Traffico da rientro, Di Cosmo "I disagi sono anche il prezzo delle politiche sbagliate degli ultimi decenni"

FERMANO - Una situazione grave quella che stiamo vivendo questi giorni sulle strade della costa ascolana e fermana, a causa dei lunghi lavori di ripristino della Galleria autostradale "Castello" all'altezza dello svincolo di Grottammare, gravemente danneggiata a causa di un incidente e successivo incendio. Sul punto interviene il il Segretario Generale CGIL Fermo, Maurizio Di Cosmo.

"Ho vissuto anch’io direttamente i disagi del traffico di ieri sulla direttrice Civitanova – Grottammare - scrive Di Cosmo -. I veicoli che si sono riversati dall’autostrada alla Statale 16 hanno ingigantito e bloccato un traffico che, anche normalmente d’estate è notevole e problematico. Quello che è successo, dovuto certamente nella sua eccezionalità al blocco del tratto dell’A14, è a mio avviso la punta di un iceberg di una questione che va al più presto affrontata. Abbiamo certamente un problema di infrastrutturazione carente dovuta alle difficoltà oggettive dettate dalla morfologia del territorio ma, anche dell’assenza di una visione lungimirante del suo sviluppo. Tralasciando le questioni del mancato completamento della terza corsia autostradale e del potenziamento inattuato della ferrovia (entrambe le questioni meritano un capitolo a parte), bisogna considerare che la Statale 16 sia l’unica via di grande comunicazione tra le provincie di Ascoli e Fermo.

La SS16 è utilizzata grandemente dal trasporto pubblico e privato. Essa è vitale per le imprese e per le persone che quotidianamente si spostano. Il suo grado di percorribilità determina la velocità commerciale di merci e servizi, e la qualità della vita di migliaia di persone, tra questi studenti, lavoratori dipendenti, artigiani che la attraversano ogni giorno. In sostanza, garantire la fluidità degli spostamenti in SS16 determinerebbe un beneficio in termini di produttività del sistema economico-commerciale. La consegna di una merce o l’esecuzione di un servizio in una o in due ore, non è indifferente al grado di produttività del territorio. Per un’azienda è importante avere al più presto o in ritardo un servizio, un pezzo di ricambio, un dato materiale la cui mancanza costringe a interrompere la produzione. Purtroppo viviamo l’esatto contrario per responsabilità delle amministrazioni locali e regionali - che non l’hanno mai considerata tale - e per il tipo di sistema economico-sociale che si è affermato negli ultimi 50 anni senza che la politica ne tenesse a bada gli effetti negativi. Ne è conseguito uno squilibrio territoriale caratterizzato dallo spostamento di popolazioni e servizi dall’interno verso la costa. Ancora oggi, mentre le aree interne si spopolano, la costa subisce pressioni urbanistiche, economiche e sociali sempre più insostenibili. L’evidente squilibrio ha conseguenze anche ambientali: all’interno, la tutela del territorio (boschi, crinali, aste fluviali, ecc.) si va facendo sempre più evanescente, mentre sulla costa imperversa una cementificazione da record europeo. Quest’ultimo tema evoca la necessità di una politica di lungo corso, programmatica, che inverta le direttrici dello sviluppo e che favorisca un processo di riequilibrio (la ricostruzione post-terremoto è una decisiva occasione).

Sulla fluida percorribilità della statale adriatica invece, si può e si deve intervenire subito bloccando edificazioni adiacenti (se è necessario costruire, che almeno avvenga a una certa distanza) e qualsiasi altro orpello causa di ulteriore intasamento, come ad esempio, il semaforo tra Cupra (Castel S. Andrea) e Grottammare messo lì, probabilmente, per favorire qualche notabile locale o per pura idiozia, vista l’entità del traffico cui è rivolto. Se davvero la SS16 è l’unica via di grande comunicazione senza pedaggio tra nord e sud del Piceno e delle Marche, bisogna evitare la prospettiva di un unico e adiacente agglomerato urbano, esteso da san Benedetto del Tronto a Pesaro, senza soluzioni di continuità. Aria pura di smog per i residenti, un vero inferno per la mobilità locale e un grave danno economico, ambientale e sociale per l’intero territorio".

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