Guardia di Finanza: frode sui contributi Covid previsti dal decreto "Cura Italia", 3 denunce

FERMANO - Nell’ambito di attività istituzionale a contrasto dell’indebito accesso alle misure di sostegno erogate dallo Stato, il Comando Provinciale di Fermo ha segnalato alla locale Procura della Repubblica presso il Tribunale nr. 3 soggetti per i reati di falsità materiale commessa da privato e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Come noto, con il Decreto Legge 17 marzo 2020 nr. 18, cosiddetto “Cura Italia”, sono stati previsti e stanziati una serie di contributi statali per il sostentamento di alcune categorie professionali che, a causa della crisi pandemica e delle conseguenti limitazioni adottate, hanno conosciuto una forte battuta d’arresto e, in alcuni casi, una vera e propria sospensione delle attività.

Tra i diversi settori colpiti dalla pandemia, rientra indubbiamente quello dello sport: i centri e gli impianti sportivi sono stati infatti tra i primi ad essere interdetti al momento dell’introduzione delle restrizioni sanitarie, provocando un inevitabile blocco per un’intera categoria di lavoratori.

Per scongiurare il completo collasso dell’intero settore lo Stato, attraverso l’art. 96 del D.L. Cura Italia, ha introdotto un contributo quale indennità per tutti i collaboratori sportivi, erogato da Sport e Salute SpA - società in house del Ministero dell’Economia e delle Finanze - sulla base di alcuni requisiti normativamente previsti.

L’attività posta in essere dalle fiamme gialle scaturisce da anomalie rilevate sui cassetti fiscali di diversi giovani associati ad un’importante associazione sportiva dilettantistica del Fermano, nei quali risultava presente una Certificazione Unica emessa nei loro confronti dalla Sport e Salute S.p.A, riguardante l’erogazione di una somma riconducibile al contributo sopracitato, tuttavia mai richiesto né percepito.

Gli accertamenti eseguiti su delega della Procura della Repubblica di Fermo hanno disvelato un ingegnoso sistema posto in essere dall’A.S.D., la quale avrebbe presentato l’istanza per l’accesso al beneficio in nome e per conto di oltre 50 collaboratori sportivi, totalmente inconsapevoli.

I militari del Gruppo di Fermo, dopo aver acquisito ed esaminato tutta la documentazione presentata alla Sport e Salute S.p.A. dalla A.S.D. per l’ottenimento del beneficio, hanno convocato numerosi ragazzi destinatari del contributo statale, i quali hanno completamente disconosciuto sia le firme apposte, sia il modello e il contenuto dell’istanza.

Gli stessi hanno inoltre confermato di non aver mai richiesto né percepito alcun compenso o rimborso. Tali dichiarazioni venivano comprovate dal fatto che, tra la documentazione acquisita, vi fossero anche diverse deleghe all’incasso, anch’esse falsificate, con cui i ragazzi, sprovvisti di un proprio conto corrente, avrebbero richiesto l’accredito delle somme su quello della associazione sportiva.

In una successiva fase d’indagine, esperita mediante mirati accertamenti bancari, sono state analizzate le movimentazioni di denaro su tale conto corrente ed è stato effettivamente riscontrato che i contributi statali erogati venivano integralmente accreditati sul medesimo, senza tuttavia essere poi riversati ai legittimi beneficiari. Inoltre, gli approfondimenti effettuati hanno fatto emergere che alcuni atleti in nome e per conto dei quali la A.S.D. aveva richiesto il contributo, in realtà non ne avrebbero avuto neppure diritto, posto che risultavano aver percepito altri redditi, condizione incompatibile con il beneficio in questione.

Il meccanismo fraudolento ha permesso all’A.S.D. di intascare oltre € 250.000, gran parte dei quali erano destinati a tutela ed in favore dei collaboratori sportivi associati ma che, di fatto, non sono mai entrati nella disponibilità dei medesimi.

Le condotte illecite sono attualmente al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e, sulla base del principio di presunzione di innocenza, l’eventuale colpevolezza delle persone sarà definitivamente accertata solo ove interverrà sentenza irrevocabile di condanna.

L’attività di servizio conclusa, testimonia il ruolo primario della Guardia di Finanza nella lotta agli sprechi di denaro pubblico, con la finalità di consentire un utilizzo trasparente ed efficiente dei finanziamenti nazionali e comunitari e garantire l’effettivo sostegno alle fasce più colpite dalla crisi pandemica.

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