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Ottimizzando cibo, tempo e spazi urbani. La start up S-Cambia Cibo e l'impegno contro gli sprechi alimentari

FERMO - Cosa ha spinto un gruppo di "ingegneri vestiti da architetti" - la definizione è presa dal loro sito - ad impegnarsi in una start up sullo scambio online dei cosiddetti prodotti ARS (alto rischio spreco)? Ce lo spiega Francesca Ceci, a distanza di qualche giorno dall'interessante presentazione di S-Cambia Cibo (www.scambiacibo.it) all'interno del seminario per giornalisti Redattore Sociale. “S-Cambia Cibo è un mezzo di riduzione dello spreco alimentare, ma anche un modo per conoscere persone e rafforzare la socialità. Petricorstudio architects vede un approccio urbanistico nell'attivazione di tali dinamiche, quindi un'opportunità per analizzare le relazioni sociali e i tessuti urbani”.

La convinzione, aggiunge la Ceci, è che lo studio del territorio antropizzato non debba interessarsi solo del costruito, ma anche dell'aspetto urbano immateriale, delle tematiche come la sostenibilità e la programmazione e gestione del tempo. “S-Cambia Cibo ottimizza le risorse (quali cibo, tempo e spazi urbani), riduce l’impronta ecologica e accresce la consapevolezza degli utenti di essere parte integrante e attiva della città. Per questi motivi può essere considerato, a tutti gli effetti, un progetto di urbanistica sperimentale”.

Chi può collaborare ad una dispensa collettiva virtuale come S-Cambia Cibo? “S-Cambia Cibo è un sistema aperto, un luogo virtuale che si propone come viatico per un incontro fisico. La partecipazione ad oggi è riservata alle persone fisiche disposte ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Questo, per quanto possa sembrare restrittivo, è l'unico modo per fare fronte alla normativa vigente sulla circolazione degli alimenti. Al momento infatti, non è ancora stato individuato un panorama legislativo che permetta a supermercati, bar, ristoratori ed esercizi commerciali, di cedere beni senza un tornaconto in denaro. L’unica possibilità per gli esercenti è la Legge del Buon Samaritano: una legge che permette di devolvere gli alimenti ad enti caritatevoli. S-Cambia Cibo rifiuta questo tipo di approccio assistenziale a favore di uno scambio tra pari, lasciando a tutte le persone che vogliono partecipare l’onere e l’onore di agire responsabilmente”.

Negli incontri di presentazione invitate il pubblico a non temere la sharing economy, anzi, cercate di stimolarlo a condividere questo approccio di piena condivisione. “La sharing economy è un fenomeno globale di rilievo e pertanto parte del paesaggio inteso come '... una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni'. La cosa interessante della sharing economy è la sua capacità di mettere gli utenti in condizioni di agire in prima persona sul mercato. In questo modo, il giudizio critico degli utenti viene stimolato e la loro capacità di giudicare i fenomeni viene ad accrescersi. Un effetto a nostro avviso molto importante perché abbatte la diffidenza che siamo soliti provare per l’ignoto. Grazie alle relazioni che la sharing economy è in grado di attivare, il paesaggio risulta in continua evoluzione soprattutto nel suo modo di essere percepito dalle popolazioni”.

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