Gambling e intelligenza: chi ha il QI più alto sceglie giochi d’abilità

La ricerca di una possibile correlazione fra intelligenza e gioco d’azzardo è un annoso interrogativo spesso dibattuto. La tendenza da parte di una determinata fetta dell’opinione pubblica, che non vede di buon occhio i giocatori, è poi quella di configurarli tutti quanti come soggetti problematici o affetti da ludopatie, non in grado di gestire le proprie economie e alla ricerca di facili risultati.

Un luogo comune fin troppo diffuso, che innesca non pochi problemi anche nella trattazione del gioco pubblico in termini politici, economici e, ovviamente, sociali.

Ma quali sono le reali correlazioni fra intelligenza e gioco d’azzardo?

Ma, come spesso capita, le opinioni generalizzate non si rivelano attendibili e la realtà delle cose è molto più sfaccettata e complessa di quel che sembra.

Uno studio finlandese analizzato dal blog Giochidislots.com ha cercato di dipanare un po’ di dubbi in merito, giungendo a risultati che probabilmente coglieranno molti di sorpresa.

La ricerca si basa su un campione di 15.000 soggetti maschili che erano stati sottoposti al test del QI contestualmente all’arruolamento militare, quindi di età attorno ai 19-20 anni, mentre le donne non sono state prese in considerazione essendo la leva volontaria e dunque per una carenza di dati.

Ebbene, l’esito della ricerca ha rivelato una forte correlazione fra uomini con QI elevato e l’attitudine a partecipare a giochi d’azzardo basati sulle abilità.

Seppure i risultati non si riferiscano all’intero panorama del gambling, escludendo in toto giochi regolati da algoritmi casuali come le slot machine, quanto emerso riveste particolare importanza, in quanto le ricerche precedenti effettuate in merito sono davvero poche e il forte legame emerso dal panel in esame è davvero significativo.

Si può infatti dedurre dai risultati che i soggetti con QI più alto siano più portati a giocare d’azzardo per saggiare e sfidare le proprie capacità, su un piano prettamente matematico.

In determinate tipologie di gioco, è infatti possibile applicare alcuni modelli teorizzati da famosi matematici, come ricorda appunto Giochidislots.com, sulla scorta dei quali è possibile effettuare ragionamenti sulle probabilità di vincita. Un argomento complesso, a cui è stato dedicato un libro da Adam Kucharski, che ha ripercorso la lunga e intricata relazione fra gambling e scienza attraverso secoli di studi, da Galilei a Keplero a Turing.

Troppa eterogeneità fra i giocatori per conoscere i motivi che li portano a scommettere

Insomma, la ricerca finlandese sembra buttare le basi per poter anzitutto sconfessare una credenza diffusa che dipinge i giocatori come soggetti poco istruiti o poco intelligenti, aprendo invece a un’eterogeneità propria del settore, che include soggetti con diversi livelli di istruzione e differenti caratteristiche.

Il gioco è infatti contornato da un alone di fascino che conquista davvero tutti, ma comprendere i motivi che spingono una persona a scegliere di puntare su una slot machine piuttosto che su un cavallo in corsa, non può che rimanere un mistero, certamente non risolvibile con l’analisi di dati aggregati.

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