Il Laboratorio Analisi del “Murri”, reparto nevralgico del nosocomio fermano

Da sinistra: la dottoressa Daniela Scarponi, la dottoressa Emanuela Moriconi e il direttore Roberto Grinta

FERMO - Un viaggio nel “cuore” della sanità fermana: il Laboratorio Analisi della Uoc Patologia Clinica dell’Ospedale Murri è strettamente interconnesso con gli altri reparti del nosocomio fermano e con tutto il territorio della Ast Fermo. I numeri parlano chiaro: oltre 2,3 milioni di prestazioni ospedaliere eseguite, circa 1,5 milioni quelle extraospedaliere, ossia provenienti dagli 8 punti prelievo del Fermano, e il supporto su circa il 70% delle diagnosi cliniche. Tre dati per testimoniare la mole di lavoro che annualmente affronta il laboratorio.

Il direttore generale, dr. Roberto Grinta, ha accompagnato la Stampa all'interno del laboratorio per conoscere da vicino le tante componenti della Uoc Patologia clinica dell'azienda sanitaria fermana. Ad attendere i giornalisti il personale del reparto, con in testa la direttrice facente funzioni, dr.ssa Emanuela Moriconi, e la funzione organizzativa, dr.ssa Daniela Scarponi (tecnica sanitaria di laboratorio biomedico).

"Il Covid ha cambiato radicalmente l'approccio alla diagnostica - il punto del direttore Grinta - e nello specifico nell'ambito della Patologia clinica. L'indirizzo è sempre più verso la biologia molecolare con una nuova terapia diagnostica per gli ultimi sistemi di operatività".

Nel corso dell'incontro, la dr.ssa Moriconi ha illustrato ai giornalisti la struttura del laboratorio in tutte le sue componenti, dall'isola biochimica alla piattaforma ematologica: "Abbiamo potenziato anche la medicina di prossimità, ossia quella che ci porta ad erogare prestazioni anche fuori dal laboratorio - ha spiegato Moriconi -. Velocità? Per noi sono importanti i tempi di risposta ma lo è soprattutto l'appropriatezza prescrittiva per risultati certi che contribuiscono anche ad abbassare la spesa pubblica in ambito sanitario. L'appropriatezza è fondamentale nel percorso diagnostico e terapeutico. Da qui l'esigenza di elaborare flow-chart, sulla base delle evidenze scientifiche (Ebm) e linee guida nazionali, che individuano test utili nello screening e nella diagnosi, e test di II livello utili nell'approfondimento diagnostico. Il tutto allo scopo di ridurre le richieste inappropriate che possono essere causa di errori, e, attraverso la razionalizzazione dei percorsi, contribuire a garantire la universalità e sostenibilità del nostro Sistema sanitario nazionale".

Il laboratorio è sottoposto a un quotidiano controllo interno sulla qualità, ed anche a un sistema di controllo interregionale "un aspetto molto importante per i livelli di qualità, appunto, ma anche per la sicurezza degli operatori e dell'utenza".

Importante l’aggiornamento continuo che riguarda tutti gli operatori del reparto, ossia i 10 biologi e e medici e i 27 tecnici sanitari di laboratorio biomedico. “Aggiornarsi è fondamentale perché la tecnologia nel nostro comparto fa passi da gigante. I macchinari di ultima generazione di cui disponiamo tra qualche tempo saranno già vecchi ed andranno sostituiti – spiega la dottoressa Moriconi -. Al contempo la ricerca è continua e sono all’ordine del giorno nuovi test da inserire nei percorsi diagnostici. Aumentano efficienza, risposte sicure, tempi sempre più rapidi”.

Un lavoro complesso ed affascinante al tempo stesso. “Nel nostro organico abbiamo tanti giovani con prevalenza femminile sia tra i dirigenti che tra le figure tecniche. Lavoriamo 24 ore su 24, dobbiamo coprire non solo l'attività in sé ma anche la turnistica di laboratorio. Stanno uscendo gli avvisi per personale tecnico e dirigenti, inoltre puntiamo molto sul percorso universitario, abbiamo aperto il canale dei tirocini come tecnico di laboratorio con la Politecnica delle Marche”.

La Patologia clinica è in rapporto con il territorio, scrivevamo in apertura, in cui sono attivi anche percorsi che spaziano dalla violenza di genere all'espianto di organi. E nel futuro prossimo della Uoc c'è la Fast Microbiology: "Un sistema di identificazione dei germi e delle resistenze che ci consente di accorciare sensibilmente i tempi di analisi e di risposta. La direzione ci ha appoggiato pienamente in questo progetto - spiega la direttrice - per arrivare a una terapia empirica ragionata".

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