MONTI SIBILLINI - Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini interviene, con una nota, in merito ai dati relativi al rapporto ISPRA SNPA sul “Consumo di Suolo in Italia 2018”. “Spiace constatare come, dalla lettura del rapporto, sia stata evidenziata, con tono enfatico, l’attribuzione della «maglia nera» al nostro Parco” sottolinea il presidente dell’Ente, Oliviero Olivieri. “Niente da dire sui numeri e le cifre riportate, ma per fortuna viene poi chiarito che si tratta di 24 ettari di consumo di suolo in gran parte dovuti a costruzioni successive ai recenti fenomeni sismici. Lo ha specificato bene il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri, chiarendo appunto che si è trattato di interventi necessari e indispensabili per garantire un alloggio a quanti hanno vissuto la tragedia del terremoto”.
Dunque, il consumo di suolo è dovuto sostanzialmente alle piattaforme SAE, le cosiddette “casette” provvisorie, e ad opere connesse alla ricostruzione. “Va anche rimarcato” continua Olivieri “come molte decisioni urbanistiche siano state attuate dalla protezione civile in deroga, prescindendo cioè dal nulla osta del Parco. Pertanto, le SAE devono considerarsi costruzioni provvisorie, e il consumo di suolo va inteso non in senso definitivo. Il Parco” prosegue Olivieri “è stato spesso considerato, a torto, un deterrente alla ricostruzione, e trovarsi ora, invece, araldi del consumo di suolo suona davvero beffardo”.
Gli fa eco Carlo Bifulco, direttore dell’Ente: “la realtà è che noi abbiamo fatto la nostra parte, senza scendere a compromessi ma in modo intelligente e funzionale, affinché si creassero le condizioni migliori per garantire, nel rispetto delle normative di tutela ambientale, l’avvio della ricostruzione. Ma ciò non ci ha risparmiato da feroci polemiche come quando, insieme a Soprintendenza e Ministero Ambiente e Tutela Territorio e Mare, abbiamo dato parere negativo alla costruzione di nuovi parcheggi in zona B a Castelluccio. Eppure, solo il Parco, per quella decisione, è finito nell’occhio del ciclone…”
Se seguire questa politica di gestione del territorio, conclude Olivieri “significa vedersi attribuita la «maglia nera», allora possiamo dire di indossarla con orgoglio”.