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Partire dai servizi per combattere vecchie e nuove povertà. Le attività dell'Ambito Sociale XIX

FERMANO - “Con i suoi 31 Comuni, l'Ambito Sociale XIX, che vede capofila il Comune di Fermo, è il primo nelle Marche come numero di Amministrazioni coinvolte e il secondo come numero di abitanti”. La 'fotografia' è del coordinatore Alessandro Ranieri, che rimarca con il primo compito di questa aggregazione intercomunale sia quello di “uniformare e favorire le politiche sociali nel territorio”. L'ottica, spiega, è quella di fare una pianificazione ed una gestione unitaria di servizi ed interventi di politiche sociali.

Ranieri, entrando nello specifico su cosa lavorate? “Sulla parte dell'accesso ai servizi, lo facciamo sia in maniera centralizzata, sia mantenendolo nei singoli Comuni. C'è poi la parte di valutazione dei fabbisogni, che solitamente i piccoli Comuni fanno a modo proprio non avendo tecnici o assistenti sociali a disposizione. Analizziamo le situazioni per prenderli in carico e queste piccole realtà ci hanno appunto delegato a svolgere questa funzione. L'altro livello è migliorare questo accesso, aumentando l'apporto di tecnici in grado di valutare insieme alla parte sanitaria e, da ultima, andare ad uniformare i servizi stessi, che oggi sono a macchia di leopardo.”

E da cosa siete partiti? “Siamo partiti dall'assistenza domiciliare, poi c'è l'educativa scolastica e l'educativa domiciliare, che andremo ad attivare. Stiamo gestendo, inoltre, un nuovo centro diurno per persone con disabilità. Ci occupiamo anche di tutta un'altra serie di aree di intervento: donne vittime di violenza, politiche giovanili, rapporto con il Dipartimento delle dipendenze patologiche, etc. Oggi buona parte dei finanziamenti passano tramite l'Ambito e si decide in forma congiunta come destinarli per attivare i vari servizi.”

Che tipo di cambiamento c'è stato in questi ultimi anni? “Sul fronte della povertà abbiamo fatto una marea di interventi. Sono circa 1.200 le richieste, di cui 400 sono in carico ai nostri servizi. Ma con il reddito di cittadinanza si parla di numeri quadruplicati rispetto agli attuali. Attualmente stiamo lavorando sia con il reddito di inclusione sociale sia portando avanti politiche sulla casa ed il supporto all'abitazione. Altra cosa che stiamo diffondendo sono i tirocini di inclusione sociale, per riabituare le fasce svantaggiate al tema lavoro e, quindi, allo stare in un'azienda, al rapportarsi con dei colleghi, all'acquisire nuove competenze.”

Questa misura di tipo socio assistenziale può tramutarsi in inserimento lavorativo o in tirocinio formativo? “Sì, attualmente abbiamo 180 tirocini che stiamo gestendo con circa 110 enti convenzionati. C'è un nuovo finanziamento, molto importante, che ci porterà quasi a raddoppiare i tirocini. Non ci occuperemo solo di disabilità o di altre graduatorie, ma anche di fasce vulnerabili che dovranno essere certificate. Cerchiamo di attivare più interventi di educativa, soprattutto a domicilio: vogliamo evitare che le situazioni problematiche vengano istituzionalizzate.”

IL POST SISMA

“Il nostro intento - sottolinea Ranieri - è quello di mettere in contatto i Comuni con le varie azioni e soprattutto con i vari soggetti portatori di interesse, per diffondere una pratica e fare in modo che diventi continuativa al di là del finanziamento. Le nostre sono attività di animazione territoriale, di supporto ai ragazzi sia psicologico che di tipo operativo nella quotidianità perché luoghi e contesti di ritrovo e supporto, oltre che servizi, nell'entroterra ce ne sono veramente pochi”.

Altro progetto rilevante è quello dello Smart Village, partito soprattutto dai Comuni dell'area del cratere, i cui destinatari sono gli ultra75enni. “Serve a portare avanti una politica più domiciliare unendo l'aspetto preventivo a livello sanitario (attualmente abbiamo 50 anziani presi in carico facendo uno screening sulla loro parte sanitaria), dopodiché daremo una domotica leggera, un ausilio per comunicare con la parte medica per prevenire malattie ed urgenze, oltre ad una parte di accompagnamento con animatori facilitatori negli esercizi commerciali e altro. Tutto questo serve per mandare un messaggio chiaro: quelli sono territori che creano benessere. Lo stiamo facendo con i fondi dei nostri partner e stiamo progettando anche a livello regionale e nazionale per dare consistenza a tutto il progetto”.

Andrea Braconi

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