Amandola ci prova: “Costruiamo un Sistema Sibillini”. Le azioni (e i prossimi obiettivi) del primo cittadino Adolfo Marinangeli

AMANDOLA - Parla chiaramente di Sistema Sibillini, Adolfo Marinangeli. Perché, per il primo cittadino di Amandola, da soli non si va da nessuna parte. Specie in un'area molto vasta come quella montana che, nell'arco di 4 anni, ha dovuto affrontare gli effetti dei terremoti del 2016 e quelli dell'emergenza Covid in questo surreale 2020. Serve piena applicazione a quella parola - sinergia - troppo spesso stridente rispetto all'autoreferenzialità manifestata dei Comuni interessati. Campanilismi che già nella fase successiva al sisma erano, purtroppo, riemersi con forza.

“Amandola da sola non va da nessuna parte, questo è chiaro - rimarca Marinangeli -. Lo stesso nuovo ospedale in costruzione si chiamerà Ospedale dei Sibillini. Per noi il tartufo non è di Amandola ma dei Sibillini. Stando insieme, ne siamo convinti, i benefici sono superiori della stessa sommatoria dei Comuni”. E la sua città ha scelto di farlo “a prescindere”, aggiunge il sindaco citando Totò.

Uno dei cardini per voi è stato il turismo, con un brand riconoscibile.

“Abbiamo fatto un'attenta valutazione, per capire quali fossero le peculiarità del nostro sistema turistico e le varie offerte. Occorreva potenziare il sistema di ricezione, dall'ufficio turistico a tutte quelle forme di visibilità sui social, oltre a muovere l'interesse su tutto il territorio, guardando non solo ad Amandola. Poi serviva impegnarsi sulle iniziative che il momento particolare richiedeva, culturali, storiche, architettoniche, paesaggistiche e legate ai percorsi, anche in bici.”

Avere incontrato lungo la strada il terremoto prima e il Covid poi ha reso tutto più difficile.

“Sicuramente, ma abbiamo capito come essere presenti sugli organi di informazioni, alle fiere di settore, a partire dalla Bit, sia cruciale. E poi la cosa vincente è stata quella di studiare un brand, far sì che diventasse un po' il nostro biglietto da visita. C'è stato un lavoro forte sul tartufo, perché poteva essere di grande interesse come effettivamente è stato.”

A dare supporto alle vostre scelte sono poi arrivati i dati sull'affluenza turistica.

“Nel nostro ufficio turistico sono passate oltre 2.000 persone tra giugno e agosto, persone che abbiamo censito. A tutte abbiamo donato la card turistica, con gelato gratuito o caffè o bevuta, insieme alla cartina di Amandola e quella del Parco, info su percorsi anche bike e istruzioni per utilizzare le varie app. Nell'arco di tutto lo scorso anno di card ne sono state distribuite 1.500, mentre quest'anno siamo già intorno alle 3.000 nonostante il terremoto ed il Covid.”

Si chiama accoglienza, no?

“Sì, è una parola che siamo abituati ad utilizzare ma anche a praticare.”

Non dimentichiamo, però, che una comunità si regge principalmente sui servizi a disposizione.

“La parte essenziale abbiamo capito subito fosse questa, soprattutto i servizi sanitari. Oltre che per i cittadini, la discriminante nella scelta che avrebbero fatto un domani sia il turista che il residente turista, quello cioè di più lungo periodo che acquista casa e la affitta, sarebbe stata la garanzia certa di servizi sanitari, ospedale in primis e poi servizi ambulatoriali. Addirittura molti hanno atteso prima di comprare casa, dopo aver visto che l'ospedale sarebbe partito.”

E a breve altri servizi verranno riattivati.

“È importante anche aver lavorato per il reparto di medicina, che partirà a settembre, anticipando così di almeno 3 anni il ripristino di quasi tutti i servizi. In sostanza, abbiamo il 90% dei servizi che avevamo prima. E non dimentichiamo la scuola, gli uffici regionali e l'ufficio del lavoro, che aprirà a giorni. Questo fa di Amandola un vero punto di riferimento per la montagna.”

Andera Braconi

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