Aspettando Cantine Aperte...

Dal 2002 ha organizzato con l’Associazione Italiana Sommelier una decina di corsi di primo livello, formando circa 600 persone. Nel weekend del 6 e 7 giugno, dopo una passeggiata tra Abruzzo, Molise e Puglia, consegnerà attestati a ben 25 neo sommelier della provincia di Fermo. E a breve organizzerà una cena per consegnare 84 attestati di frequenza al primo livello che si è chiuso, pochi giorni fa, a Porto San Giorgio. Chi meglio di un professionista come Stefano Isidori (delegato provinciale AIS, a capo di circa 150 soci sui quasi 1.500 regionali), quindi, può fare una vera e propria fotografia al settore vitivinicolo del nostro territorio, proprio nel mese di Cantine Aperte?

Isidori, parliamo di noi, di un Fermano sempre più impegnato nella produzione di vino. “La situazione sta diventando sempre più interessante. Non che nello storico sia mancata la notorietà, ma questo territorio aveva abbandonato la campagna dedicandosi alle scarpe. Adesso invece si stanno riscoprendo grandi potenzialità: non solo i soliti noti, le 3 o 4 cantine pluriblasonate, ma anche aziende giovani che stanno riportando in auge quella che era la nostra tradizione contadina, lavorando con i nostri vitigni; alcune addirittura con vitigni come Cabernet-sauvignon e Merlot, che in queste zone trovano spessore”.

Il trend si fa molto interessante, quindi. “Sì, come rappresentante dell’AIS inizio a diventare orgoglioso dei produttori di vino fermani, dalla costa all’entroterra passando per Altidona, Monte Urano, Montegranaro, Rapagnano, Montegiorgio, Ortezzano e Montelparo. Perché alle nostre colline non manca proprio nulla”.

Un binomio vincente dettato da due fattori, vale a dire la qualità dei terreni e la capacità dei produttori? “I nostri terreni sono simili a quelli dell’Ascolano e dell’Anconetano: quindi, se vanno bene a sud o a nord, perché non devono esserlo qui? Parliamo di terreni calcarei, ricchi di argilla e perciò eccellenti sia per vini bianchi che rossi. E poi la temperatura, il clima, la conformazione: questo c’è sempre stato, ma il cambiamento è legato al fatto che qualcuno ha iniziato a crederci, rimettendo in gioco le nostre tradizioni”.

E arriviamo a Cantine Aperte, in programma i prossimi 30 e 31 maggio, che vede però il Fermano con un numero ridotto di cantine partecipanti. “Diciamo che Cantine Aperte, nata per fare promozione alle cantine, è sicuramente un bellissimo veicolo per farsi conoscere. L’enoturismo ha numeri impressionanti, porta persone nelle cantine, favorisce la vendita e crea perciò anche economia. Riguardo alla partecipazione delle aziende, però, è sempre una questione di scelte. C’è bisogno di iscriversi, pagare una quota di iscrizione, per i due giorni è richiesto un impegno notevole, devi sostenere diverse spese: ognuno, quindi, sceglie quello che preferisce. E a proposito di scelte, pensa che c’è addirittura chi mi ha confermato che non parteciperà più al Vinitaly, la manifestazione nazionale più importante. Questo perché ha deciso di investire quei soldi nel territorio, facendo promozione qui, portando gli amanti del vino qui. Possiamo dire che questo è sbagliato? E’ una scelta. Ma per quello che riguarda me, se avessi una cantina farei sicuramente Cantine Aperte…”.

Andrea Braconi

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