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La montagna che risorge

Risorgere dalle macerie

Le coste del Mare Adriatico e le terre che vi si affacciano hanno in comune, tutte, una connotazione: quella di una tranquillità quasi piatta che però sottende una energia potenziale che potrebbe scatenarsi in ogni momento, ma poi non lo fa quasi mai. Ma quando lo fa, sono dolori veri… Nell’Illiria, l’attuale Albania, fondarono il loro nuovo regno Cadmo, Re di Tebe, e sua moglie, la dea Armonia. Questa era la figlia di una “liaison” tra Afrodite e Ares, dal momento che la prima era la moglie di Efesto. La dea Armonia, figlia di un “pasticcio coniugale” e moglie di un mortale, nell’Adriatico ha dato il meglio di sé facendo di questo bellissimo “mare-golfo” un posto dove tutto accade, ma in misura minore: sono state “piccole” le guerre, relativamente senza tanti morti i terremoti, il mare e il tempo sono generalmente clementi. Insomma un mezzo paradiso, sì , ma anche un posto dimenticato da Dio, scomodo da raggiungere, tanto che i Romani mandavano i propri funzionari nel Piceno per punizione. Abitato da sempre da gente avvezza alla vita dura o, meglio, “sudata”, chi abita in queste terre è tendenzialmente guardingo verso “la gente nuova”, i “foresti”, almeno nei primi contatti. Forse per questo qui, nel sud delle Marche, specie all’interno, mai si è fatta una seria politica turistica, se si eccettua quella poca legata alle attività dei centri degli sport invernali. Ora, anche la tegola del terremoto non è che abbia ravvivato gli animi, ma con la pazienza tipica di chi dice che “poteva andare peggio” (poteva piovere fuoco, ad esempio!) i marchigiani della montagna si sono rimboccati le maniche e hanno ricominciato a costruire, riparare le case, puntellare i campanili... Di certo, lo Stato ci ha messo del suo nella ricostruzione, nonostante una burocrazia che tira nel senso opposto. Ma la pazienza di chi ha vissuto da sempre con al fianco una natura aspra ha fatto sì che, dopo i primi eterni attimi di disperazione, scattasse l’istinto della resistenza e sostenesse gli animi se non di tutti, di molti. Anche se, ancora oggi, molti hanno il divieto di rientrare nelle proprie case anche solo per arieggiare gli ambienti, e se lo fanno corrono il rischio di prendere multe da chi è addetto al controllo che ciò non avvenga e che le case rimangano disabitate e chiuse. Quindi, cosa fare? Bisogna riportare quei posti alla vita magari con la musica di artisti generosi e sensibili al problema? È una strada, per carità, ma quanto percorribile ed efficace? Di certo, non si potrà far risorgere ciò che anche prima della scossa non era ancora sorto ma, fidando sul potere della musica di aggregare la gente e di sensibilizzare l’opinione pubblica, forse si potrà fare in modo che il problema della ricostruzione non venga dimenticato e la gente dei luoghi del terremoto ritrovi almeno la dignità di cittadini di una Nazione che, ultimamente, non è di Santi né di stinchi di santo, e tanto meno di “navigatori”, a parte quelli che nelle disgrazie ci sguazzano e ci guadagnano… Per fortuna ci sono gli Eroi, e sono moltissimi: quelli che non si danno per vinti, che lottano all’ombra delle rovine cercando di resuscitare antiche risorse e attività, che levano la loro voce più con l’esempio e il rimboccarsi le maniche che con le proteste, e riescono tra difficoltà infinite ad arrivare alla fine del mese buttando il cuore oltre le macerie e le ferite dell’anima. Buon “risorgimento” a tutti.

Daniele Maiani



RisorgiMarche, un contenitore di musica e solidarietà

“Lo scorso anno RisorgiMarche è nato sulla base di un’idea che si è poi sviluppata in un progetto articolato: quello di un festival diffuso nel territorio interessato dalle scosse sismiche, che fosse al contempo occasione di incontro e di confronto tra tante persone provenienti da tutta Italia e locali, opportunità di rilancio turistico, necessità di tenere accesi i riflettori su zone a rischio di oblio da parte dei media e dell’opinione pubblica, volontà di ribadire la bellezza della mia regione e la sua inalterata capacità di accoglienza, desiderio di essere vicini anche fisicamente alle comunità colpite dal terremoto”. Sono le parole di Neri Marcorè impresse sul sito della manifestazione che, per il secondo anno consecutivo, sta caratterizzando l’estate marchigiana. Dopo la partenza strepitosa con Piero Pelù a Forca di Presta, il primo luglio ha preso il via la nuova edizione di RisorgiMarche, che dopo le oltre 80.000 presenze dello scorso anno ha già fatto registrare numeri importanti. “C’è molto lavoro da fare per ricostruire, non soltanto in senso proprio, ma anche nel morale, nel tessuto connettivo delle comunità che hanno subìto il dramma del terremoto - aggiunge Marcorè, che del festival è ideatore -. Ci vorranno ancora tempo, impegno, pazienza, energia e risorse. RisorgiMarche non pretende di essere la soluzione ai problemi reali della gente, ma costituisce una base sulla quale potranno essere innestate altre iniziative virtuose, un esempio di come la società civile può dare il suo contributo - in parallelo al lavoro svolto dagli amministratori - sostenendo chi giorno per giorno affronta problemi pratici”. La produzione artistica (va ricordato che i cantanti si esibiscono gratuitamente) è sin dall’inizio affidata a Giambattista Tofoni, direttore di TAM Tutta un’Altra Musica, insieme al suo staff interamente marchigiano. “Come sempre - ha spiegato Tofoni, che di RisorgiMarche è direttore esecutivo - i luoghi si raggiungeranno a piedi o in bicicletta, lungo i sentieri e i percorsi che segnaleremo attraverso il nostro sito ed i nostri canali social. L’invito che rivolgiamo al popolo di RisorgiMarche - oltre alla raccomandazione di essere sempre adeguatamente attrezzato per affrontare i percorsi a piedi - è quello di rispettare l’ambiente e le bellezze del nostro territorio, come del resto è già stato fatto lo scorso anno, in maniera assolutamente esemplare. Questa forma di turismo culturale e di solidarietà alle comunità colpite, che il nostro Festival intende incentivare, richiede un approccio sostenibile e un atteggiamento di grande riguardo per tutti quegli elementi che compongono lo straordinario ecosistema dei nostri Monti”. Come lo scorso anno, anche il Fermano verrà toccato da due importanti eventi: il primo è programmato per sabato 28 luglio, con il concerto di Paolo Belli & Big Band ai Campi di Vetice, nel territorio di Montefortino; il secondo martedì 31 luglio a Casalicchio di Amandola, con una festa a sorpresa che da settimane sta stimolando la curiosità di tantissime persone.

Andrea Braconi



Monteleone rilancia il turismo attraverso l'arte

Quella di indirizzare il flusso turistico nell’entroterra è l’attività principale sulla quale gli amministratori si stanno concentrando, con eventi peculiari e mirati a far crescere le presenze. “Il nocciolo della questione - spiega Marco Fabiani (foto), Sindaco di Monteleone di Fermo - è riportare lavoro dove non c’è più, poi tutte le attività attorno che sono di corredo rispetto a quella principale. Qui a Monteleone, nel 2009, abbiamo avuto il fallimento di un’azienda importante La Nuova Orsa Maggiore s.r.l. che ha impoverito tutto il territorio comunale”. Si parla ancora una volta di un “turismo da potenziare - spiega Fabianiviste le presenze che ci sono sul territorio. Soprattutto inglesi, americani, tedeschi, francesi; qualcuno di loro ha già chiesto di aprire un B&B nel centro storico ormai spopolato”. Da parte sua l’Amministrazione sta cercando di fare del suo meglio per favorire questo tipo di iniziative e facilitare il ritorno nel centro storico, promuovendo il patrimonio immobiliare “le case, ad esempio, le regaliamo, è possibile trovarne a 20 mila euro”. Questo potrebbe rappresentare un incentivo, di contro la percentuale di anziani in paese è altissima, il Sindaco fa tutto e incarna anche la Pro Loco, associazione che si sciolse anni fa e che non fu più possibile ricostituire. Sul terremoto il primo cittadino sostiene che “nella disgrazia, siamo entrati nel cratere, abbiamo avuto un immobile abbattuto nel centro del paese, per ora è stato approvato il I piano di opere pubbliche ed è avvenuta l’assegnazione scritta della seconda somma. Questi interventi rappresentano un’opportunità per i piccoli paesi. C’è questa visione distonica per cui, in seguito al terremoto, tutti si spostano sulla costa ma il danno è doppio perché si abbandona la parte rurale e si sviluppa il mal di vivere dove c’è più concentrazione di presenze”. Per attrarre turismo nei propri centri servono eventi, come il secondo Festival di Storia, dal nome “I giorni e la storia” organizzato da Carlo Verducci che quest’anno verterà sull’impatto sociale del terremoto e si concentrerà sul tema dell’immigrazione e del lavoro traslati nel tempo (vedi box). Durante la stagione estiva, vi saranno anche due concerti, 22 luglio con i Turkish Café e il 29 luglio con Route 77 da Macerata, un gruppo di sessantennii che suonano musica anni ‘70-’80. Quanto alle tradizioni, il 5 agosto si celebrerà la consueta Madonna del Soldato, festa dedicata ai caduti di tutte le guerre e in ricordo di chi è tornato vivo. Spazio all’arte come veicolo di promozione, anche turistica. Si ripete infatti, per il settimo anno, l’iniziativa che ospita artisti stranieri, quest’anno provenienti oltre che dall’Italia, dal Messico e da San Pietroburgo in Russia, che verranno ospitati in una struttura a loro dedicata, la Casa del Pittore, dove lasceranno le opere realizzate che s’ispireranno ai paesaggi e ai luoghi più simbolici di Monteleone. L’opera più bella verrà premiata con una borsa di studio di 500 euro messa a disposizione dal Comune. Usare l’arte come mezzo di promozione è quanto è stato fatto anche in occasione del recente flash mob avvenuto a maggio, durante il quale, grazie ad un laboratorio per bambini, sono stati dipinti 56 cartoncini in 3 ore, che sono stati poi assemblati su una parete di compensato che nel complesso rappresentava I Cherubini di Michelangelo. Quanto alle strutture ricettive, il paese può contare su un ostello da 50 posti (usato principalmente per giovani e scolaresche), La Casa dei Nonni, Casa del Girasole, un B&B ma nessun albergo. L’Amministrazione punta tutto sulla Dimora di Charme Villa Felice, palazzo settecentesco nel centro storico con 10 camere da ristrutturare, per renderla un luogo esclusivo e puntare ad un turismo d’élite. L’intenzione è quella di darla in gestione a stranieri. Lo stabile, ristrutturato dal Comune con fondi europei, sarà pronto l’anno prossimo: “Sarà un perno per far girare il rilancio turistico in zona - conclude Fabiani - c’è poca affluenza ma se non abbiamo qualità alberghiera e ristoranti come facciamo a vivere di turismo?”.

Serena Murri



Di corsa alla scoperta dei Sibillini

Natura, sport, passione e divertimento: ecco gli ingredienti che hanno ispirato Paolo e Pasqualino Del Bello a concepire e coordinare la prima edizione del “Sibilla Trail”, evento di Trail-Running che partirà Sabato 14 Luglio alle 16.30 da Montemonaco. I monti Sibillini ed il loro territorio accoglieranno appassionati provenienti da tutta Italia per scoprire attraverso lo sport e l’attività fisica connessa, luoghi bellissimi con un percorso che si snoderà nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini stessi e precisamente nel Comune di Montemonaco. Due le distanze da percorrere: la prima, sui 25 km con 1600 metri di dislivello positivo per i più esperti; la seconda, sui 10 km con 500 metri di dislivello positivo per chi invece vuole vivere una bella giornata di sport camminando o correndo. L’idea dei coordinatori è stata accolta dal Team Total Training, prima Start-Up innovativa del settore sport, endurance sportivo, amatoriale e professionistico, che insieme alle società Avis Ascoli Marathon e Flipper Triathlon Ascoli, hanno preparato questo evento. Il Comune e la Pro Loco di Montemonaco, il C.A.I. Sezione di Fermo e gli organizzatori con tutte le associazioni ed i volontari, supporteranno ogni attività. Dunque, sul calendario la data da cerchiare con il pennarello rosso sarà quella di sabato 14 luglio, quando al fine di rilanciare i Sibillini accorreranno tantissimi atleti per una gara unica ed eccezionale, che permetterà agli stessi di correre al cospetto della Sibilla in un percorso tutto da scoprire.

Uberto Frenquellucci



Smerillo patria degli dei

“Con i valloni deserti, con le gole tenebrose, con i crolli improvvisi di sassi, con le mille antichissime storie e tutte le altre cose che nessuno potrà dire mai”. Questa era la montagna per lo scrittore Dino Buzzati, un luogo misterioso e ricco di fascino, dai suggestivi scorci e da immagini tanto idilliache da esser dimora del Festival Le Parole della Montagna dal 15 al 22 luglio a Smerillo. Ricchissimo il cartellone di appuntamenti, si inizierà la domenica con le escursioni sui Monti Sibillini accompagnate dai racconti degli alpinisti più esperti, mentre i giorni a seguire saranno dedicati all’arte, con l’ allestimento della mostra di un affermato artista contemporaneo e interventi di critici d’arte, ed una sezione dedicata al cinema con film d’autore che vanta la collaborazione con il Trento Film Festival. Qual’è il significato di questa iniziativa? “Lo spunto del Festival si ricongiunge alla sacralità della montagna - ha spiegato Simonetta Paradisi, Direttore Artistico del Festival – la quale rappresenta il luogo di incontro fra l’Uomo e la divinità. Sin dalle più antiche culture, infatti, la montagna riveste un significato simbolico e trascendente sia per la verticalità e l’altezza vertiginosa, sia per la vicinanza al cielo e l’inaccessibilità. Essa è dimora degli dei, loco in cui l’uomo può elevarsi alla divinità e la divinità rivelarsi all’uomo. Il Festival ha di conseguenza l’obiettivo di indagare per proporre riflessioni per l’Uomo in cerca di se stesso e della verità nascosta. Smerillo accoglie così ogni anno pensatori, artisti, filosofi e teologi, alpinisti, poeti per dialogare intorno ad una parola e quest’anno la montagna ha suggerito quella di ‘radici’. Siamo radicati nel nostro territorio, nelle nostre tradizioni, che costituiscono un bagaglio essenziale della nostra identità, una risposta importante alla fragilità che abbiamo provato sulla nostra pelle. Un’attenzione sarà rivolta anche alle radici del futuro che stiamo costruendo, sotto un profilo sia climatologico che sociologico”. Quali le ricadute turistiche del Festival? “Smerillo è un piccolissimo borgo medievale, vive dei propri panorami, del cielo e degli Appennini. Ambientare il festival qui, vuol dire offrire al paesino un meritato ruolo da protagonista e all’uomo la possibilità di riconnettersi con il proprio Io più profondo. Facciamo del suo nulla, un punto di forza. Le Parole della Montagna non sarà soltanto un volano per le strutture ricettive e turistiche, bensì anche per l’economia del territorio montano circostante”. Come interagisce il territorio con il Festival? “Il Festival produce un grande coinvolgimento delle risorse umane del territorio. Giovani e giovanissimi partecipano numerosi come volontari ed il Comitato Operativo di Montefalcone Appennino ha un interessamento diretto. L’iniziativa, durante la settimana di attività, riesce a coinvolgere diverse fasce di età, contando circa 2.000/3.000 partecipanti. Numeri che sulla costa significano poco, ma per Smerillo rappresenta un successo strepitoso. Infatti il nostro pubblico è poliedrico: sportivi, adulti, ragazzi e bambini”. Quali le prospettive future del festival? “Abbiamo riscontrato una crescita esponenziale che ci auguriamo di mantenere e accrescere nel tempo senza doverci svendere alle proposte commerciali – ha concluso dicendo la Paradisi, tra l’altro Fondatrice e Presidente dell’Associazione culturale ‘Smeriglio’-. Infatti, nostro desiderio per il futuro, è quello di conservare la qualità e l’originalità che ci contraddistingue. Ogni anno la curva è in crescita e conserviamo il valore della scelta della ‘Parola’ attorno alla quale ruota in perfetta armonia il nostro programma di attività”.

Federica Balestrini

Diversi gli appuntamenti estivi per turisti e residenti

L’estate serviglianese è appena iniziata e la cittadina dalla piazza quadrangolare si candida a essere percepita come “porta dei Sibillini”, con numerosi eventi e pronta ad accogliere i turisti. “Sicuramente Servigliano da diversi anni a questa parte gioca un ruolo decisivo per la promozione e visibilità ai fini della conoscenza di questo spaccato di territorio - spiega il sindaco Marco Rotoni -. Anche quest’anno sono previste diverse iniziative a partire da quelle musicali: il 14 luglio al Parco della Pace saranno presenti i Kasabian e il 28 è previsto il ritorno di Caparezza”. Possiamo dire che i concerti sono ormai un appuntamento costante dell’estate dell’entroterra Fermano? “Secondo me parliamo di un palcoscenico che va oltre la media valle del Tenna, si pone ormai come un luogo dove ascoltare musica a livello regionale, abbiamo avuto a Servigliano nomi importanti quindi ridurlo ad appuntamento del Fermano, con tutto il rispetto, ci va stretto. C’è un grande impegno dietro e, insieme ad altre realtà del Fermano, giochiamo la nostra partita nello scacchiere turistico promozionale della nostra zona”. Come è nata l’intuizione di utilizzare il Parco della Pace per scopi musicali? “Questo è stato sempre un pallino del vicesindaco Danilo Viozzi che ha visto in quello spazio una dimensione culturale importante. Siamo in amministrazione da tre mandati, quindi stiamo cercando di mandare avanti un progetto coordinato e sistematico”. Grazie ai vari eventi organizzati avete notato un aumento degli arrivi e una ricaduta economica positiva? “Sì, è normale quando si organizzano manifestazioni musicali di questo tipo e come il Torneo Cavalleresco di Castel Clementino che quest’anno è alla sua cinquantesima edizione. Oltre che in termini di immagine, ne abbiamo guadagnato in prodotto interno lordo. Chi dorme a Servigliano per il concerto ha occasione per allargare lo sguardo e scoprire i Piceni a Belmonte, la Casa museo di Osvaldo Licini a Monte Vidon Corrado, il Crivelli a Massa Fermana... l’insieme delle iniziative che mettiamo in rete ha questo obiettivo finale. Negli ultimi anni c’è stato anche un incremento dei turisti, Servigliano ha circa 2300 abitanti e con due concerti si arriva anche a 11.000 presenze. La rievocazione storica ne porta altrettante in 10 serate. Per i 50 anni, ogni sera avrà un’attenzione particolare per coloro che hanno dato dimostrazione di attaccamento al paese e che hanno lasciato un segno importante. Sicuramente si coinvolgerà chi negli anni ha dato un contributo. Per noi il torneo è un orgoglio a livello identitario. Un altro appuntamento interessante è “La notte dell’anima” del 3 agosto organizzata dall’associazione Aletheia incentrata sui temi della socialità e abbiamo una collaborazione con Filofest. L’anno scorso abbiamo ospitato Galimberti, speriamo a fine agosto di avere un nome parimenti importante anche quest’anno”. Chi volesse venire a Servigliano quali referenti potrebbe contattare? “Nel periodo estivo abbiamo guide fornite dalla Proloco, in particolare nei fine settimana. La presidente è Luigina Rossi. Inoltre, c’è l’associazione Casa della Memoria che da 20 anni porta avanti il progetto culturale di conoscenza della storia del ‘900 ed è guidata da guidata da Giordano Viozzi. Per il torneo cavalleresco il punto di riferimento è Maurizio Marinozzi, presidente dell’associazione omonima. Esistono anche un sito dedicato e una pagina facebook dedicati. Presidente dell’associazione Aletheia è invece Paolo Pipponzi. Inoltre a fine luglio e ad agosto Servigliano sarà tra le tappe del bus organizzato da Marca Fermana e ci saranno visite guidate per i turisti provenienti dalla costa”. Come amministrazione come fate a far convivere tutte queste associazioni? “Le lasciamo libere e cerchiamo di essere una sorta di collegamento tra loro, di contenitore. Il merito di ciò comunque va tutto ai Serviglianesi”.

Silvia Ilari

Marca Fermana al centro dell'accoglienza turistica

“Noi le persone le portiamo veramente a scoprire il Fermano”. È decisa – oltre che coerente con il lavoro fin qui sviluppato – la presa di posizione di Stefano Pompozzi, presidente di Marca Fermana e promotore insieme a tutti i membri dell’associazione di un progetto definito e, almeno dai primi riscontri, molto efficace in termini organizzativi e comunicativi. Pompozzi, due sono le azioni importanti di accoglienza turistica che avete attivato. “La app è già operativa, ma organizzeremo a breve un evento ufficiale di presentazione. Consiste nella digitalizzazione di tutti i servizi di accoglienza turistica, delle informazioni, delle foto e degli itinerari. Insomma, tutto quello che un turista vuole trovare qui è scaricabile. Inoltre, ci sono punti informatici posizionati in 20 Comuni che raccontano al turista che c’è una app da scaricare.” Poi c’è il servizio navette dalla costa verso l’interno, in collaborazione con la Steat. “È già partito e ha avuto un vero e proprio boom. Nonostante qualche diffidenza iniziale, abbiamo centinaia di prenotazioni ed alcuni sold out, con 30 posti disponibili e 30 posti occupati. Un servizio collegato ovviamente alla app e prenotabile online, con guida turistica abilitata a bordo gratuita e con itinerari mirati su borghi dell’entroterra e sui musei dei piccoli Comuni, oltre a degustazioni con prodotti delle aziende del territorio il giovedì al Mercatino di Fermo. Insomma, questa iniziativa sta riscuotendo un grande apprezzamento.” Tutto evoluto e digitalizzato, quindi. E se, come è vero, questo lavoro sarebbe stato importante già prima del terremoto, oggi, a due anni dal sisma, assume una valenza ancora più importante. “È vero al punto tale che, ad esempio, le mete delle navette sono i 17 Comuni del Cratere. La riflessione è che noi nel nostro piccolo qualche centinaio di persone le portiamo. E credo anche che abbiamo fatto delle ottime scelte perché oltre a rendere moderna e avanzata l’attività di accoglienza turistica, questa tipologia di iniziative è anche diciamo così democratica: quando in tutto il territorio provinciale trovi il logo della app e tutte le altre informazioni, il turista lungo la costa scopre da zero un intero territorio. C’è stata da parte nostra molta attenzione su questo, a servizio di una provincia senza differenziazioni di sorta.” Numerose, infatti, sono le realtà e i contenitori culturali fuori dalle rotte principali. “Penso ai Musei dei Piceni di Belmonte, piuttosto che al Museo di Montefalcone Appennino: sono realtà che avevano bisogno di uno stimolo in termini di agevolazione delle visite prima del terremoto, figuriamoci oggi. Reputo ottimo il nostro pacchetto, con attività che permettono di conoscere l’area interna e di visitarla veramente. Quindi, al di là dei tanti proclami, abbiamo operato nei fatti.” Soddisfatto, quindi? “Sono contento perché Marca Fermana non ricomincia ma comincia, diventando finalmente centrale nell’accoglienza turistica del territorio.”

Andrea Braconi

Ultima modifica il Mercoledì, 11 Luglio 2018 12:01

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