PORTO SANT'ELPIDIO - Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell'attuale fase del procedimento, indagini preliminari, fino ad un definitive accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile ed al fine di assicurare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito, si rappresenta che, gli operatori delle volanti della Questura di Fermo, hanno fermato in extremis una donna che perseguitava l'ex convivente dal 2017.
Nella circostanza, pochi giorni fa un uomo di circa 50 anni, residente a Porto Sant’Elpidio, si e recato presso Ia stazione dei carabinieri di Porto Sant'Elpidio per denunciare il danneggiamento delle telecamere di videosorveglianza della propria abitazione. L’uomo, il giorno successive, terminate il turno di lavoro, giunto nei pressi della propria abitazione, aveva notato tra le auto una persona appiedata nascosta, con lo stesso cappotto della persona travisata che aveva danneggiato il sistema di videosorveglianza.
Quest'ultimo, sospettando che si potesse trattare di una donna da lui conosciuta, manifestando, al contempo, timore per Ia sua incolumità considerate che in passato, ovvero nel 2017, nei confronti della stessa era stata adottata una misura cautelare della custodia in regime di arresti domiciliari, e successivamente, nel 2018, un divieto di avvicinamento alia vittima, contattava il 112 N.U.E. e raccontava quanto sopra.
Prontamente l'operatore della Centrale Operativa inviava una Volante sul posto. I Poliziotti, vedendo l'uomo in macchina scosso e intimorito, decidevano di accompagnarlo presso Ia propria abitazione. A distanza di pochi metri dalla vittima, da dietro un'autovettura in sosta, usciva repentinamente una donna incappucciata che correva verso il richiedente e, arrivata ad una distanza di circa 2 o 3 metri, notata Ia presenza dei poliziotti, si dava a precipitosa fuga.
lmmediatamente raggiunta dagli agenti, notavano che dalla mane sinistra della donna cadeva a terra un coltello da cucina di circa 20 centimetri e, con non poca fatica, in quanto opponeva resistenza per cercare di guadagnare Ia fuga, veniva ammanettata.
La donna, una polacca anch'essa di 50 anni, veniva accompagnata presso questi uffici per gli accertamenti del caso e per Ia mancanza di un documento di identificazione.
La vittima giungeva in Questura per denunciare quanto accaduto, riconosceva Ia donna e forniva i video dei danneggiamenti del giorno prima, dove dalla cui visione si riscontravano elementi compatibili con l'abbigliamento della donna indossanti nei fatti accaduti nella serata del 24 marzo.
La donna veniva deferita in stato di libertà, i reati di porto di armi od oggetti atti ad offendere, atti persecutori aggravati e resistenza a Pubblico Ufficiale.