magrebina, non era stato completamente disarticolato e aveva proseguito le proprie attività illecite, fino a degenerare nei gravi fatti di sangue culminati con la tortura del giovane sequestrato l’11 ottobre.
Il pericolo concreto di reiterazione dei delitti della stessa natura, già commessi in precedenza, e la possibilità che potessero verificarsi episodi ancora più gravi, fino all’omicidio di alcuni appartenenti sai gruppi rivali, hanno spinto la Squadra Mobile – grazie alla collaborazione con la Procura della Repubblica e con il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Fermo – a richiedere e ottenere l’emissione delle ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite nella notte tra il 23 e il 24 ottobre.
Un colpo durissimo a un gruppo criminale radicato sul territorio
Le indagini hanno permesso, ancora una volta, di ricostruire in modo dettagliato gli assestamenti e le dinamiche interne del gruppo criminale, individuandone ruoli, gerarchie e le connessioni con altri sodalizi attivi nel traffico di droga: gli indagati di questo ultimo troncone sono 10 e 7 le catture emesse. L’operazione rappresenta un colpo durissimo alla criminalità organizzata straniera operante sul territorio fermano e nella fascia costiera adriatica, riaffermando la presenza costante e determinata della Polizia di Stato nel contrasto ai reati più gravi e nella tutela della sicurezza dei cittadini.




