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Esplosione a San Marco, Calcinaro: "Non ci facciamo intimidire". Il sindaco informa il Ministero dell'Interno

FERMO - "Conosciamo e apprezziamo tutti le doti di Don Vinicio, la sua profonda attenzione ai bisogni delle persone, alla loro dignità. E’ per questo che i fatti della notte scorsa ci colpiscono perché hanno preso di mira un luogo di culto e di rara bellezza caro alla città e, di riflesso, il suo parroco, da sempre impegnato nel sociale. “Vorrei esprimere i più sentiti sentimenti di vicinanza e solidarietà sia mia personale che dell’Amministrazione comunale e dell’intera città di Fermo a don Vinicio Albanesi e alla Comunità di San Marco alle Paludi per quanto successo". Usa queste parole il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro per commentare i fatti della scorsa notte che hanno visto protagonista la chiesa di San Marco dove è stato fatto esplodere un ordigno.

Con quella di stanotte salgono a tre le esplosioni che di recente hanno coinvolto luoghi di culto fermani. "Dopo i fatti che hanno riguardato il Duomo e San Tommaso, a questo punto con questo terzo episodio la matrice sembra essere chiara e allarmante. Chi ha colpito queste realtà ha colpito il cuore della città e dei fermani, ha voluto mirare a chi, come le parrocchie, in questo momento è al fianco delle istituzioni e all’Ente Comunale per fare rete nel fronteggiare quotidianamente le situazioni di difficoltà economica in cui versano le famiglie. E’ per questo che condanniamo in modo assoluto quanto avvenuto fino ad ora, siamo al fianco di chi indaga per cercare la verità e fare chiarezza, e ci auguriamo che i responsabili vengano individuati prima possibile".

Calcinaro, che è a Roma per un impegno istituzionale ha colto l'occasione per sollevare la questione al Ministero dell’Interno. "Insieme all’on. Paolo Petrini, ho messo al corrente di quanto accaduto e degli altri recenti fatti i vertici del Ministero dell’Interno, dove ci trovavamo per un incontro fissato in precedenza proprio per parlare di questioni di sicurezza del territorio. Tali atti non ci scoraggiano e soprattutto non piegano la volontà e la forza dei fermani di essere compatti contro queste intimidazioni. Continueremo ad essere vicini a tutti coloro, come i sacerdoti, che quotidianamente si spendono per gli ultimi e sono nel bisogno perché da questo potrà prendere corpo una società salda e soprattutto che meriti l’appellativo di civile”.

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