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La Civitanovese è morta, viva la Civitanovese! Riparte dall'Eccellenza la compagine calcistica rossoblu

CALCIO - Morta una Civitanovese se ne fa un'altra. E va be', non sarebbe neanche la prima volta, anche se, in tema di fallimenti di società calcistiche, più che di mera successione in carica sembra trattarsi di processo di metempsicosi, in cui il “reincarnato” si trova ad espiare colpe della vita precedente, seppur sotto altra forma (o categoria, appunto).

Infatti, proprio quando sembrava tutto risolto, con l'acquisto all'asta per 30mila euro di titolo sportivo, marchio e colori rossoblu da parte dell'imprenditore autoctono Giuseppe Cerolini e poi l'iscrizione in tempo record al campionato di serie D 2015/16, con tanto di giubilo collettivo della tifoseria e striscioni appesi sulla facciata di Palazzo Sforza, ecco poi la doccia gelata di fine estate: la Lega Dilettanti ha escluso la Civitanovese dal campionato di serie D per “intervenuto fallimento della società”, i cui debiti federali maturati nel corso delle precedenti gestioni, in particolare nei confronti di alcuni tesserati, non sono ancora stati completamenti appianati, nonostante gli immani sforzi fatti per salvare il salvabile, tanto che non è stato presentato alcun ricorso dalla nuova proprietà, di fatto accontentatasi di scendere di una sola categoria.

Pertanto, sarà Eccellenza (comunque meglio di come andò nel 2002, quando si ripartì dalla Promozione Marche), anche se di eccellente le recenti vicende calcistiche rossoblu hanno ben poco. E pensare che, fino a metà dello scorso campionato, la squadra stava lottando punto a punto con i cugini della Maceratese per la vetta della classifica; poi il patatrac.

Neanche il tempo di togliere le palle dall'albero di Natale che iniziavano quelle del presidente Patitucci, che per settimane ha rassicurato tutti riguardo agli stipendi non corrisposti, alle utenze da pagare per il Polisportivo ed a quei buchini di bilancio rispetto ai quali il nuovo socio, tale Vittorio Favellato, avrebbe garantito di persona. Peccato che, novello Godot, il socio si è fatto attendere e tanto l'hanno atteso che neanche l'hanno visto, al pari del nuovo allenatore, Franco Micco, anch'egli annunciato e anch'egli nemmeno presentatosi ad una conferenza stampa tramutatasi in tragicommedia.

Di teatrale questa storia ha davvero molto, a cominciare dai succitati personaggi al limite del surreale, capaci di dar vita ad un dramma sportivo, quello di una società che ha visto pian piano perdere i propri pezzi, con l'ex dg Bresciani potenziale profilo da “Chi l'ha visto?” e con l'allenatore Mecomonaco, ufficialmente destituito ma a sua volta costretto a sostituire il suo invisibile sostituto, finché, stremato dalle continue promesse non mantenute dalla dirigenza, non si è fatto infine sostituire dal vice Carrer, traghettatore di fine stagione.

E veniamo al suo epilogo, quando la squadra, in tutto questo delirio, è riuscita addirittura a sfiorare i play-off, sfumati all'ultimo minuto dell'ultima giornata (e visto l'andazzo non poteva essere altrimenti) sulla magistrale punizione di Chiacchiarelli (giusto contrappasso in un campionato fatto solo di chiacchiere), che ha regalato il 3-2 al San Nicolò, ma non ha impedito ai calciatori rossoblu, reduci da allenamenti improvvisati e compensi teorici, di essere acclamati e persino accolti nella curva.

E così è calato il sipario sul campionato, il resto è storia recente e poco importa quanto siano reali i personaggi o vere le parole; lo spettacolo va avanti, il carrozzone è pronto a ricominciare, come la passione e l'illusione di chi, nonostante tutto, ancora ci crede.


Simone Accattoli

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