PEDASO - Negli ultimi anni, il fenomeno degli atti persecutori, noto anche come stalking, ha assunto un’importanza crescente nel panorama della sicurezza pubblica. Questo subdolo reato mina infatti la serenità dei cittadini, colpendo in particolare le vittime, che vivono nella costante paura e angoscia a causa delle condotte persecutorie dei loro aggressori. I Carabinieri, consapevoli della gravità di questa problematica, hanno intensificato il loro impegno nella prevenzione e nella tutela delle vittime, attuando specifiche strategie operative e investendo nella formazione del personale, per riconoscere e affrontare tempestivamente tali situazioni. La normativa italiana in materia di atti persecutori è contenuta nell'articolo 612-bis del Codice Penale, introdotto con la legge 38 del 2009. Questa norma punisce le condotte di chi, con comportamenti reiterati, crea ansia o paura nella vittima, compromettendo la sua serenità e qualità della vita. Il legislatore ha previsto sanzioni severe per chi si rende responsabile di tali atti, riconoscendo la necessità di proteggere le vittime e di garantire loro un adeguato supporto.
Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento - indagini preliminari - fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, ed al fine di assicurare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito, si comunica che negli ultimi giorni i Carabinieri della Stazione di Pedaso hanno portato a termine un’importante operazione di contrasto agli atti persecutori, arrestando un 26enne albanese. L’attività d’indagine, scaturita dalla querela presentata dall’ex convivente dell’uomo, ha impegnato i militari di quel Comando che hanno posto un freno alle continue minacce, condotte vessatorie nonché richieste di denaro dell’uomo, per le quali la vittima risulterebbe aver consegnato complessivamente la somma di ben 34.000 euro. Successivamente alla denuncia, l’uomo si è presentato per l’ennesima volta presso l’abitazione della vittima, perseverante nel suo comportamento violento e minaccioso, ma stavolta è stato prontamente fermato e tratto in arresto dai Carabinieri nella flagranza del reato di estorsione ed atti persecutori.
Sempre i militari della Stazione Carabinieri di Pedaso hanno poi denunciato un altro albanese 41enne, poiché da anni inadempiente alla corresponsione del mantenimento (400 euro mensili) del figlio minore, quest’ultimo affidato alla madre come da Sentenza del Tribunale di Fermo.
Ancora a Pedaso, i Carabinieri hanno infine denunciato un italiano 41enne, resosi autore di atti persecutori nei confronti di una donna. La condotta vessatoria dell’uomo, caratterizzata da continui messaggi telefonici, pedinamenti nonché telefonate, già a partire dal mese di dicembre 2024 ha provocato nella donna un forte stato d’ansia tale da modificare le sue abituali attività quotidiane. In questo caso è scattato il c.d. “Codice Rosso” a tutela della donna. Le principali disposizioni previste dal Codice Rosso riguardano la priorità di intervento (le segnalazioni di violenza domestica e di genere devono essere trattate con urgenza dalle forze dell’ordine e dalla magistratura); l’obbligo di informazione (gli operatori di polizia sono tenuti a informare le vittime sui loro diritti e sulle misure di protezione disponibili, come l’adozione di un provvedimento di allontanamento a carico dell’autore); misure di protezione come il divieto di avvicinamento alla vittima e l’allontanamento dalla casa familiare nonché percorsi di protezione (che possono includere servizi di assistenza legale e psicologica). La legge prevede inoltre aggravanti per i reati di stalking e violenza nei confronti di donne in stato di gravidanza o con figli minori, nonché per i reati commessi in presenza di minori. È fondamentale che chi subisce tali comportamenti non resti in silenzio, ma si affidi alle istituzioni per ottenere la protezione e il supporto di cui ha bisogno.