Malattie oncologiche, il punto della situazione con il primario del reparto di Oncologia del Murri, dottor Renato Bisonni

Il dott. Renato Bisonni

FERMANO - L’Oncologia nel Fermano, i numeri, le attività, le prospettive. Ne abbiamo parlato con il primario dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia dell’Ospedale Murri di Fermo, il dottor Renato Bisonni.

Dottore, ci parli del trend malattie oncologiche nel nostro territorio: “Da poco tempo abbiamo il registro tumori, una conquista importante. Il registro ci fa la fotografia di cosa accade qui nelle Marche e nel Fermano. La nostra situazione, in linea con il dato nazionale, è questa: la malattia tumorale ha un’incidenza maggiore rispetto al passato ed è aumentata anche riguardo a classi di età più giovani (e questa cosa ci disturba molto), ma se andiamo a valutare le curve di sopravvivenza vediamo che queste sono migliori rispetto a qualche tempo fa. Quindi, se da una parte la malattia è più aggressiva, dall’altra è aumentata la capacità di curare, cronicizzare, guarire i malati e quindi la mortalità è diminuita".

Malattia oncologica, il “prima”

Quanto è importante la prevenzione? “Prevenire è fondamentale per vincere la battaglia. Esistono due tipi di prevenzione: quella primaria riguarda lo stile di vita, ossia ciò che dobbiamo fare per ridurre il rischio di malattia. Personalmente mi sto spendendo molto con diverse associazioni, quali la Lilt, nell’organizzare conferenze nei comuni del territorio per istruire le persone sui corretti stili di vita da adottare, ad esempio facendo attenzione ai cibi ultra raffinati, all’alcol, praticando sport, vaccinandosi, non fumando, ecc. In più, per una parte della popolazione che si ammala di cancro a causa della genetica, circa il 10% del totale, disponiamo dell’ambulatorio di genetica oncologica al fine appunto di controllare le famiglie che registrano una trasmissione generazionale della malattia.

Poi c’è la prevenzione secondaria, ossia lo screening che deve essere fatto da tutta la popolazione a rischio. Lo screening è gratuito e si viene chiamati; il problema è che, prima del covid, nel Fermano registravamo una grande adesione mentre nel post covid l’attenzione alla prevenzione è crollata in maniera spaventosa e, francamente, non si capisce il perché. Rivolgo un appello anche dalle vostre colonne: signori e signore, se vi chiamano andate a fare lo screening: è gratuito ed avete un percorso dedicato. Questo vi può salvare la vita perché curare la malattia nelle fasi iniziali o trovare lesioni precancerose è diverso che intervenire allo stato avanzato”.

Malattia oncologica: il “durante”

Ci parli dell’attività interna al reparto: “Nel 2023 abbiamo avuto in cura un po’ più di mille pazienti per più di 13.400 giornate erogate. Oltre me ci sono sei medici, professionisti di altissimo livello e dalle qualità umane e professionali incredibili. Insieme ci occupiamo del reparto qui al Murri e dell’Hospice a Montegranaro, questo ci fa stare un po’ con il fiato corto. Entrando nel dettaglio dell’attività, per quello che riguarda il corredo farmacologico posso garantire che siamo all’avanguardia: se un farmaco esce in qualsiasi modalità, io e i miei oncologi siamo estremamente efficienti nel dare al paziente l’ultima novità. Ultimamente, grazie alla generosità della Fondazione Carifermo, abbiamo acquisito un macchinario che riduce la caduta dei capelli attraverso un meccanismo di refrigerazione; in futuro dobbiamo puntare maggiormente sulla chirurgia oncologica, il Direttore Generale Dott. Grinta ha manifestato più volte una spiccata sensibilità verso questa tematica e sono ottimista. Oltre alla cura medica del paziente, fondamentale è poi l’empatia, la cura psicologica. L’Oncologia di Fermo è stata la prima unità nelle Marche ad avere una psicooncologa assunta, la dottoressa Barbara Esperide. Inoltre ci affiancano due associazioni di volontariato straordinarie, una che lavora all’interno del nostro reparto, l’Anpof, rendendo più leggera la permanenza dei pazienti in cura, e l’altra, l’Abbraccio, svolge la propria meritoria attività presso l’Hospice di Montegranaro".

Il “dopo”

Come viene gestito il paziente, una volta superata la malattia? “Facciamo tutta una serie di controlli clinici nel tempo, dagli otto ai quindici anni – spiega il dottor Bisonni -. Continuiamo a seguire i nostri pazienti con esami strumentali e visite programmate entrambi prenotati da noi, tutto questo gratuitamente. Per quanto riguarda il futuro del nostro reparto, confido molto nel nuovo ospedale in fase di ultimazione a Campiglione di Fermo. Spero ci venga data la disponibilità di un luogo accogliente ed ampio perché abbiamo tanti pazienti e ho fiducia nell’arrivo di altro personale. Concludo dicendo che l’Oncologia ha un costo importante perché la spesa farmaceutica è notevole, ma queste terapie così care allungano la vita. Attualmente, grazie a nuovi farmaci, abbiamo delle patologie da cui prima non si guariva e che ora guariscono. Penso all’immunoterapia: una buona parte di quei pazienti che fino a qualche anno fa, nonostante le nostre cure, sarebbero deceduti, ora sono vivi e guariti. I costi per queste terapie sono alti, è vero, ma la vita non ha prezzo”.

Alessandro Sabbatini

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