Cattedrale ex Fim: recupero si o no. Se ne è parlato nel corso della Conferenza dei servizi

PORTO SANT'ELPDIO - Un nuovo parere da affidare ad un pool di esperti universitari per arrivare ad un parere definitivo circa la possibilità o no di recuperare la Cattedrale ex Fim. È la decisione assunta la mattina del 16 aprile, alla Conferenza dei servizi tenutasi a Porto Sant’Elpidio, a cui hanno partecipato rappresentanti del Comune, della Regione Marche, della Provincia di Fermo, di Arpam, Azienda sanitaria territoriale di Fermo, Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio delle province di Macerata-Fermo-Ascoli Piceno, Fim, Ecoelpiense, referenti di Legambiente ed altre associazioni interessate.
L’incontro è partito dalla presentazione dei risultati dei campionamenti effettuati sulla struttura della Cattedrale, che hanno confermato rilevamenti di inquinamento da metalli e che la Cattedrale rappresenta una sorgente primaria di contaminazione. Si è ribadito inoltre che le prove di sabbiatura, previste dal progetto di bonifica, non sono possibili visto lo stato di degrado strutturale dell’edificio.
L’Amministrazione comunale ha evidenziato di voler verificare procedure di recupero e di bonifica certe, definitive, durevoli e compatibili con la destinazione urbanistica dell’area ex Fim. Il Comune ha espresso l’intenzione di affidare un parere tecnico qualificato, l’Università degli studi di Bologna in questo senso si è resa disponibile ad una consulenza. Nel corso della riunione si è proposto di integrare tale gruppo di lavoro con una ulteriore figura, indicata dalla Soprintendenza.

“Al momento in cui ci siamo insediati il tema era capire se fosse confermato l’inquinamento diffuso della Cattedrale e se fosse possibile procedere con la sabbiatura – commenta il sindaco Massimiliano Ciarpella – Oggi conosciamo la risposta: la Cattedrale è sorgente primaria di inquinamento e come tale va trattata, la sabbiatura non è fattibile. L’utilità di affidare una nuova consulenza serve ad avere risposta ad un quesito chiaro e ad approfondire in particolare il tema della possibilità o no di un restauro. La Cattedrale va messa in sicurezza in modo permanente oppure neutralizzata, non ci sono altre vie. Chiederemo quindi a questo pool di esperti quali siano le tecniche, se esistono, in grado di garantire la definitiva messa in sicurezza della Cattedrale, che tuteli l’ambiente e la salute e sia compatibile con il vincolo e l’utilizzo dell’area. Comprendo la volontà di tutte le parti, proprietà, Comune, cittadini, associazioni, di arrivare a conclusione di questo lunghissimo iter. Non stiamo perdendo tempo, questo studio potrà essere effettuato e completato in tre mesi, trascorsi i quali riconvocheremo la Conferenza dei servizi per un’azione risolutiva: restauro o demolizione”.

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