L’assessore regionale Baldelli punta sulla terza corsia autostradale: "Questione non più rinviabile per Sud delle Marche"

FERMANO - Osteggiata, voluta, cristallizzata nel tempo, la terza corsia dell’A14 è una di quelle opere che fa discutere da decenni. Pensata per migliorare la viabilità tra Marche e Abruzzo, liberando il tratto da Porto Sant’Elpidio e San Benedetto del Tronto da interminabili code, tuttora divide. C’è chi la vorrebbe e chi, invece, invoca un arretramento di almeno 15 chilometri, trasformando il vecchio tratto in una tangenziale veloce: ma qual è, al momento attuale, la posizione maggiormente condivisa a livello istituzionale? Ne abbiamo parlato con l’Assessore della Regione Marche, con delega alle Infrastrutture, Francesco Baldelli.

Sicuramente quella che preveda il giusto equilibrio nel rapporto costi-benefici. – sottolinea - Non ci sono soluzioni predeterminate e rigide, oscillanti tra arretramento e ampliamento in sede della strada, perché le variabili da tenere in considerazione sono molte e complesse. Esse vanno, solo per citarne alcune, dalla criticità della distribuzione dei rilievi montuosi in alcune zone come accade nel tratto a sud di Pedaso, all’impatto ambientale, fino alla gestione del traffico durante la realizzazione dell’opera. La Terza corsia è una infrastruttura fondamentale che la Giunta Acquaroli ha voluto inserire tra le priorità nazionali di Ministero e Autostrade (Aspi), dopo che in passato se n’erano colpevolmente perse le tracce. Nel settembre dello scorso anno abbiamo ottenuto l’apertura di un tavolo tecnico per affrontare, in maniera definitiva, una questione non più rinviabile per lo sviluppo dei territori del sud delle Marche”.

A che punto siamo? Quali saranno le prossime scelte imminenti sul piatto? “Continuiamo il confronto con Aspi e Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, coinvolgendo al tempo stesso Sindaci, istituzioni e rappresentanti delle categorie economiche e professionali, in particolare, delle province di Fermo e Ascoli Piceno, insieme alla Regione Abruzzo. Siamo in attesa della nuova governance di Aspi per proseguire sulla linea del confronto e del coinvolgimento di tutti gli attori, per arrivare alla soluzione migliore. Vogliamo privilegiare il gioco di squadra, sia a livello nazionale che locale, ascoltando i territori e i loro rappresentanti per cogliere pienamente questa irripetibile occasione, al fine di ottenere finalmente una A14 a tre corsie in tutto il tratto marchigiano”.

Accanto alla terza corsia dell’A14, si fa molto parlare di potenziamento della rete ferroviaria.Collegamenti stradali e ferroviari sono al centro della nostra visione delle infrastrutture, che ha come obiettivo principale quello di disegnare una regione interconnessa e intermodale. Il Libro bianco sui trasporti della Commissione europea prescrive il trasferimento su rotaia del 30% del trasporto merci su strada entro il 2030, e del 50% di merci e passeggeri entro il 2050. Non dobbiamo farci trovare impreparati a questi appuntamenti, per questo anche gli interventi sulle infrastrutture ferroviarie sono indirizzati a ‘cantierare il cantierabile’, con l’obiettivo di velocizzare il traffico passeggeri e incrementare quello delle merci su rotaia. Al fine di incentivare l’utilizzo del treno quale vera alternativa all’auto, inoltre, la Regione Marche è impegnata nel progetto di unire i suoi territori attraverso un anello ferroviario che, senza interruzioni, da Ascoli Piceno scenda lungo la costa, risalga a Civitanova Marche e raggiunga Fano e Urbino, passando per Fabriano. Parliamo di un anello in grado di collegarsi anche con le grandi infrastrutture come la ferrovia Orte-Falconara, il Porto di Ancona e l’Aeroporto di Falconara. Intermodalità e interconnessione sono due concetti che abbiamo adottato fin dall’inizio del nostro mandato per disegnare una visione delle infrastrutture che purtroppo è mancata nel passato, lasciando il posto a interventi frazionati, incapaci di colmare il nostro storico gap infrastrutturale, che ci ha relegato al rango di ‘regione in transizione’ a livello europeo”.

Silvia Ilari

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