Coldiretti Marche, meno avanzi ma non solo per Natale: ogni marchigiano produce 20 chili in meno di rifiuti rispetto a 10 anni fa

MARCHE - Polpettone con la carne o il pesce avanzati, le verdure bollite recuperate come colorante naturale nella preparazione della pasta reale (le carote per l'arancione, le foglie del sedano per il verde). Oppure frittate per dare nuovo slancio a piatti di verdura e pasta, magari da gratinare al forno come anche il bollito di cappone o di tacchina, lavorato e poi passato in pastella, da trasformare in crocchette stile nuggets. E perché non farsi una marmellata in casa con la frutta fresca avanzata? Complice una crescente sensibilità verso la riduzione degli sprechi, il riuso caro ai nostri nonni torna a farsi largo.

E così l’83% degli italiani troverà avanzi a tavola in questi giorni, successivi a pranzi e cenoni. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixe’ divulgata nel giorno di Santo Stefano solo il 15% delle famiglie non produce avanzi, il 2% li dona in beneficenza mentre nessuno dichiara di buttare gli avanzi nel bidone. Così anche nelle Marche dove la riduzione degli sprechi ha portato nel tempo ad avere meno rifiuti. Ogni cittadino marchigiano ne produce annualmente circa 520 chili di rifiuti, oltre 20 chili in meno rispetto a 10 anni fa. Per conservare il cibo del giorno prima ed evitare di gettarlo nella spazzatura gli agrichef di Coldiretti hanno elaborato qualche consiglio a partire dalla conservazione in frigo o in congelatore dove è meglio dividere il cibo in monoporzioni.

Per scongelarle si può utilizzare il forno a microonde o il vapore di una pentola piena di acqua calda, ma la soluzione migliore, seppure più lenta, è quella di utilizzare il frigo, dove il passaggio di temperatura è più costante. Una volta scongelate, le pietanza vanno consumate entro 24 ore e non possono essere congelate nuovamente.

Allo stesso modo – prosegue Coldiretti – il cibo avanzato non va riscaldato più di una volta. Quando vanno messi sui fornelli, minestre, sughi e salse del giorno prima vanno fatte bollire mentre per gli altri piatti si consiglia comunque di portare la temperatura sopra i 70 gradi. In questo modo saremo sicuri – spiega Coldiretti – di evitare il rischio di proliferazione di batteri. Al momento di scegliere il tipo di contenitore da utilizzare, una buona soluzione può essere il vetro, a partire dai barattoli con tappo a chiusura ermetica che consentono di conservare meglio le caratteristiche organolettiche del cibo.

L’altra soluzione, più “tecnica”, è l’uso del sottovuoto che permette di allungare ulteriormente la “seconda vita” delle pietanze. Per il tradizionale appuntamento del Natale con la tavola sono stati spesi 2,6 miliardi di euro, il 9% in più rispetto allo scorso anno. Se nel menu della vigilia – conclude la Coldiretti – è stato servito il pesce in otto tavole su dieci (81%), a Natale prevale la carne e vincono bolliti, arrosti e fritti, dall’agnello ai tacchini, ma anche minestre, zuppe, paste ripiene, cappelletti in brodo e pizze rustiche e i dolci fatti in casa, con il record di una media di 3,8 ore trascorse in cucina per la preparazione dei piatti.

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