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Le Marche: buone da mangiare. 185 specialità enogastronomiche approdano all'Expo di Milano

MARCHE - Trentatre tra prodotti e vini a denominazione di origine, 152 bandiere del gusto: sono i numeri delle eccellenze marchigiane, diffusi dalla Coldiretti regionale. Un patrimonio da valorizzare all’Expo di Milano.Ad oggi le Marche possono tredici prodotti riconosciuti, tra Denominazione di origine protetta (Dop) e Indicazione geografica protetta (Igp). Quelli Dop sono: l’Oliva Ascolana del Piceno, l’Olio di Cartoceto, la Casciotta d'Urbino e il Prosciutto di Carpegna, cui si aggiungono Formaggio di Fossa di Sogliano e Salamini italiani alla cacciatora.

Le Indicazioni geografiche protette sono attive per: Agnello del Centro Italia, Vitellone bianco dell’Appennino centrale, Ciauscolo (ora Igp ma si sta lavorando alla Dop), maccheroncini di Campofilone, oltre che per Mortadella Bologna e Lenticchia di Castelluccio. Ufficializzata da poco anche la Igp per la Patata rossa di Colfiorito. Venti, invece, sono le Doc e le Docg del vino.

Accanto ai prodotti a denominazione di origine, ricorda Coldiretti, ci sono anche le 152 le “Bandiere del gusto”, le specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni. Nella classifica delle specialità dominano pane, pasta e biscotti, con 45 diverse tipologie di prodotti, seguiti da 42 tipi di frutta e verdure fresche e lavorate (dal Carciofo monteluponese al Marrone di Acquasanta Terme), 30 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere (come il Salame di Fabriano), 11 formaggi (dal Casecc al Pecorino in botte), 8 bevande tra analcoliche, liquori e distillati (dal vino cotto al vino di visciole), 7 tipi di olio, 4 prodotti di origine animale (miele e ricotte), 4 condimenti (tra cui la Salamora di Belvedere) e una preparazione di pesce.

“Un’offerta - sottolinea il presidente di Coldiretti Marche, Tommaso Di Sante - resa possibile grazie al lavoro degli agricoltori che hanno salvato dall’estinzione molti prodotti e li hanno riportati sulle tavole dei consumatori, grazie anche alla rete di vendita diretta dei mercati, delle botteghe e dei punti di Campagna Amica, messa in campo con il progetto filiera agricola italiana”.

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