Coronavirus, le parole dell'Arcivescovo di Fermo Rocco Pennacchio

MARCHE - L'Arcivescovo di Fermo, Monsignor Rocco Pennacchio, interviente sulla questione del Coronavirus, e lo fa con una lettera indirizzata alla comunità diocesana che riportiamo integralmente:

Carissimi,

in ragione della diffusione, anche in Italia, del contagio da virus COVID 19, intendendo rispondere alle richieste di parroci e fedeli dell’Arcidiocesi, ho maturato le seguenti riflessioni insieme a quanti condividono la responsabilità pastorale del nostro popolo:

  • In assenza di provvedimenti e/o indicazioni da parte delle istituzioni civili, è possibile applicare misure ‘minime’ di igiene, già adottate in passato in analoghe occasioni, ovvero:
  • Rimuovere l’acqua benedetta dalle acquasantiere;
  • Sospendere lo scambio della pace durante le celebrazioni (peraltro non obbligatorio nelle messe feriali);
  • Distribuire e ricevere la Santa Eucarestia esclusivamente sulle mani
  • Astenersi dal frequentare la Messa in parrocchia in caso di salute precaria, partecipando ai riti trasmessi alla radio o in tv.

L’applicazione di tali misure è riservata al prudente discernimento dei parroci e delle comunità religiose.

  • Cogliamo l’imminenza della Quaresima
  • per vivere il digiuno, accettando serenamente le necessarie limitazioni che tale situazione comporta e evitando parole inutili o superflue;
  • per vivere la carità come solidarietà, incoraggiamento e stima verso quanti stanno instancabilmente operando nel campo sanitario per alleviare le sofferenze delle persone colpite;
  • soprattutto rafforzando la preghiera per i sofferenti, i morti a causa del virus COVID 19 e le loro famiglie.

  • In questo momento dobbiamo rimanere uniti e fiduciosi nella provvidenza di Dio e nell’operato del sistema sanitario nazionale. Ci dissociamo, perciò, da quanti alimentano un clima di paura con atteggiamenti discriminatori verso fratelli e sorelle sospettati di essere “untori”. Assicuro tutta la nostra solidarietà con il popolo cinese innanzitutto e, in generale, con quanti, a causa delle farneticazioni di alcuni, patiscono ulteriori sofferenze. Anche per questo motivo non sono per nulla condivisibili messaggi attribuibili a gruppi e personalità che si dicono animati dalla fede cristiana e che collegano il contagio ad una punizione divina e la ragione della sua diffusone alla mancanza di preghiera corale della Chiesa: tali semplificazioni non sono accettabili.

  • La comunità cristiana conferma la sua disponibilità a collaborare con tutte le istituzioni nell’adottare ulteriori misure che, eventualmente, in futuro si ritenessero necessarie per tutelare la salute pubblica.

La Madonna, salute degli infermi, sostenga la nostra preghiera.

Rocco Pennachcio

Arcivescovo Metropolita di Fermo

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