FERMO - Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento, indagini preliminari, fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, ed al fine di assicurare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito, si comunica che la Squadra Mobile di Fermo il 18 ottobre, organizzava un servizio specifico rivolto al controllo del quartiere di “Lido Tre Archi” finalizzato al rintraccio di due soggetti magrebini che, nella mattinata, avevano minacciato in modo grave un cittadino ivi residente. Questi, nella medesima giornata, aveva sporto denuncia.
Gli agenti, durante i predetti controlli, identificavano diverse persone e veicoli che si trovavano a Lido Tre Archi, ispezionando altresì condomini, androni e pertinenze ai piani terranei.
Alle 22:30 circa, gli agenti fermavano prima un diciottenne nordafricano che camminava lungo il ponte che collega la via Milano di Porto Sant’Elpidio alla via Pietro Nenni di Lido Tre Archi, in compagnia di un rottweiler senza museruola. Il soggetto, sprovvisto di documenti, veniva accompagnato in Questura al fine di accertare la sua reale identità. Contemporaneamente gli altri agenti, fermavano un altro soggetto di origine magrebina nei pressi del porticato di via Mattarella, privo di documenti e per niente collaborativo.
Infatti, a richiesta degli operatori, non riusciva a giustificare la sua presenza sul luogo e, nonostante le numerose intimazioni a togliere le mani dalla tasca, non ottemperava a tali richieste, insistendo nel suo atteggiamento oppositivo. Per tali ragioni, gli agenti decidevano di accompagnarlo in Questura, ma il ventenne egiziano, si dimenava con forza, tanto da rendersi necessario il suo contenimento con l’apposito dispositivo di sicurezza e collocarlo all’interno della Volante, giunta in ausilio vista l’elevata sua irruenza.
I due soggetti venivano accompagnati negli uffici della Squadra Mobile e ivi giunti, il giovane, in modo del tutto improvviso, si scagliava d’impeto contro i due agenti che lo stavano accompagnando, cercando prima di colpire con una testata il volto di un poliziotto, per poi morderlo, procurandogli così una ferita sanguinante, mentre l’altro lo colpiva con numerosi calci alla tibia. (L’agente ferito veniva dimesso con prognosi di 20 giorni per la ferita causata dal morso con frattura ad una falange di un dito della mano.)
Altri agenti presenti negli uffici, sentendo del gran chiasso, si precipitavano in ausilio e riuscivano con non poca fatica, a contenerlo. Quest’ultimo, poco dopo, nonostante i dispositivi di sicurezza applicati, si provocava con un oggetto di piccole dimensioni, un profondo taglio sull’avambraccio sinistro dal quale usciva una copiosa quantità di sangue.
Gli operatori presenti, visto quanto accaduto, prestavano le prime cure in attesa dell’arrivo del “118” e nell’attesa, tentavano di tamponare la ferita per impedire la fuoriuscita del sangue. Nonostante l’intervento degli operatori, egli si opponeva con forza ai vari tentativi di soccorso
Accompagnato in ospedale con il personale del 118, veniva notiziato il P.M. di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Fermo, che ne disponeva gli arresti presso il luogo di cura, attesa la condizione fisica in cui il medesimo versava.
Il GIP, nei giorni seguenti, ne convalidava l’arresto.