Protocollo per lo sviluppo delle zone terremotate: il Parco firma

MONTI SIBILLINI - Qualche giorno fa, ad Ancona, si è tenuto un incontro tra diversi attori istituzionali del territorio marchigiano per la firma di un protocollo volto alla stesura del Patto per la ricostruzione e lo sviluppo delle aree colpite dal sisma. Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è tra i firmatari di un protocollo denominato “Verso il patto per la ricostruzione e lo sviluppo” che delinea sostanzialmente una strategia d’insieme entro cui far convergere diverse idee progettuali, oltre 90, per circa 1,7 miliardi d’investimenti e una stima occupazionale di 10.000 unità nelle zone colpite dal sisma. L’iniziativa, promossa dalla regione Marche con il contributo dell’ISTAO e dei quattro atenei marchigiani, segna la prima tappa di un lavoro capillare di raccolta e sollecitazione di quelle che sono le istanze di un territorio che vuole ripartire dopo il terremoto.

“Era opportuno che il Parco ci fosse, visto il suo ruolo strategico nella conoscenza e gestione di territori importanti dal punto di vista naturale, turistico, sociale. Non può esservi ripartenza senza un coinvolgimento autentico di chi queste terre le vive quotidianamente, sotto diversi punti di vista: controllo e tutela, ma anche valorizzazione e opportunità” sottolinea Oliviero Olivieri, presidente dell’Ente, presente in regione alla firma del protocollo.

Nel protocollo si parla di «valorizzazione delle risorse enogastronomiche, storiche, culturali, e ambientali» da considerare come driver principali di uno sviluppo «che veda nella rivitalizzazione e innovazione delle produzioni tipiche del made in Italy e nel turismo i principali ambiti di esplicitazione». Anche il Parco adotta una analoga linea di condotta “perfettamente ricompresa” prosegue Olivieri “nell’adesione alla Carta Europea del Turismo Sostenibile che ci vede coinvolti in prima persona, con l’idea che si debbano favorire proposte che ripristino l’attrattività dei territori e consentano alle comunità di rimanere e coltivare la concreta speranza di un futuro salvaguardando ed anzi valorizzando lo straordinario ecosistema del Parco. Non mi stancherò mai di ripetere” conclude Olivieri “quanto sia forte, almeno in potenza, l’attrattività dei Sibillini sul piano non solo del turismo ma più in generale di una qualità complessiva di vita ed ambiente che può far la differenza anche per tipologie specifiche di produzioni manifatturiere legate al made in Italy”.

Prossimi step l’avvio della seconda fase, ossia la stesura vera e propria del «Patto per lo sviluppo» secondo le linee suggerite dalle università marchigiane con indicazione degli obiettivi, individuazione del cronoprogramma e del piano finanziario da condividere poi con il Governo nazionale e l’Unione Europea.

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